LAV: il 16 settembre manifestazione nazionale contro la caccia a Trento

Preapertura della caccia con l’Italia sotto inchiesta europea

Lipu: peggiora la situazione con calendari venatori che violano direttiva e legge nazionale

[31 Agosto 2023]

Riguardo alle preaperture della stagione venatoria previste dall’articolo 18, comma 2, della legge 157/92 e attivate da 18 regioni italiane, la Lipu denuncia che «Da sabato 2 settembre i cacciatori italiani tornano in azione in molte parti d’Italia, soprattutto su tortora selvatica, quaglia e colombaccio. Mentre i calendari per la stagione 2023/24 predisposti dalle regioni aggravano il quadro e avvicinano la procedura di infrazione europea».

Giovanni Albarella, responsabile antibracconaggio e attvità venatoria,  evidenzia che «In un contesto ambientale difficile segnato da eventi climatici estremi e devastanti incendi, che avrebbe dovuto portare le amministrazioni regionali a non concedere ulteriori fonti di pressione come la caccia su una fauna già messa a dura prova, la maggior parte delle regioni ha deciso di attivare le preaperture anche su specie quale la tortora selvatica e la quaglia, che versano in un cattivo stato di conservazione e necessiterebbero di importanti tutele. Ciò, peraltro, avviene all’ombra dell’inchiesta, la cosiddetta procedura Pilot, attivata lo scorso luglio dalla Commissione europea e che contesta all’Italia, e a molte sue regioni, vari elementi quali l’esercizio venatorio durante la migrazione preriproduttiva, oltre che la caccia su specie in cattivo stato di conservazione in assenza di piani di gestione o con piani di gestione non efficacemente applicati, nonché l’uso di munizioni al piombo nelle zone umide. Sono contestazioni molto serie, che toccano il cuore della direttiva Uccelli, ma che le regioni hanno ignorato, approvando calendari venatori che aggravano il quadro. Nello specifico, 15 regioni hanno autorizzato la caccia in periodo di migrazione preriproduttiva invece che chiudere la caccia ai turdidi al 10 gennaio e agli acquatici al 20 gennaio, e quasi tutte le regioni hanno inserito in calendario specie in cattivo stato di conservazione come il tordo sassello, il beccaccino e il codone, senza le adeguate accortezze gestionali. A ciò si aggiunge la mancata correzione, da parte dei ministeri dell’Ambiente e dell’Agricoltura, della circolare che consente di utilizzare munizioni al piombo anche in zone umide vietate. Un quadro, dunque, molto critico. Entro il 27 settembre il governo dovrà fornire risposte alla Commissione europea, ma è evidente come l’illegittimità della situazione venatoria italiana si sia aggravata e per questo integreremo la nostra denuncia alla Commissione stessa. La procedura di infrazione sulla caccia contro l’Italia si fa sempre più concreta».

Intanto la LAV annuncia per il 16 settembre la manifestazione nazionale “ Basta sparare!” a Trento e denuncia: «Non tutti ne sono consapevoli, ma la caccia è un pericolo per ognuno di noi. ltre che per tutti gli animali. Siamo tutti bersagli, perché l’Emendamento “Caccia Selvaggia” permette di sparare ovunque. Le modifiche introdotte dalla Legge di bilancio 2023, alla Legge nazionale n. 157 del 1992 estendono infatti la possibilità di cacciare qualsiasi specie di fauna selvatica, anche nelle aree protette e nelle città, in qualsiasi periodo dell’anno, con il conseguente aumento dei rischi per i cittadini. I rischi sono aumentati in modo esponenziale con la recente approvazione del Piano straordinario quinquennale per la gestione e il contenimento della fauna selvatica  del Governo e dei Piani di controllo delle Regioni e delle Province Autonome di Trento e di Bolzano che saranno deliberati a breve».

La manifestazione nazionale è stata convocata il 16 settembre, giorno che precede l’apertura della stagione di caccia, a Trento, «Località emblematica della persecuzione inflitta a orsi e lupi» dice la Lav, nella stessa piazza dove si affacciano il palazzo della Provincia e l’ufficio del presidente leghista Fugatti.

La Lav spiega che «Insieme chiederemo il rispetto dovuto a qualsiasi animale che vive sul territorio italiano. Un rispetto che si concretizza con la messa a punto e l’applicazione dei numerosi sistemi non cruenti e non letali che consentono e favoriscono la convivenza serena con ogni specie selvatica».