Su Lancet un nuovo studio che vede tra i co-autori i ricercatori del Cmcc
Con la crisi climatica cresce il rischio di malattie infettive in Europa, serve un nuovo approccio
Rocklöv: «Esaminando le interdipendenze tra animali, esseri umani e ambiente, stiamo ottenendo una comprensione più completa delle dinamiche delle malattie, che rappresenta un prerequisito per una preparazione più tempestiva ed efficace alle epidemie»
[6 Settembre 2023]
Mentre la crisi climatica sta aumentando il rischio di pandemie e malattie infettive in tutto il mondo, Italia ed Europa comprese, sulla rivista scientifica The Lancet è stato pubblicato un nuovo studio che introduce un approccio trasformativo per affrontare il problema in seno al Vecchio continente.
L’articolo è stato redatto da un illustre team di ricercatori internazionali nel contesto del progetto IdAlert che, con il contributo del Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc), aiuterà a costruire un’Europa più resiliente agli emergenti rischi sanitari.
In particolare, i ricercatori Cmcc hanno contribuito agli aspetti relativi alle disuguaglianze socio-economiche, alle strategie di adattamento e al coinvolgimento delle parti interessate.
L’obiettivo ultimo è sviluppare una strategia che consenta agli esperti di quantificare gli effetti delle possibili malattie legate al clima in aree in rapida trasformazione urbana, e alle prese con diversi rischi per la salute.
La pubblicazione propone infatti un approccio collaborativo per sviluppare indicatori e strumenti di supporto alle decisioni che possano essere rilevanti per le politiche. Tali strumenti sono progettati per tracciare e anticipare in modo completo i rischi sanitari indotti dal clima in vari ambiti, tra cui i pericoli ambientali, i modelli di esposizione e i fattori di vulnerabilità. Con un’attenzione particolare alle interdipendenze tra animali, esseri umani e ambiente, il quadro promette una prospettiva olistica per affrontare questa sfida poliedrica.
«I nostri strumenti di supporto alle decisioni – spiega il primo autore dello studio e coordinatore del progetto IdAlert, Joacim Rocklöv – offrono una prospettiva multidimensionale che trascende i silos tradizionali. Esaminando le interdipendenze tra animali, esseri umani e ambiente, stiamo ottenendo una comprensione più completa delle dinamiche delle malattie, che rappresenta un prerequisito per una preparazione più tempestiva ed efficace alle epidemie».
Il cuore di questo nuovo sistema risiede nella co-produzione di sistemi di allerta e di risposta precoce alle parti interessate e agli utenti finali, nonché di strumenti specifici per valutare i costi e i benefici associati alle strategie di adattamento e mitigazione del clima in diversi settori.
Promuovendo una maggiore resilienza all’interno dei sistemi sanitari regionali e locali, il quadro mira a rafforzare la capacità dell’Europa di rispondere alle crisi sanitarie, anche a fronte di condizioni ambientali mutevoli.