Natura in cambio di debito: accordo Usa – Perù. Partecipano anche Ci, Wcs e Wwf
20 milioni di dollari al Perù per sostenere la conservazione dell’Amazzonia
[12 Settembre 2023]
Il dipartimento del tesoro Usa ha reso noto che «Gli Stati Uniti d’America, la Repubblica del Perù e quattro organizzazioni non governative – Conservation International (CI), The Nature Conservancy (TNC), Wildlife Conservation Society (WCS) e World Wildlife Fund (Wwf) – hanno finalizzato accordi di scambio del debito con la natura e di conservazione delle foreste ai sensi del Tropical Forest and Coral Reef Conservation Act (TFCCA). Gli accordi ridurranno il debito del Perù nei confronti del governo degli Stati Uniti di oltre 20 milioni di dollari nei prossimi 13 anni. Il governo del Perù reindirizzerà i pagamenti che avrebbero altrimenti effettuato per far fronte al proprio debito verso un fondo di conservazione che fornirà sovvenzioni per proteggere e ripristinare le foreste tropicali del paese. Le ONG locali utilizzeranno queste sovvenzioni per sostenere progetti a diretto beneficio dell’Amazzonia peruviana e della popolazione del Perù».
Lo scambio del debito è reso possibile grazie al contributo di 15 milioni di dollari da parte del governo Usa nell’ambito della TFCCA e ad una donazione combinata di 3 milioni di dollari da parte delle 4 ONg internazionali. Le sovvenzioni del programma TFCCA sosterranno attività come la conservazione delle aree protette, il miglioramento della gestione delle risorse naturali e il sostegno allo sviluppo di mezzi di sussistenza sostenibili per le comunità che dipendono dalle foreste.
L’accordo con il Perù è stato reso possibile dal Tropical Forest and Coral Reef Conservation Act del 1998 , che consente ai Paesi di ridurre il loro debito nei confronti degli Stati Uniti in cambio dell’impegno a conservare le foreste e le barriere coralline.
Si tratta del terzo scambio di debito in cambio di natura tra gli Usa e il Perù. I primi due scambi sono avvenuti nel 2002 e nel 2008 e insieme hanno prodotto irca 36 milioni di dollari, per il ripristino, la conservazione, la gestione e l’uso sostenibile delle foreste peruviane.
L’amministratore iniziale delle sovvenzioni per l’accordo di conservazione delle foreste del 2023 è il Fondo de Promoción de las Áreas Naturales Protegidas del Perú (Profonanpe), un Ente nazionale con quasi 30 anni di esperienza. E specializzato nella creazione, sviluppo e implementazione di progetti ambientali e nella gestione di fondi. Profonanpe è l’unica entità nazionale peruviana accreditata per sviluppare e attuare progetti dell’Adaptation Fund e del Green Climate Fund .
L’accordo con il Perù rappresenta il 22esimo accordo TFCCA degli Usa, dopo quelli con Bangladesh, Belize, Botswana, Brasile, Colombia, Costa Rica (due accordi), El Salvador (due accordi), Guatemala, Indonesia (tre accordi), Giamaica, Panama (due accordi ), Paraguay, Perù (due accordi) e Filippine (due accordi). Secondo il Dpartimento del tesoro Usa, «Con il tempo, questi programmi di debito per la natura genereranno più di 380 milioni di dollari per proteggere le foreste tropicali».
Conservaton International evidenzia che «I fondi provenienti dallo scambio debito-natura proteggeranno tre aree prioritarie dell’Amazzonia peruviana, che coprono circa il 10% del Paese, creando parchi e aree protette, oltre a migliorare i mezzi di sussistenza delle popolazioni indigene e delle comunità locali che sono custodi divaste aree delle terre amazzoniche».
Secondo il CEO di Conservation International, M. Sanjayan, «L’odierno scambio debito-natura rappresenta un momento storico per il Perù, un segnale cruciale da parte del governo degli Stati Uniti e un presagio positivo per il futuro della conservazione mentre perseguiamo modi innovativi per proteggere – e valorizzare adeguatamente – la natura che sostiene tutti noi».
Andrew Schatz, consulente legale senior di Conservation International che ha lavorato all’accordo con il Perù, ricorda che «C’è una crescente consapevolezza del fatto che molti Paesi che vorrebbero sostenere la conservazione non possono farlo a causa di vincoli finanziari, compreso il debito oneroso. Lo scambio debito-natura dà loro questa possibilità».
Negli ultimi anni, le iniziative debito in cambio della natura sono cresciute notevolmente, principalmente attraverso accordi che ristrutturano il debito dei Paesi nei confronti dei prestatori privati a causa dell’alto rischio di default. Rappresentano sempre più un modo per alleviare il debito dei Paesi poveri e liberare risorse per arginare la deforestazione. Ad esempio, a maggio, l’Ecuador ha concluso il più grande accordo di debito per natura mai realizzato fino ad oggi con l’aiuto di Credit Suisse, destinando milioni di dollari alla conservazione delle Isole Galapágos.
Man mano che gli impegni globali per proteggere e ripristinare la natura guadagnano terreno, il denaro generato dallo scambio di debito – natura può aiutare a colmare il persistente gap nei finanziamenti per sostenere questi sforzi. Un recente rapporto delle Nazioni Unite ha rilevato che, se i finanziamenti non saranno più che raddoppiati: dagli attuali 154 miliardi di dollari all’anno a 384 miliardi di dollari all’anno entro il 2025, il mondo non raggiungerà i suoi obiettivi in materia di clima e biodiversità.
Schatz conclude: «La finanza è il fulcro dell’azione climatica e per la biodiversità. Gli scambi debito-natura aumentano quel bacino di fondi e aprono la porta a una conservazione che altrimenti non sarebbe possibile».