Vino e cambiamenti climatici: soluzioni non più occasionali
Accademia della vite e del vino: annata difficile e complicata. CREA danni che vanno dal 10-20% al 70-80%
[13 Settembre 2023]
Secondo Rosario Di Lorenzo, presidente dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino, «E’ una vendemmia impegnativa, questa in corso, dove ad essere importanti non sono tanto le percentuali dei cali in sé, quanto la necessità di trovare soluzioni ai cambiamenti climatici e alle difficoltà. Perché sono fenomeni non più occasionali, ma, purtroppo, regolari. E’ una annata certamente è difficile e complicata con cali a macchia di leopardo. Si può parlare di una riduzione del quantitativo globale con differenze anche tra territori della stessa regione in alcuni dei quali i cali di produzione sono significativi e riconducibili soprattutto alla peronospora che In alcune zone è stata molto incisiva. Peronospora che ha colpito soprattutto nell’Italia del Centro e del Sud».
Ma c’è anche il cambiamento climatico che anche questo non ha una distribuzione uniforme e dove importante è stata la tecnica colturale e l’irrigazione si è dimostrata un elemento importante per gestire queste problematiche. Per Paolo Storchi, dirigente di ricerca del Centro viticoltura ed enologia del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA), «il 2023 ha presentato varie problematiche dovute soprattutto all’andamento climatico. Abbiamo avuto tra il mese di aprile e maggio oltre 30 giorni di pioggia che vuol dire notevole difficoltà per le aziende. A seconda anche della gestione di vigneti le aziende avranno rese sicuramente differenziate. Tuttavia si stimano danni che vanno da un minimo del 10-20% fino al 70-80%. E questo ci dà informazioni sulla importanza della attenzione da porre alla gestione della difesa e quindi l’importanza dei tecnici aziendali. Dove è stata fatta una gestione basata su modelli previsionali, sull’uso dei prodotti adeguati, i danni sono contenuti. Proprio un’annata come questa è importante perché ci sarà delle indicazioni anche per il futuro sull’attenzione da porre ai vari aspetti della gestione del vigneto».
Ma il 2023 sarà ricordato dai viticoltori italiani anche per l’aggressività di alcune malattie fungine: peronospora in primis. Patrick Marcuzzo del CREA ricorda che «Tutta la penisola ha sperimentato l’aggressività di questo patogeno, ma è soprattutto nel centro-sud Italia che si sono verificati i danni maggiori, conseguenza delle insolite precipitazioni primaverili. Difficoltà a contenere il fungo anche nel vigneto biologico (la cui superficie è in aumento nell’intero stivale), soprattutto quando coltivato nelle aree meno vocate. Oltre alla peronospora, si registrano alcune problematiche legate alla muffa grigia, in particolare per le cultivar a grappolo compatto, mentre appare sotto controllo l’oidio. In espansione, invece, il problema della flavescenza dorata».
Quindi, per l’Accademia Italiana della vite e del vino la tecnologia e la ricerca diventano determinanti perché, conclude Di Lorenzo, «Questi aspetti andranno certamente a verificarsi con maggiore frequenza. Quindi diventa fondamentale che il vigneto Italia si prepari grazie ai tecnici che ormai sono presenti e hanno tutti gli elementi per cercare di affrontare queste problematiche». Per quanto riguarda la qualità, «gli aspetti qualitativi sembrano averne risentito di meno e si parla di ottimi risultati».