Mianulli presidente del Parco della Murgia Materana. Legambiente: nomina figlia di condizionamenti politici

Confermata la condizione di marginalità e abbandono istituzionale del Parco della Murgia Materana

[20 Settembre 2023]

Il Consiglio regionale della Basilicata ha nominato Giovanni Mianulli presidente dell’Ente di Gestione del Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano Francesca Di Lucchio presidente dell’Ente di Gestione del Parco Naturale regionale del Vulture e il presidente dell’Assemblea regionale, Carmine Cicala, ha commentato: «Sono soddisfatto. Abbiamo centrato l’obiettivo di dotare i due Parchi di figure di alto profilo e preparate che certamente porteranno giovamento ai territori del Vulture e della Murgia Materana. Sul Parco del Vulture l’impasse, venutasi a creare lo scorso anno, è stata finalmente superata con la revoca del vecchio bando e la pubblicazione del nuovo a luglio. Si è lavorato alacremente, anche con i territori, per raggiungere un risultato che soddisfa tutti. Mi preme ringraziare gli organi dei due Enti che si sono messi a disposizione in questo processo: dal presidente del Parco della Murgia Materana, al vice presidente di quello del Vulture e il presidente della Comunità del Parco. Un grazie anche al contributo dell’assessore all’Ambiente. Lo dico sempre: quando c’è concertazione e unità di intenti, i risultati si raggiungono. Il Parco del Vulture e il Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano come ho già avuto modo di dire sono enti di due zone strategiche della Regione. Sono importanti presidi naturalistici e di cultura che veicolano economia per l’intera area. Con l’elezione dei due presidenti e nella pienezza delle loro funzioni, ne sono certo, si aprirà una nuova stagione per il benessere dei territori di competenza».

Duro il commento del PD di Matera:«Il centrodestra in Regione nomina alla presidenza dell’Ente di Gestione Giovanni Mianulli, un candidato consigliere comunale non eletto alle ultime elezioni amministrative di Montescaglioso, senza una storia personale e politica di un qualche peso sui temi della tutela e della valorizzazione dell’area protetta, di cui dubitiamo che abbia i requisiti previsti dalla Legge Regionale n. 2/1998 per poter rivestire l’incarico ricevuto. Eppure la necessità di trovare un nuovo equilibrio tra esigenze di tutela e sviluppo e delle attività escursionisti e turistiche, insieme al rilancio delle attività di presidio del Parco e di educazione ambientale sia a Murgia Timone che a Parco dei Monaci, a Pianelle ed a Montescaglioso meritavano da parte delle forze politiche di centrodestra una maggiore attenzione e sensibilità. Serviva, insomma, una governance dell’Ente di Gestione all’altezza delle sfide. Ed invece il centrodestra ha preferito la più becera lottizzazione politica. Eppure tra i ben 29 candidati ve n’erano diversi con curriculum di tutto rispetto ed anche di orientamento politico affine all’attuale governo regionale, certamente più all’altezza del compito, ma forse meno congeniali ai miseri giochini di chi pensa che “mettere” un proprio uomo alla testa di un ente possa portargli qualche voto in più nella prossima campagna elettorale. Auguriamo a Giovanni Mianulli buon lavoro ed auguriamo al Parco che i prossimi cinque anni non si trasformino in una palude amministrativa la cui responsabilità sarà totalmente attribuibile a Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia».    

Al di là dello scontro politico, anche il circolo di Matera di Legambiente ha molti dubbi sulla nomina e in una nota afferma che «La nomina del nuovo Presidente del Parco della Murgia Materana appare figlia di condizionamenti politici. Avevamo invece richiesto vivamente che la scelta ricadesse su una figura di alto profilo; una nomina, insomma, coerente con la necessità di garantire quelle competenze gestionali indispensabili per rispondere alle esigenze di governo di un territorio complesso come quello del Parco della Murgia Materana. Tale requisito di adeguatezza non sembra sia stato rispettato, così come non pare che il profilo scelto corrisponda a quanto richiesto dall’art. 3 dell’avviso pubblico emanato dal Consiglio regionale della Basilicata, dall’art. 5 della Legge istitutiva dell’Ente Parco e dall’art. 18 dello Statuto, in termini di competenza ed esperienza in materia di tutela, valorizzazione e gestione del patrimonio naturalistico ed ambientale, conoscenza del territorio e delle sue problematiche. Sono norme puntuali che devono essere rispettate».

Per questo, Legambiente Matera invita il neopresidente incaricato a «Riflettere sulla contraddizione che accompagna la sua nomina e, in coscienza, a rinunciare all’incarico; sarebbe un bell’esempio di onestà intellettuale e di correttezza. La difficoltà nel garantire governance adeguate alle aree protette regionali sono il segnale, l’ennesimo, della marginalità dei Parchi nella politica regionale, che diventano pertanto, infine, solo strumenti attraverso cui gestire interessi indipendenti dalle finalità istituzionali dell’Ente».

Secondo il Cigno Verde materano, «L’attuale nomina si inserisce nel solco delle ulteriori conferme della condizione di marginalità e abbandono istituzionale del Parco della Murgia Materana, da anni volutamente mortificato dalla cronica scarsità di dotazioni di risorse umane ed economiche. Insomma è evidente che l’azione di depotenziamento politico ed economico in atto da decenni, continua oggi più intensamente che mai. Un vero peccato per una Regione come la Basilicata in cui i Parchi rappresentano una risorsa immensa sul piano culturale ed economico per combattere lo spopolamento e creare sviluppo. Ma devono essere Parchi attivi, funzionanti, efficaci, propositivi, in grado di agire all’interno di una logica di sistema e di rete. Ci vuole quindi una strategia e una visione per le aree protette ispirata a una logica moderna di conservazione, sviluppo e valorizzazione delle risorse naturali».

Ma per Legambiente Matera siamo ben lontani da questo: «Si dovrebbero impostare le politiche di sviluppo regionale sfruttando le condizioni di “vantaggio” derivanti dalla presenza di un’elevata dotazione di infrastrutture ambientali e un basso impatto antropico. Però se non si recupera una visione condivisa su queste basi non ci può essere connessione tra i territori e le aree protette e si perde il rapporto di fiducia con le comunità.  Quindi serve recuperare un protagonismo degli Enti Parco attraverso il rafforzamento delle strutture organizzative e della dotazione di strutture tecniche e scientifiche. Ma serve anche un nuovo protagonismo dei Comuni che si trovano nei Parchi e nelle aree protette. E soprattutto serve un nuovo protagonismo delle comunità. Cittadini che partecipino alla vita dei Parchi e siano agenti di cambiamento rispetto a tutte le opportunità che i Parchi possono rappresentare nell’ottica della transizione ecologica. La Regione Basilicata entro il 2030 deve raggiungere importanti obiettivi di tutela istituendo nuove aree protette ma consolidando e rivitalizzano il sistema di aree protette già presenti in Regione».

Il Circolo di Legambiente Matera conclude ribadendo all’assessore Latronico la proposta di «Organizzare una Conferenza regionale per le aree protette per fare il punto sullo stato dell’arte, condividere un percorso democratico e partecipato con gli amministratori, i territori e le comunità».