Fridays for future torna in piazza per la «resistenza climatica» contro il Governo Meloni
«Un Governo che, all'indomani della catastrofe, nega ogni correlazione tra fenomeni estremi e crisi climatica è un Governo negazionista»
[3 Ottobre 2023]
I giovani attivisti climatici di Fridays for future hanno annunciato, per il prossimo 6 ottobre, una giornata nazionale di proteste di piazza contro il Governo Meloni, accusato di negazionismo climatico dopo le mancate risposte arrivate a seguito degli eventi meteo estremi che hanno scosso il Paese negli ultimi mesi.
«Un governo che, all’indomani della catastrofe, nega ogni correlazione tra fenomeni estremi e crisi climatica è un governo negazionista. E per questo inadeguato a indicare risposte per prevenire i peggiori scenari prospettati dalla scienza climatica», dichiara il portavoce dei Fridasy Giacomo Zattini.
Mentre la Iea, la Bce e la Bei chiedono ai leader europei di accelerare la transizione energetica, seguendo la roadmap appena aggiornata dalla stessa Iea – che esclude la necessità di nuovi progetti di estrazione di gas, petrolio o carbone –, il Governo Meloni punta sul cosiddetto “Piano Mattei” incentrato proprio sui combustibili fossili.
Per questo Fridays for future invita tutte le associazioni, i sindacati e i movimenti ad aderire alla protesta nazionale in agenda il 6 ottobre in oltre 35 città italiane (qui l’elenco completo e aggiornato delle iniziative). Un atto di «resistenza climatica» contro il Governo Meloni, che nel mentre ha inasprito le misure repressive nei confronti di chi oggi manifesta pacificamente e resiste praticando la disobbedienza civile.
«La protesta contro gli investimenti fossili è un atto di resistenza. Non resteremo a guardare mentre il mondo viene condannato a morire. Possiamo vivere senza combustibili fossili, ma non sopravviveremmo un giorno senza le risorse del pianeta. Non possiamo bere il petrolio», aggiunge Alessandro Marconi, attivista di Roma.
Accanto alle politiche di mitigazione, i Fridays sottolineano la necessità di politiche di adattamento, che preservino gli equilibri e le risorse del pianeta, prima fra tutte l’acqua.
Il movimento propone in particolare di puntare sulle cosiddette soluzioni basate sulla natura: ridurre i consumi, ripristinare gli alvei originari dei fiumi, tutelare e promuovere la salute del suolo, favorire l’assorbimento dell’acqua nel suolo, spingere la forestazione, ripristinare i fondi del Pnrr per il dissesto idrogeologico.
«Continuiamo a resistere – conclude Ester Barel, di Fridays for Future Milano –, non lasciamoci immobilizzare dall’eco-ansia ma combattiamola attraverso l’attivismo. Lottiamo insieme e costruiamo comunità resilienti e sostenibili. È il momento di esserci fisicamente, perché la resistenza è un atto fisico, che non si fa stando in casa, ma manifestando insieme nelle piazze e proponendo alternative concrete per tutti e tutte».