La strage all’ospedale di Gaza, ferma condanna dell’Onu
Israele e Hamas continuano a scambiarsi accuse e missili mentre i civili muoiono
[18 Ottobre 2023]
Mentre Israele e Hamas – e I loro tifosi – continuano a scambiarsi accusa speculari . l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha condannato fermamente l’attacco contro l’ospedale episcopale anglicano Al Ahli di Gaza che ha causato la morte e il ferimento di molte centinaia di persone.
Un attacco aereo, che è stato fin da subito identificato come israeliano, ha colpito l’ospedale arabo al-Ahli a Gaza City e capo dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus ha scritto in un post sulla piattaforma di social media X, precedentemente nota come Twitter: «L’Oms condanna fermamente l’attacco. Chiediamo la protezione immediata dei civili e dell’assistenza sanitaria e la revoca degli ordini di evacuazione.
In una nota l’Oms ricorda che «L’ospedale era operativo e ospitava pazienti, operatori sanitari e sfollati interni. I primi rapporti indicano centinaia di morti e feriti. L’ospedale era uno dei 20 nel nord della Striscia di Gaza che hanno subito ordini di evacuazione da parte dell’esercito israeliano. L’ordine di evacuazione è stato impossibile da eseguire data l’attuale insicurezza, le condizioni critiche di molti pazienti e la mancanza di ambulanze, personale, posti letto nel sistema sanitario e rifugi alternativi per gli sfollati. L’Oms chiede l’immediata protezione attiva dei civili e dell’assistenza sanitaria. Gli ordini di evacuazione devono essere annullati. Il diritto internazionale umanitario deve essere rispettato, il che significa che l’assistenza sanitaria deve essere attivamente protetta e mai presa di mira».
Anche l’United Nations Population Fund (UNFPA) ha condannato la strage e ha scritto che «Gli attacchi contro i civili e le infrastrutture civili devono cessare e le strutture sanitarie non devono mai essere un obiettivo».
Il ministero della Sanità dell’enclave fi Gaza accusa l’esercito israeliano di aver lanciato un attacco aereo che ha colpito l’ospedale arabo al-Ahli, le Israeli Defense Forces – IDF, l’esercito israeliano . hanno twittato che, secondo le loro informazioni di intelligence, i responsabili della strage sono stati razzi lanciati dai militanti della Jihad islamica verso Israele, che avevano deviato dalla rotta. Una versione nella quale sembrano credere in pochi, visto quello che è successo nelle ore e nei giorni precedenti. Medici senza Frontiere (MSF) e altre ONG avevano denunciato bombardamenti israeliani su strutture sanitarie a Gaza e, oche ore prima della strage, Mohammed Abu Mughaiseeb, vicecoordinatore medico di MSF a Gaza aveva dipinto un quadro tragico: « La situazione a Gaza è molto difficile. Oggi abbiamo cercato per 2 ore l’acqua potabile, che non è più disponibile. Manca l’elettricità e nemmeno l’acqua normale viene più pompata. Abbiamo ancora alcune scorte di cibo. Gli ospedali funzionano a malapena. La maggior parte del personale medico ha lasciato l’ospedale ed è andato via con le proprie famiglie perché questo non è più un luogo sicuro. Le scorte di medicinali si stanno esaurendo, anche nelle farmacie private. È molto pericoloso. Bombardano tutto il giorno, non ci sono corridoi umanitari. Oggi sono riuscito a mettermi in contatto con alcuni ospedali, in particolare con il reparto ustionati dell’ospedale di Al Shifa. C’è solo un chirurgo e un anestesista ma mancano gli infermieri, soprattutto in questo reparto. Non sappiamo cosa succederà domani e dove saremo».
Il 12 dicembre, l’United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East (UNRWA) aveva denunciato che «Almeno sei persone sono state uccise questo pomeriggio quando una scuola dell’UNRWA è stata colpita nel campo profughi di al-Maghazi, nella zona centrale di Gaza. Decine sono rimaste ferite (compreso il personale dell’UNRWA) e alla scuola sono stati causati gravi danni strutturali. I numeri probabilmente saranno più alti. Questo è scandaloso e mostra ancora una volta un flagrante disprezzo per la vita dei civili. Nessun posto è più sicuro a Gaza, nemmeno le strutture dell’UNRWA. La scuola è stata colpita durante gli attacchi aerei e i bombardamenti delle forze israeliane sulla Striscia di Gaza. Almeno 4.000 persone si sono rifugiate in questa scuola dell’UNRWA trasformata in rifugio. Non avevano e non hanno ancora nessun altro posto dove andare. Dall’inizio della guerra, il 7 ottobre, l’UNRWA fornisce quotidianamente le coordinate delle sue strutture alle parti interessate».
Stragi che arrivano dopo che Euro-Mediterranean Human Rights Monitor aveva fatto il punto in un dossier della distruzione causata a Gaza dagli attacchi Israeliani dopo la strage di civili causata dall’attacco di Hamas ai kibbutz israeliani al confine e al rave party. Secondo l’ONG, «Le forze israeliane hanno distrutto almeno 70 impianti industriali e 970 unità residenziali nella Striscia di Gaza. Israele sta commettendo crimini diffusi contro i civili palestinesi nella Striscia di Gaza. el corso di quattro giorni consecutivi di guerra crescente, Israele ha tagliato le forniture di elettricità, acqua, cibo e carburante a Gaza, creando una minaccia di imminente catastrofe umanitaria».
Per Euro-Mediterranean Human Rights Monitor, «Ciò che sta accadendo a Gaza rappresenta un disastro umanitario globale, soprattutto perché la mancanza di elettricità e acqua colpisce più del 90% dei residenti e l’interruzione di varie forniture essenziali». L’Organizzazione in una nota ha documentato l’uccisione di 7 giornalisti, il ferimento di almeno altri 10 e la perdita di contatto con 2.
Lunedì notte e martedì mattina si erano già verificati intensi attacchi israeliani via aria e via mare, con limitate azioni di terra. Interi quartieri sono stati distrutti, comprese molte aree centrali e densamente popolate. Euro-Med Monitor ha stimato che «Quasi 400.000 persone, di cui più di 180.000 nelle strutture dell’UNRWA, sono state sfollate» e ha documentato «Danni a circa 14 strutture delle Nazioni Unite a seguito degli attacchi aerei israeliani, compreso il targeting diretto di una scuola dell’UNRWA che ospita centinaia di sfollat»i. L’organizzazione documenta anche «Attacchi diretti e gravi contro università, moschee, mercati, banche, società di telecomunicazioni, torri residenziali e altre infrastrutture civili» e sottolinea che «L’esercito israeliano sta violando i principi del diritto internazionale umanitario nei suoi continui attacchi alla Striscia di Gaza, in particolare i principi di necessità e proporzionalità, data l’assenza di rifugi o aree sicure per i civili di Gaza. Il diritto internazionale umanitario richiede la protezione dei civili in ogni circostanza e in qualsiasi condizione e considera l’uccisione di civili un crimine di guerra nei conflitti armati sia internazionali che non internazionali, che può raggiungere il livello di un crimine contro umanità».
«Attaccare o bombardare città, villaggi, abitazioni o edifici indifesi» è proibito ai sensi dell’articolo 25 dei Regolamenti dell’Aja riguardanti le leggi e gli usi della guerra terrestre. Inoltre, l’articolo 53 della Quarta Convenzione di Ginevra prevede che «Qualsiasi distruzione, da parte della potenza occupante, di beni immobili o mobili appartenenti, individualmente o collettivamente, a privati, o allo Stato, o ad altri poteri pubblici, o ad organizzazioni sociali o cooperative, è vietata, a meno che tale distruzione non sia resa assolutamente necessaria da operazioni militari».
Secondo l’articolo 147 della Quarta Convenzione di Ginevra, la distruzione di proprietà che non sia giustificata da necessità militari e venga effettuata su larga scala costituisce una violazione grave che richiede un procedimento giudiziario. Queste pratiche sono considerate crimini di guerra anche ai sensi dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale.
Euro-Med Human Rights Monitor si unisce ad altre ONG e agenzie umanitarie per chiedere all’Onu, ai governi di tutto il mondo e alle potenze interessate che «Esercitino pressioni su Israele affinché cessi immediatamente i suoi attacchi ingiustificabili contro i civili, si astenga da operazioni militari e apra tutti i valichi di frontiera chiusi per garantire il flusso di forniture mediche, cibo e forniture logistiche nella Striscia di Gaza».
Il segretario generale dell’Onu. António Guterres, ha condannato fermamente la strage all’ospedale di Gaza e l’attacco alla scuola dell’UNRWA e ha ricordato che «Gli ospedali e tutto il personale medico sono protetti dal diritto internazionale».
In una nota, l’alto commissario per i diritti umani dell’Onu, Volker Türk, scrive: «Mi mancano le parole. Stanotte, centinaia di persone sono state uccise – in modo orribile – in un massiccio attacco all’ospedale arabo Al Ahli di Gaza City, tra cui pazienti, operatori sanitari e famiglie che avevano cercato rifugio dentro e intorno all’ospedale. Ancora una volta i più vulnerabili. Questo è assolutamente inaccettabile. Almeno sei persone sono state uccise nel pomeriggio quando una scuola dell’UNRWA è stata colpita nel campo profughi di al-Maghazi, nella zona centrale di Gaza. La scuola fungeva da riparo per circa 4.000 persone in cerca di rifugio. Gli ospedali sono sacrosanti e devono essere protetti a tutti i costi. Non conosciamo ancora l’entità di questa carneficina, ma ciò che è chiaro è che la violenza e gli omicidi devono cessare immediatamente. Tutti gli Stati influenti devono fare tutto ciò che è in loro potere per porre fine a questa situazione orrenda. I civili devono essere protetti e gli aiuti umanitari devono poter raggiungere i bisognosi con urgenza. I responsabili dovranno risponderne».