Parkinson e pesticidi: scandalo all’EFSA?
Pesticide Action Network: «L’EFSA sabota l’efficace valutazione della neurotossicità dei pesticidi
[18 Ottobre 2023]
Secondo Pesticide Action Network Europe (PAN Europe), «L’Autorità europea per la sicurezza alimentare e la sicurezza alimentare EFSA è coinvolta in uno scandalo di grandi proporzioni. Un’indagine mostra che la direzione dell’EFSA rifiuta soluzioni per valutare meglio i collegamenti tra il morbo di Parkinson e i pesticidi neurotossici. I pesticidi possono infatti causare gravi danni al nostro cervello e alcuni sono direttamente collegati al debilitante morbo di Parkinson. Gli esperti internazionali concordano sul fatto che l’attuale valutazione dei pesticidi tiene a malapena conto di questo aspetto, mentre alcuni esperti dell’EFSA concordano. Quali interessi rappresenta la direzione dell’EFSA?»
Lo studio “The Emerging Evidence of the Parkinson Pandemic”, pubblicato sul Journal of Parkinson’s Disease nel dicembre 2018 da un team di ricercatori statunitensi e olandesi, collega la possibilità di un’epidemia di Parkinson all’uso di pesticidi e lo studio “Neurodegeneration in a regulatory context: The need for speed”, pubblicato a marzo su Current Opinion in Toxicology da un team di ricercatori olandesi chiede per questo un’azione rapida. Non è un caso la presenza in entrambi gli studi di ricercatori olandesi: nei Paesi Bassi, dove molti pesticidi vengono utilizzati nella produzione dei bulbi da fiore e molti residenti e famiglie di agricoltori sono esposti, questo ha portato ad un acceso dibattito pubblico con il coinvolgimento attivo di esperti medici. La Parkinson’s Association ha raccolto storie inquietanti di vittime che hanno lavorato con i pesticidi e hanno contratto la malattia, spesso in giovane età. Insieme a una serie di organizzazioni sanitarie e ambientaliste e al principale sindacato olandese, hanno presentato il “Maatschappelijk Manifest Bestrijdingsmiddelen april 2023 – Voor een gezond, groen en veilig Nederland” un manifesto sociale sui pesticidi per chiedere una migliore protezione dei lavoratori, degli agricoltori e dei cittadini.
Lo specialista del Parkinson Bas Bloem, della Radboud Universiteit di Nijmegen, spiega che «Il danno al cervello non avviene dall’oggi al domani: «Il cervello ha una grande capacità di riserva. Come risultato di questa capacità, i sintomi neurologici non si manifestano finché non si è verificato un danno molto esteso nel cervello. Nell’esempio concreto del Parkinson: solo quando sono state danneggiate circa il 60-70% delle cellule nervose nella regione cerebrale interessata. I sintomi neurologici sono quindi un fenomeno molto tardivo».
Già nel novembre 2021, il Rijksinstituut voor Volksgezondheid en Milieu (RIVM) dei Paesi Bassi aveva concluso che l’attuale valutazione dei pesticidi è insufficiente: «I requisiti in materia di dati per i principi attivi nei pesticidi non includono informazioni standard riguardanti gli effetti di queste sostanze sul sistema nervoso. Le attuali linee guida per i test inoltre non forniscono informazioni sufficienti per stabilire se una sostanza può causare piccoli cambiamenti impercettibili nel cervello che possono portare a malattie come il Parkinson» e aveva proposto possibili soluzioni. Su questa base, le autorità olandesi hanno deciso di inviare una richiesta all’EFSA per esaminare la questione e L’EFSA ha deciso di organizzare una conferenza sull’argomento, che si è svolta il 7 e 8 settembre 2022 e alla quale hanno partecipato 49 esperti di diversi Paesi, di cui 6 dell’EFSA, che sono giunti ad una conclusione molto chiara: «Nel complesso, vi è stato un ampio consenso sul fatto che le procedure attualmente esistenti, che fanno parte delle azioni normative esistenti, probabilmente ci forniranno una visione inadeguata delle effettive azioni neurotossiche di specifici pesticidi per la substantia nigra e, di conseguenza, offriranno una valutazione inadeguata della il rischio di sviluppare la malattia di Parkinson in caso di esposizione umana».
Quel summit ha concluso anche che «Inoltre, ci sono idee chiare su come eseguire gli esperimenti che informeranno una migliore procedura di screening; questo comporta sia il miglioramento degli esperimenti in vivo che la ricerca di alternative affidabili in vitro». PAN Europe fa notare che «Per qualche motivo, questo documento non sembra essere disponibile sul sito web dell’EFSA. Quindi puoi trovarlo qui».
Nell’aprile 2023, l’EFSA ha pubblicato un bando da 3,5 milioni di euro che invita le organizzazioni scientifiche a svolgere ulteriori ricerche, concentrate esclusivamente sui metodi in vitro. Ma il Pesticide Action Network avidenzia che «Non è esattamente ciò che è necessario per compiere progressi urgenti nella tutela della salute. Coloro che speravano che le cose finalmente cambiassero in meglio sono rimasti molto delusi. Inutile, non in linea con quanto concordato è una versione breve».
Il 18 aprile il RIVM ha informato il ministro dell’agricoltura dei Paesi Bassi che «Recentemente l’EFSA ha pubblicato il bando di gara, che descrive in dettaglio su cosa dovrebbe concentrarsi la ricerca. Il bando non è in linea con le ambizioni espresse durante il seminario, ma si concentra esclusivamente sulla ripetizione della ricerca precedentemente commissionata dall’EFSA sui disturbi respiratori mitocondriali causati dai prodotti fitosanitari. Pertanto, per RIVM, l’attuale portata del progetto è troppo limitata per risolvere il problema di fondo, ovvero il quadro di valutazione mancante per l’identificazione delle sostanze neurodegenerative».
La Radboud Universiteit di Nijmegen, il RIVM e il College voor de toelating van gewasbeschermingsmiddelen en biociden (Ctgb, l’autorità olandese per i pesticid)i hanno scritto una lettera congiunta all’EFSA per esprimere il loro disappunto e per informarla che non invieranno una proposta di partecipazione: «A nostro avviso, l’attuale bando di gara e il lavoro che prevede di coprire non affrontano le sfide identificate durante il workshop e quindi non contribuiscono sufficientemente all’obiettivo finale di essere in grado di valutare il rischio di esposizione chimica correlata a malattie neurodegenerative».
Il una lettera inviata il 10 ottobre alla Commissaria europea per la salute e la sicurezza alimentare, la cipriota Stella Kyriakidou, il PAN Europe chiede: «Perché la direzione dell’EFSA ha distorto il consenso scientifico generale e ha lanciato un appello focalizzato solo su alcuni meccanismi di neurotossicità? Quel che è urgentemente necessario è sviluppare metodi che permettano di valutare le reali conseguenze dell’esposizione a sostanze neurotossiche? Questa mossa del consiglio dell’EFSA sprecherà molti anni preziosi e impedirà cambiamenti urgenti e necessari nel processo di valutazione dei pesticidi. Di conseguenza, molte persone saranno esposte a pesticidi che possono danneggiare il loro cervello».
L’ONG ha invitato per questo la Kyriakides ad «Agire rapidamente, sia per risolvere la questione sia per esaminare la gestione dell’EFSA».
Hans Muilerman, responsabile chimico senior presso di PAN Europe, conclude: «Si tratta di una strategia comune all’EFSA: invece di sviluppare immediatamente una nuova linea guida per i test basata sulle conoscenze scientifiche disponibili, si assicurano che non si verifichi alcun miglioramento nei prossimi 10 anni: chiedere uno studio pluriennale, introdurre metodi poco costosi per l’industria ma ancora in fase embrionale e poi affermare che è necessaria più ricerca e che i cittadini non sono protetti. E’ esattamente quello che è successo per l’esposizione a miscele di pesticidi: all’EFSA è stato chiesto di sviluppare uno studio sul metodo 18 anni fa, stiamo ancora aspettando e l’effetto cocktail continua a non essere regolamentato».