Ma l’entusiasmo cala quando c’è da pagare di più

Per gli europei il benessere animale è molto importante, per gli italiani anche di più

Un'ampia maggioranza di europei (l'84%) e ben l’88% degli italiani ritiene che debba essere protetto meglio di quanto non lo sia attualmente

[19 Ottobre 2023]

Secondo i risultati di un’indagine Eurobarometro pubblicati oggi, «La protezione del benessere degli animali è essenziale per gli europei». Ma il sondaggio conferma ancora una volta che gli italiani danno come sempre risposte più contraddittorie della media europea, con poca voglia di impegnarsi personalmente cambiando i consumi e delegando di più a etichettature e normative che poi spesso non rispettano).

Nonostante le critiche ricevute negli ultimi giorni dalle associazioni animaliste, ambientaliste e dei consumatori che la accusano di aver fatto marcia indietro rispetto a proposte e tempistiche sul benessere animale,  la Commissione europea rivendica di essere da oltre 40 «Impegnata a favore del benessere degli animali, migliorando progressivamente il loro benessere e adottando alcune tra le più stringenti normative mondiali in materia. Questo sondaggio evidenzia l’importanza di questo tema per i cittadini di tutta l’Ue».

Infatti, un’ampia maggioranza di europei (l’84%) e ben l’88% degli italiani ritiene che nel proprio Paese il benessere degli animali d’allevamento debba essere protetto meglio di quanto non lo sia attualmente.

L’84% degli europei  (88% degli italiani) è favorevole a limitare il tempo di trasporto degli animali, mentre il 74% degli intervistati (l’85% degli italiani) è favorevole a una migliore protezione del benessere degli animali da compagnia nel proprio paese.

Oltre il 90 % degli europei ritiene che le pratiche agricole e di allevamento debbano soddisfare determinati requisiti etici di base, quali: fornitura di sufficiente spazio, cibo e acqua agli animali, ambienti adatti alle loro esigenze (fango, paglia, ecc.) e garanzia di un trattamento corretto. L’indagine ha inoltre evidenziato un elevato livello di preoccupazione per il benessere degli animali nei macelli: il 75% degli intervistati ((5% degli Italiani) hanno infatti giudicato inaccettabile la pratica di uccidere i pulcini maschi appena uscito dal guscio, e una stragrande maggioranza è favorevole al divieto di amputare alcune parti del corpo degli animali (code, orecchie, becchi, ecc.), a meno che non sia strettamente necessario e avvenga sotto anestesia.

Per quanto riguarda l’allevamento di animali da pelliccia, il 57% degli intervistati (69% italiani) ritiene che dovrebbe essere rigorosamente vietato nell’Ue, mentre il 32 % degli europei e solo il 25% degli italiani ritiene accettabile mantenerlo solo assicurando condizioni di benessere migliori.

Per quanto riguarda le importazioni di prodotti alimentari da Paesi terzi, l’84% deli europei ritengono che l’attuale situazione in materia di benessere degli animali debba cambiare, applicando le norme dell’Ue in materia di benessere degli animali alle importazioni di alimenti o etichettando i prodotti in base agli standard applicati in fase di produzione.

Nonostante le interviste siano state condotte nel marzo 2023, quando i prezzi dei prodotti alimentari erano già molto elevati a causa dell’inflazione, il 60 % degli intervistati ha dichiarato di essere disposti a pagare di più per prodotti provenienti da sistemi di allevamento rispettosi del benessere degli animali. E qui gli italiani vanno ben sotto la media europea con il 43% che si dichiara non disposto a farlo.  Poi, stranamente, circa il 26% degli europei sarebbe pronto a pagare fino al 5% in più per alimenti rispettosi del benessere degli animali, mentre la quota degli italiani sale al 30%, per poi scegliere vertiginosamente meno mano che aumenta la percentuale di aumento del costo..

Una contraddizione che riemerge quando il 67% degli italiani dice di cercare nei supermercati i prodotti etichettati come derivanti da sistemi di allevamento attenti al benessere degli animali (60% media Ue), per poi dire che sugli stessi scaffali c’è una scelta sufficiente di prodotti alimentari prodotti in condizioni che tengono conto del benessere degli animali: 66% contro un più realistico 48% della media Ue.

Nel 2021 la Commissione Ue ha risposto positivamente all’iniziativa dei cittadini europei “End the Cage Age” che invitava a vietare l’uso di gabbie per l’allevamento di una serie di specie di animali nei sistemi di allevamento intensivo e ora, mentre le associazioni la accusano di averne bloccato l’Iter, la commissaria europea per la Salute e la sicurezza alimentare Stella Kyriakides, commenta così i risultati del siondaggio Eurobarometro: «Da oltre 40 anni l’Europa si è fatta orgogliosamente promotrice di alcuni tra i più elevati standard al mondo in materia di benessere degli animali e questi sforzi rimangono per noi prioritari. Migliorare il benessere degli animali significa migliorare la salute degli animali e la qualità dei nostri prodotti alimentari. Per questo motivo stiamo lavorando per migliorare le norme dell’Ue in materia di benessere degli animali, in linea con i più recenti dati scientifici e in modo compatibile con il funzionamento del settore agricolo e zootecnico. Continueremo a sostenere standard quanto più possibile elevati, nell’Ue e a livello internazionale, garantendo al contempo che nessuno sia lasciato indietro».