La crisi nascosta dell’impollinazione potrebbe minacciare biodiversità e sicurezza alimentare dell’Australasia
Trascurare la conservazione degli impollinatori indigeni locali aggrava la crisi dell’impollinazione
[2 Novembre 2023]
Secondo il nuovo studio “Pollination crisis Down-Under: Has Australasia dodged the bullet?”, pubblicato su Ecology and Evolution da Graham Pyke e Zong-Xin Ren del Kunming Institute of Botany dell’Accademia cinese delle scienze e da Kit Prendergast della School of Biological Sciences & Biotechnology della Murdoch University, probabilmente in l’Australasia è stata trascurata a una crisi di impollinazione.
Pyke, che è anche professore onorario della School of Natural Sciences della Macquarie University, sottolinea «L’urgente necessità di intervento per evitare la perdita di biodiversità e l’insicurezza alimentare a lungo termine nella regione».
Il team sino-australiano ha analizzato migliaia di ricerche sul declino degli impollinatori indotto dall’uomo a livello globale e ha scoperto che, «Nonostante solo una piccola parte menzionasse l’Australasia, le cause del declino degli impollinatori nell’emisfero settentrionale si rispecchiavano in questa regione».
La ricerca in Europa e Nord America rileva che le minacce che includono la perdita di habitat naturale, il cambiamento climatico, l’uso di pesticidi, la diffusione di agenti patogeni e le specie introdotte contribuiscono al declino della popolazione degli animali (compresi uccelli e insetti) che agiscono come impollinatori e delle piante che impollinano.
Pyke fa notare che «A prima vista sembra che l’Australasia abbia schivato un proiettile e mancato la cosiddetta apocalisse degli insetti e altri cali di impollinatori». Ma nonostante la scarsa ricerca sulla carenza di impollinatori in Australasia, il suo team ha riscontrato «Gravi minacce ambientali agli impollinatori locali che suggeriscono che la crisi dell’impollinazione stessa dell’Australasia sia passata in gran parte inosservata. In questa regione si stanno verificando le stesse minacce ambientali alle piante e ai loro impollinatori, ma non abbiamo monitorato il loro impatto».
Una crisi dell’ impollinazione è il declino dell’abbondanza, fino al punto di estinzione, degli animali che agiscono come impollinatori e delle piante che impollinano e Pyke evidenzia che «Non si tratta di una questione banale. In Australia, stimiamo che 15.000 specie animali fungano da impollinatori di piante. Il declino di queste specie di impollinatori si estenderà alle circa 20.000 specie di piante da fiore in Australia che si affidano o traggono beneficio dall’impollinazione animale per riprodursi. Questo include molte piante alimentari come la maggior parte della frutta e molte verdure, dai pomodori e fagioli al caffè, fragole, colza e persino cacao – essenziale per il cioccolato – che dipende parzialmente o totalmente dall’impollinazione animale. La raccolta di dati tassonomici dettagliati e di altri dati di ricerca sulla flora e la fauna dell’Australasia è necessaria per comprendere meglio la posizione della regione e pianificare interventi adeguati».
Prendergast sottolinea che «Trascurare la conservazione degli impollinatori indigeni locali aggrava la crisi dell’impollinazione. L’ape europea introdotta si è diffusa in tutta l’Australia, svolgendo un ruolo chiave nell’impollinazione di alcune colture, ma compete con le api autoctone e altri impollinatori e può interrompere i sistemi di impollinazione. Attualmente ci sono 1.660 specie autoctone di api descritte e altre centinaia che rimangono non descritte. L’investimento in queste api è ampiamente oscurato dall’investimento nell’ape mellifera introdotta».
Zong-Xin Ren, del Kunming Institute of Botany dell’Accademia cinese delle scienze, vuole estendere lo studio per includere la Cina e altre parti dell’Asia e, insieme agli altri utori dello studio afferma che «La regione deve intensificare il proprio impegno nel monitoraggio e nel miglioramento delle condizioni degli impollinatori per prevenire un impatto diffuso sulla sicurezza alimentare».
Pyke conclude: «Tralasciare la crisi dell’impollinazione in Australasia potrebbe avere ripercussioni a livello globale e persino mettere a repentaglio la biodiversità e l’approvvigionamento alimentare».