Devastante terremoto in Nepal
Colpita la parte occidentale del Paese. E’ il più grande terremoto dopo quelli del 2015
[6 Novembre 2023]
Il 3 novembre, intorno alle 23:47 ora locale (18:02 UTC), un terremoto di magnitudo 6,4 M ha colpito la provincia di Karnali, nel Nepal occidentale, ed è stato seguito da diverse scosse di assestamento che hanno portato altra morte e distruzione.
Secondo il bollettino flash pubblicato il 4 novembre dall’United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs (OCHA), l’epicentro è stato a Ramidanda nel distretto di Jajarkot, circa 65 chilometri a nord-est di Surkhet, la capitale della provincia di Karnali. Scosse sono state avvertite nelle confinanti province di Sudurpashchim e Lumbini, in altre parti del Nepal e fino alla capitale dell’India New Delhi. La scossa è stata avvertita anche nella capitale nepalese Kathmandu, a circa 510 chilometri di distanza, dove le persone sono scappate di casa, con il ricordo dei mortali terremoti dell’aprile-maggio 2015 ancora impressi nella mente. I terremoti del 2015 causarono la morte di quasi 9.000 persone, distrussero o danneggiarono gravemente oltre 500.000 case e ridussero in macerie città, scuole, ospedali e siti storici secolari.
Le informazioni iniziali a disposizione dell’OCHA indicano che «Circa 133 persone sono state uccise nella provincia di Karnali, di cui 95 a Jajarkot e 38 a Rukum occidentale. Secondo quanto riferito, diverse centinaia di persone sono rimaste ferite. Queste cifre sono preliminari e permane la preoccupazione che i dati effettivi possano essere più elevati, soprattutto perché il terremoto ha colpito in un momento in cui era probabile che la maggior parte delle persone fosse a casa o comunque al chiuso. Le autorità locali prevedono un aumento del numero di vittime registrate man mano che continuano le attività di ricerca e salvataggio, nonostante le notizie secondo cui alcune persone potrebbero essere ancora intrappolate sotto gli edifici crollati. Secondo quanto riferito, le strutture sanitarie sono sopraffatte, con gli ospedali di Rukum sovraffollati e l’ospedale Bheri di Banke che ora trattano solo pazienti in gravi condizioni».
Inoltre, fino al 5 novembre è stato impossibile accedere a Jajarkot e Dolpa a Rirauta Rimna (nella zona di confine di Jajarkot-Dolpa) a causa dalle frane innescate dal terremoto. Secondo l’OCHA, la maggior parte delle case distrutte si trovano a Jajarkot e Rukum, due distretti remoti e dove mancano le comunicazioni, il che rende difficili gli sforzi di salvataggio e soccorso.
Alice Akunga, rappresentante dell’Unicef in Nepal ondo delle Nazioni Unite per l’infanzia ha detto che «L’entità totale dei danni si manifesterà nei prossimi giorni e purtroppo il numero delle persone colpite è destinato a crescere. I bambini e le loro famiglie sono i più a rischio dopo il terremoto e le numerose scosse di assestamento che hanno danneggiato e distrutto case, scuole e centri sanitari. Le stime indicano che migliaia di bambini in età scolare vivono nelle aree colpite e saranno colpiti. I team dell’Unicef sono sul posto, fornendo assistenza urgente ai bambini e alle famiglie bisognose. Insieme alle autorità e ai partner, l’Unicef sta valutando il prezzo pagato dai bambini e dalle famiglie. Stiamo anche valutando il sostegno di cui hanno bisogno in questo momento cruciale nei settori della salute, della nutrizione, dell’istruzione, dell’acqua, dei servizi igienico-sanitari e dell’igiene (WASH), della protezione dell’infanzia e della protezione sociale. L’Unicef ha già inviato forniture di emergenza alle aree più colpite nei distretti di Jajarkot e Rukum West, tra cui oltre 1.000 teloni e 1.300 coperte. L’ultimo disastro è il più grande terremoto che abbia colpito il Nepal dal terremoto di magnitudo 7,8 del 2015. Si verifica all’indomani di un terremoto di magnitudo 5,3 nel distretto occidentale di Bajhang in ottobre, quando furono colpite oltre 15.000 famiglie. Siamo solidali con il popolo e i bambini del Nepal in questo momento difficile».
Anche altre agenzie Onu hanno intensificato la loro risposta. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sta mobilitando team medici e UNOSAT, il Centro Satellitare delle Nazioni Unite, è stato attivato per condurre una valutazione dei danni grazie all’analisi delle immagini satellitari.
I bisogni immediati includono supporto medico, risposta ai traumi, estrazione delle persone intrappolate sotto le macerie e l’evacuazione delle persone colpite in luoghi più sicuri. L’inverno imminente sottolinea la necessità fondamentale di fornire agli sfollati vestiti caldi e riparo, assistenza sanitaria e cibo.
Si tratta del più grande terremoto che abbia colpito il Nepal dal terremoto di magnitudo 7,3 del 2015, ed è l’ultimo di una serie di terremoti che hanno colpito il Nepal occidentale nell’ultimo anno. L’OCHA avverte che «L’impatto di quest’ultimo terremoto sta quindi aggravando le difficoltà e le vulnerabilità delle comunità che si stanno ancora riprendendo dagli shock precedenti in aree in cui erano già prevalenti bassi indicatori socioeconomici e meccanismi di reazione molto difficoltosi».