Qualità dell’aria: il Consiglio Ue ha adottato le nuove norme per rafforzare gli standard europei
In equilibrio tra l’obiettivo di inquinamento zero e la flessibilità per gli Stati membri
[9 Novembre 2023]
Nonostante i notevoli miglioramenti della qualità dell’aria nell’Unione europea negli ultimi 30 anni, , l’inquinamento atmosferico continua a essere la prima causa ambientale di morte prematura e ha anche un impatto negativo sull’ambiente, causando danni agli ecosistemi e alla biodiversità.
Come parte integrante del piano d’azione Ue per l’inquinamento zero nel quadro dell’European Green Deal europeo, l’Ue nel 2022 ha avviato la revisione di due direttive sulla qualità dell’aria risalenti al 2004 e al 2008 e si è impegnata a rivedere gli standard di qualità dell’aria per allinearli più strettamente alle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).
La proposta della Commissione europea aggiorna e fonde le due direttive esistenti e introduce l’obiettivo di inquinamento atmosferico zero, da raggiungere entro il 2050. Fissa inoltre obiettivi provvisori per il 2030 più vicini alle linee guida dell’Oms. La proposta mira inoltre a rafforzare il monitoraggio, la modellizzazione e i piani della qualità dell’aria.
Il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione nel settembre 2023 e oggi il Consiglio europeo ha adottato il mandato negoziale per i colloqui con l’Europarlamento su «Una proposta volta a fissare standard di qualità dell’aria nell’Ue da raggiungere entro il 2030 e a mettere l’Ue su una traiettoria più vicina alla sua visione di zero inquinamento dell’aria entro il 2050. allineare maggiormente gli standard di qualità dell’aria dell’UE alle linee guida dell’Oms».
Il testo approvato dal Consiglio ha cercato un equilibrio tra, da un lato, il mantenimento dell’ambizione principale della proposta della Commissione di migliorare gli standard di qualità dell’aria nell’Ue e avvicinarsi alla realizzazione dell’obiettivo di inquinamento zero entro il 2050 e, dall’altro, l’introduzione di una certa flessibilità per gli Stati membri. membri nell’attuazione della direttiva.
Teresa Ribera Rodríguez, ministra per la transizione ecologica e la sfida demografica e vicepresidente ad interim del governo spagnolo, ha evidenziato che «Ogni anno in Europa si registrano circa 300.000 morti premature dovute all’inquinamento atmosferico. Questo è inaccettabile; dobbiamo agire adesso. Con l’accordo odierno stiamo gettando le basi per un’aria più pulita e un ambiente più sano nell’Ue, con standard migliori e azioni più efficaci per contrastare l’inquinamento atmosferico. Questo non è solo un atto legislativo; è una testimonianza della nostra dedizione al benessere dei nostri cittadini e della nostra responsabilità nei confronti del pianeta».
Iun comunicato il Consiglio Ue spiega che «Oltre a stabilire disposizioni sulla qualità dell’aria per avvicinare l’Ue al raggiungimento dell’obiettivo di inquinamento zero per la qualità dell’aria entro il 2050, contribuendo così a un ambiente privo di sostanze tossiche, le nuove norme stabiliscono standard rafforzati di qualità dell’aria dell’Ue per il 2030 sotto forma di valori limite e target più vicini alle linee guida dell’OMS. La direttiva rivista copre una serie di sostanze inquinanti l’aria, tra cui particelle fini e particolato (PM2.5 e PM10), biossido di azoto (NO2), biossido di zolfo (SO2), benzene, arsenico, piombo e nichel, tra gli altri. Ad esempio, i valori limite annuali per gli inquinanti con il maggiore impatto documentato sulla salute umana, PM2.5 e NO2, verrebbero ridotti rispettivamente da 25 µg/m3 a 10 µg/m3 e da 40 µg/m3 a 20 µg/m3 (i valori indicativi dell’Oms sono 5 µg/m3 per PM2.5 e 10 µg/m3 per NO2)».
Il testo approvato dal Consiglio aggiunge una certa flessibilità per quanto riguarda il raggiungimento dei valori limite di qualità dell’aria per le aree in cui il rispetto della direttiva entro la scadenza si rivelerebbe irrealizzabile a causa delle caratteristiche di dispersione specifiche del sito, delle condizioni climatiche avverse o dei contributi transfrontalieri. Per questi motivi, ai quali il Consiglio ha aggiunto quello di una quota elevata di famiglie a basso reddito se lo Stato membro in questione ha un PIL nazionale pro capite inferiore alla media dell’Ue e se i risultati delle applicazioni di modellizzazione mostrano che i valori limite non possono essere raggiunti entro rispetto alla data di conseguimento, gli Stati membri possono richiedere un rinvio della scadenza per un massimo di 10 anni fino a non oltre il 1° gennaio 2040.
Il testo impone agli Stati membri di «Stabilire piani di qualità dell’aria per le aree in cui i livelli di inquinanti superano i valori limite e target stabiliti nella direttiva, e di farlo entro tre anni dalla registrazione di tali livelli. I piani devono definire misure adeguate per mantenere il periodo di superamento il più breve possibile e contenere informazioni quali l’ubicazione geografica dell’area interessata, l’origine dell’inquinamento e le autorità competenti responsabili dell’elaborazione e dell’attuazione dei piani».
Inoltre, gli Stati membri saranno tenuti a «Fissare soglie di allarme o di informazione per determinati inquinanti atmosferici, per proteggere la popolazione generale e i gruppi più vulnerabili dall’esposizione a concentrazioni elevate di tali inquinanti. Laddove vi sia il rischio che tali soglie vengano superate, gli Stati membri dovrebbero preparare piani d’azione a breve termine che definiscano misure di emergenza per ridurre il rischio immediato per la salute umana».
Il Consiglio propone una maggiore flessibilità per quanto riguarda la valutazione della qualità dell’aria ambiente, ad esempio che «L’uso di applicazioni di modellizzazione come complemento alle misurazioni fisse non dovrebbe essere obbligatorio in caso di superamento dei valori limite stabiliti nella direttiva. La nuova direttiva proposta obbligherebbe inoltre gli Stati membri a istituire almeno un supersito di monitoraggio sul proprio territorio, in base alla popolazione e alle dimensioni. Questi supersiti di monitoraggio combinerebbero più punti di campionamento per raccogliere dati a lungo termine sugli inquinanti atmosferici coperti dalla direttiva, nonché sugli inquinanti atmosferici di interesse emergente e altri parametri rilevanti».
Il Consiglio invita la Commissione Ue a «Rivedere gli standard di qualità dell’aria entro il 2030 e successivamente con la frequenza necessaria, per valutare se sia necessario aggiornarli sulla base delle informazioni scientifiche più recenti. Nella sua revisione, la Commissione dovrebbe anche considerare se sia necessario coprire più inquinanti atmosferici e se si debba prendere in considerazione un ulteriore rinvio delle scadenze o adeguamenti alle disposizioni sull’aria transfrontaliera. Sulla base della sua revisione, la Commissione dovrebbe quindi avanzare proposte per rivedere gli standard di qualità dell’aria, includere altri inquinanti e/o proporre ulteriori azioni.
Per far fronte alla natura transfrontaliera di alcuni inquinanti, come l’ozono e il particolato, il Consiglio ha rafforzato le disposizioni sull’inquinamento transfrontaliero e le nuove norme impongono agli Stati membri di «Cooperare tra loro per identificare le fonti di inquinamento atmosferico e le misure necessarie per affrontarle, e di pianificare attività congiunte, come la preparazione di piani nazionali coordinati per la qualità dell’aria».
Il Consiglio ha aggiunto una disposizione per consentire agli Stati membri di identificare e notificare alla Commissione i superamenti dei limiti di qualità dell’aria che possono essere attribuiti a fonti esterne all’influenza dello Stato membro interessato. Queste informazioni verrebbero poi prese in considerazione dalla Commissione nel valutare l’eventuale rinvio dei termini di conseguimento.
La proposta di direttiva stabilisce disposizioni per garantire l’accesso alla giustizia a coloro che hanno un interesse sufficiente e vogliono contestarne l’attuazione, comprese le ONG ambientaliste: «Qualsiasi procedura di controllo giurisdizionale dovrebbe essere equa , tempestiva e non eccessivamente costosa» e «Gli Stati membri dovrebbero garantire che le persone abbiano il diritto di chiedere e ottenere un risarcimento qualora si sia verificato un danno alla loro salute a seguito di una violazione intenzionale o negligente delle norme nazionali che recepiscono alcune disposizioni della direttiva».
La proposta modificata dal Consiglio impone inoltre agli Stati membri di «Stabilire sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive per coloro che violano le misure adottate per attuare la direttiva. Tali sanzioni dovrebbero tenere conto della gravità e della durata della violazione, della sua recidiva, nonché delle persone e dell’ambiente colpiti».
Il Consiglio è ora pronto ad avviare i negoziati con il Parlamento europeo per concordare la forma finale della legislazione. Una volta trovato un accordo provvisorio, il testo definitivo dovrà essere adottato formalmente da entrambe le istituzioni.