Nature restoration law, accordo per ripristinare il 20% del territorio e del mare dell’Ue entro il 2030

I Paesi Ue devono ripristinare almeno il 30% delle aree di habitat coperte dalla nuova legge entro il 2030, il 60% entro il 2040 e il 90% entro il 2050

[10 Novembre 2023]

I negoziatori del Parlamento e del Consiglio Ue hanno raggiunto un accordo politico provvisorio sulla EU nature restoration law  e hanno concordato un obiettivo Ue per «Ripristinare almeno il 20% delle terre emerse e il 20% delle zone marine entro il 2030 e tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050. Per raggiungere questi obiettivi, i paesi dell’UE devono ripristinare almeno il 30% dei tipi di habitat coperti dalla nuova legge in buone condizioni entro il 2030, aumentando al 60% entro il 2040 e al 90% entro il 2050».

Inoltre, «Gli Stati membri dovranno adottare, attraverso un processo aperto, trasparente e inclusivo, piani nazionali di ripristino che dettaglino come intendono raggiungere questi obiettivi. In linea con la posizione del Parlamento, i paesi dell’Ue dovrebbero dare priorità alle aree situate nei siti Natura 2000 fino al 2030».

I piani nazionali di ripristino, mostrando come i Paesi Ue raggiungeranno gli obiettivi. Devono inoltre monitorare e riferire sui propri progressi. I colegislatori hanno optato per un approccio graduale. Gli Stati membri presenterebbero innanzitutto piani di ripristino nazionali che coprirebbero il periodo fino al giugno 2032, con una panoramica strategica per il periodo successivo a giugno 2032. Entro giugno 2032, gli Stati membri presenterebbero piani di ripristino per i dieci anni fino al 2042 con una panoramica strategica fino al 2050, e entro giugno 2042 presenterebbero i piani per il restante periodo fino al 2050. Il testo consente agli Stati membri di tenere conto delle loro diverse esigenze sociali, economiche e culturali, delle caratteristiche regionali e locali e della densità di popolazione, compresa la situazione specifica delle regioni ultraperiferiche, quando stabiliscono i loro piani.

I colegislatori si sono trovati d’accordo sul fatto che «una volta che un’area ha raggiunto una buona condizione, i Paesi dell’Ue dovranno mirare a garantire che non si deteriori in modo significativo».

Secondo il relatore, il socialista spagnolo  César Luena, «L’accordo raggiunto oggi è un momento collettivo significativo. A 70 anni dall’inizio del progetto europeo, è necessaria una legge europea per il ripristino della natura per affrontare la perdita di biodiversità. L’accordo odierno è stato possibile grazie all’iniziativa e all’impegno della Commissione, al ruolo negoziale della Presidenza spagnola del Consiglio, che ha dato priorità a questo tema, e all’atteggiamento comprensivo dei gruppi parlamentari, soprattutto di quelli progressisti, che hanno saputo lavorare insieme e trovare un compromesso per garantire l’esistenza di una legge sul ripristino della natura. Inoltre, desidero sottolineare ed esprimere gratitudine per il ruolo cruciale svolto dal gruppo dei socialdemocratici in questi negoziati, poiché senza l’unità del Gruppo S&D a sostegno di questa legge, oggi non celebreremmo l’adozione di un accordo».

Ecco i principali punti dell’accordo:

Ecosistemi agricoli. Per ripristinare la natura nei terreni utilizzati dal settore agricolo, i paesi dell’Ue  dovranno attuare misure che mirino a raggiungere, entro la fine del 2030 e successivamente ogni sei anni, una trend positivoa in due dei tre seguenti indicatori: l’indice delle farfalle delle praterie; la quota di terreni agricoli con caratteristiche paesaggistiche ad elevata diversità; lo stock di carbonio organico nei suoli minerali coltivati. Il ripristino delle torbiere drenate è una delle misure più efficaci in termini di costi per ridurre le emissioni nel settore agricolo e migliorare la biodiversità. I paesi dell’Ue devono pertanto attuare misure di ripristino dei suoli organici ad uso agricolo che costituiscono torbiere drenate su almeno il 30% di tali aree entro il 2030 (almeno un quarto dovrà essere riumidificato, il 40% entro il 2040 (almeno un terzo dovrà essere riumidificato ribagnato) e del 50% entro il 2050 (almeno un terzo dovrà essere ribagnato), ma la ribagnatura rimarrà volontaria per gli agricoltori e i proprietari terrieri privati.

I paesi dell’Ue devono inoltre invertire il declino delle popolazioni di impollinatori al più tardi entro il 2030 e raggiungere successivamente una tendenza all’aumento misurata almeno ogni sei anni.

Altri ecosistemi. Entro il 2030, i Paesi dell’Ue dovranno attuare misure con l’obiettivo di raggiungere un trend positivo in diversi indicatori degli ecosistemi forestali. Allo stesso tempo, nell’Ue dovranno essere piantati altri tre miliardi di alberi e almeno 25.000 km di fiumi dovranno essere ripristinati e trasformati in fiumi a corso libero. I Paesi dell’Ue dovranno inoltre garantire che entro il 2030 non vi sia alcuna perdita netta nell’area nazionale totale di spazi verdi urbani e di copertura arborea urbana nelle aree degli ecosistemi urbani rispetto al 2021. Dopo il 2030 devono aumentare questa percentuale, con progressi misurati ogni sei anni.

Finanziamenti e freno d’emergenza. Entro 12 mesi dall’entrata in vigore del regolamento, la Commissione europea dovrà valutare eventuali divari tra le esigenze finanziarie per il ripristino e i finanziamenti disponibili dell’Ue e cercare soluzioni per colmare un eventuale gap.

I negoziatori hanno inoltre concordato un freno di emergenza, come richiesto dal Parlamento europeo, in modo che gli obiettivi per gli ecosistemi agricoli possano essere sospesi in circostanze eccezionali se creano gravi conseguenze a livello dell’Ue sulla disponibilità di terreni necessari per garantire una produzione agricola sufficiente per il consumo alimentare dell’Ue.

Teresa Ribera Rodríguez, vicepresidente ad interim del governo e ministra per la transizione ecologica e la sfida demografica della Spagna, ha commentato: «Ci troviamo di fronte a una realtà sempre più drammatica: la natura e la biodiversità dell’UE sono in pericolo e necessitano di essere protette. Sono orgogliosa dell’indispensabile accordo raggiunto tra Consiglio e Parlamento su una legge sul ripristino della natura, la prima di questo genere. Ci aiuterà a ricostruire livelli sani di biodiversità in tutti gli Stati membri e a preservare la natura per le generazioni future, combattendo al tempo stesso il cambiamento climatico e mantenendo l’impegno verso i nostri obiettivi climatici».

Il commissario Ue per l’ambiente, gli oceani e la pesca, Virginijus Sinkevičius, ha aggiunto: «Accolgo con favore l’accordo raggiunto oggi e desidero ringraziare il Parlamento europeo e il Consiglio per la cooperazione costruttiva. Sono convinto che abbiamo raggiunto un accordo equilibrato sulla legge sul ripristino della natura che renderà nuovamente natura il nostro alleato. Ripristinando la salute, ci aiutiamo e ci proteggiamo dagli effetti dei cambiamenti climatici. Una natura sana significa approvvigionamento adeguato di acqua pulita, aria più pulita, città più fresche durante le ondate di calore, zone cuscinetto contro le tempeste sulle nostre coste e abbondanti fonti di cibo».

Maroš Šefčovič, vicepresidente esecutivo per l’European Green Deal europeo, le relazioni interistituzionali e le prospettive strategiche, ha concluso: «Dopo un ampio dialogo e discussioni fruttuose con il Parlamento europeo e il Consiglio, abbiamo trovato l’accordo provvisorio sulla normativa sul ripristino della natura, una proposta fondamentale nell’ambito del Green Deal europeo ed essenziale per conseguire gli ambiziosi obiettivi dell’UE in materia di mitigazione dei cambiamenti climatici e adattamento agli stessi. Ciò invia anche un importante segnale positivo ai nostri partner globali in vista della COP28 e dell’attuazione dell’accordo di Kunming/Montreal sulla biodiversità, che siamo seri per quanto riguarda i nostri impegni. Spero che l’accordo sia rapidamente adottato dai colegislatori. Non c’è tempo da perdere per ripristinare la natura da cui dipendono il nostro benessere e le nostre economie».