I reati che causano la morte punibili con 10 anni di reclusione. Le imprese rischiano multe pari al 3 o al 5% del fatturato annuo mondiale oppure fino a 24 - 40 milioni di euro
Vecchi e nuovi reati ambientali: accordo Ue su sanzioni rafforzate
I nuovi crimini includono l’inquinamento causato dalle navi, l’uso del mercurio e l’esaurimento illegale delle risorse idriche
[17 Novembre 2023]
La presidenza del Consiglio europeo e i negoziatori del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio su una proposta di direttiva europea che migliorerebbe le indagini e l’azione penale riguardanti i reati ambientali.
Il relatore del Parlamento europeo, il democristiano olandese Antonius Manders, è soddisfatto: «Abbiamo negoziato con successo una posizione di tolleranza zero sui crimini ambientali che hanno enormi conseguenze per la salute umana e l’ambiente. E’ fondamentale combattere questi crimini transfrontalieri a livello europeo con sanzioni armonizzate, dissuasive ed efficaci per prevenire nuovi crimini ambientali. La prevenzione è fondamentale, ed è per questo che abbiamo evidenziato la necessità di maggiori risorse, ricerca, formazione e campagne di sensibilizzazione rivolte sia al settore pubblico che a quello privato. Non ci si nasconde più dietro autorizzazioni o scappatoie legislative: questa legge è a prova di futuro, il che significa che l’elenco dei reati sarà aggiornato. Se inquini pagherai per i tuoi crimini; non solo le aziende criminali che pagano multe, ma anche il carcere per i rappresentanti delle aziende inquinanti».
In una nota dell’Europarlamento si legge che «La nuova direttiva mira a stabilire norme minime per la definizione dei reati e delle sanzioni al fine di tutelare meglio l’ambiente e sostituisce la precedente direttiva del 2008, divenuta obsoleta a fronte degli sviluppi del diritto ambientale dell’Ue. La direttiva definisce con maggiore precisione la criminalità ambientale e aggiunge nuovi tipi di reati ambientali. Armonizza inoltre il livello delle sanzioni per le persone fisiche e, per la prima volta, per le persone giuridiche in tutti gli Stati membri dell’Uez.
Consiglio e Parlamento europei si sov no accordati per aumentare da 9 a 18 il numero di reati attualmente previsti dal diritto penale dell’Ue, ampliando e precisando il tipo di azioni vietate perché dannose per l’ambiente. I nuovi reati comprendono il traffico di legname, che è un’importante causa di deforestazione in alcune parti del mondo, il riciclaggio illegale di componenti inquinanti di navi e le violazioni gravi della legislazione in materia di sostanze chimiche.
Inoltre, il Consiglio e l’Europarlamento hanno concordato una clausola sui “reati qualificati” che «Provocano distruzione, danni irreversibili, diffusi e rilevanti o danni duraturi, diffusi e rilevanti a un ecosistema di dimensioni o di valore ambientale considerevole, o a un habitat naturale all’interno di un sito protetto, o alla qualità dell’aria, del suolo o delle acque».
Per le persone fisiche che commettono uno dei reati contemplati dalla direttiva, il testo approvato stabilisce le seguenti sanzioni: per i reati dolosi che provocano il decesso di persone, una pena massima di almeno 10 anni di reclusione; per i reati qualificati che causano risultati catastrofici, una pena massima di almeno 8 anni di reclusione; per i reati commessi quanto meno per grave negligenza che provocano il decesso di persone, una pena massima di almeno 5 anni di reclusione; per altri reati dolosi inclusi nella normativa, una pena massima di almeno 5 anni o almeno 3 anni di reclusione,
Nel caso delle persone giuridiche, la direttiva prevede le seguenti sanzioni: per i reati più gravi, una sanzione pecuniaria pari ad almeno il 5% del fatturato mondiale totale della persona giuridica o, in alternativa, a 40 milioni di euro; per tutti gli altri reati, una sanzione pecuniaria massima pari ad almeno il 3% del fatturato globale totale della persona giuridica o, in alternativa, a 24 milioni di euro.
Possono anche essere adottate misure supplementari, tra le quali l’imposizione dell’obbligo per l’autore del reato di ripristinare l’ambiente o di compensare i costi connessi ai danni, l’esclusione dello stesso dall’accesso ai finanziamenti pubblici o il ritiro di permessi o autorizzazioni.
Inoltre, gli Stati membri dovranno prevedere una formazione per chi si occupa di accertare, indagare, e perseguire i reati ambientali, quali giudici, pubblici ministeri e autorità di polizia e dovranno anche assicurarsi che queste autorità dispongano di risorse adeguate, ad esempio in termini di numero di personale qualificato e di risorse finanziarie per svolgere le loro funzioni ai sensi della direttiva che contiene anche disposizioni in materia di sostegno e assistenza alle persone che segnalano reati ambientali, ai difensori dell’ambiente e alle persone colpite da reati ambientali.
La Commissione europea ha accolto con favore l’accordo provvisorio raggiunto e ricorda che «Si è registrato un gap crescente tra la risposta della giustizia penale alla criminalità ambientale e la situazione criminologica sul campo. Nonostante la direttiva vigente, il numero di indagini e condanne transfrontaliere nell’Ue per reati ambientali non è aumentato in misura sostanziale. Per contro, la criminalità ambientale cresce a tassi annui compresi tra il 5 % e il 7 % a livello mondiale, creando danni duraturi per gli habitat, le specie, la salute delle persone e le entrate dei governi e delle imprese. Secondo le stime dell’Unep e dell’Interpol, pubblicate nel giugno 2016, la perdita annuale causata dalla criminalità ambientale è compresa tra 91 e 258 miliardi di dollari».
Secondo il commissario europeo per la giustizia Didier Reynders, «Questo accordo politico tra il Parlamento europeo e il Consiglio rappresenta un importante passo avanti nella lotta alla criminalità ambientale, una preoccupazione crescente. Ciò dimostra che l’Ue interviene con decisione contro i danni ambientali: le nuove norme stabiliscono norme a livello dell’Ue per garantire la protezione dell’ambiente, prevedendo nel contempo sanzioni efficaci e dissuasive per i trasgressori».
Virginijus Sinkevičius, commissario per l’ambiente, gli oceani e la pesca, ha concluso: «La criminalità ambientale provoca danni devastanti al nostro ambiente, danneggia la nostra salute e la nostra economia. Per troppo tempo i criminali hanno tratto vantaggio dalla debolezza delle sanzioni e dalla mancata applicazione delle norme. Con questa legge rafforzata l’UE intensifica la sua azione. Garantirà meglio che le violazioni più gravi delle norme ambientali siano considerate reati, che le autorità di contrasto siano più efficaci sul campo e che i difensori dell’ambiente siano maggiormente protetti e riconosciuti».