Nel solo 2022 si stima una spesa di 870 mln di euro per difendere militarmente petrolio e gas

Difesa delle fonti fossili, il Governo Meloni rafforza la collaborazione con Eni

Crosetto: «Consolida la sinergia che c’è da sempre, e continuerà ad esserci, tra il ministero della Difesa e l’Eni»

[5 Dicembre 2023]

È stato firmato un nuovo protocollo d’intesa tra il ministero della Difesa ed Eni, siglato ieri a Roma dal ministro Guido Crosetto e l’ad del Cane a sei zampe, Claudio Descalzi.

«Ho voluto fortemente questo accordo – rivendica Crosetto – La firma segna un passaggio significativo e consolida la sinergia che c’è da sempre, e continuerà ad esserci, tra il Ministero della Difesa e l’Eni».

Una nota del dicastero informa che il nuovo accordo serve a consolidare la collaborazione strategica su security e valutazione dei rischi attraverso la condivisione di esperienze e informazioni, che possano integrare le reciproche competenze acquisite nelle diverse aree geopolitiche di comune interesse.

In quest’ambito sono inclusi gli scenari relativi alla protezione delle infrastrutture e i siti di importanza strategica per gli interessi nazionali, le attività congiunte di assistenza alle comunità locali, la promozione della cultura dell’innovazione, con particolare attenzione alle nuove tecnologie e anche agli aspetti organizzativi, formativi e addestrativi.

«Come Eni lavoriamo per la sicurezza energetica italiana, abbiamo importanti obiettivi comuni e per questo dobbiamo fare squadra. L’accordo odierno rafforza la cooperazione già in essere», commenta Descalzi.

Il protocollo d’intesa si muove effettivamente nel solco di rapporti consolidati nel tempo, come mostra un recente rapporto di Greenpeace, nel quale si documenta quanto lo Stato italiano spenda in missioni militari per difendere gli approvvigionamenti di combustibili fossili.

Nel corso del 2022 si stima infatti che la militarizzazione della “sicurezza energetica” italiana sia costata 870 mln di euro (+65% rispetto al 2019), una cifra pari al 71% dell’intero budget per le missioni militari del 2022.

Non si tratta di una contingenza, ma di un trend di lungo periodo. Un successivo rapporto commissionato sempre da Greenpeace a ricercatori delle Università di Newcastle, Milano Bicocca e Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa mostra che «nonostante le difficoltà delle finanze pubbliche italiane, la spesa militare è cresciuta con un ritmo senza precedenti anche nel nostro Paese, togliendo risorse alla spesa sociale e ambientale. Nel periodo 2013-2023, la spesa militare in Italia è aumentata del 30%. Quella per la sanità è aumentata solo dell’11%, la spesa per l’istruzione del 3% e la spesa per la protezione ambientale del 6%».