Oppio: il Myanmar ha superato l’Afghanistan ed e il più grande produttore del mondo

Nel 2023 l’economia dell’oppio è cresciuta in tutto il Triangolo d’Oro

[13 Dicembre 2023]

Secondo il rapporto “Southeast Asia Opium Survey 2023: Cultivation , Production and Implications” pubblicato dell’United Nations Office on Drugs and Crime (UNODC), «La coltivazione di oppio nel Triangolo d’Oro ha continuato ad espandersi nell’ultimo anno, con un aumento significativo in Myanmar»

Il rapporto sull’oppio nel Sud-Est asiatico analizza i dati raccolti in Myanmar durante la seconda stagione di crescita dopo il nuovo golpe militare ed evidenzia «Un aumento del 18% da 40.100 a 47.100 ettari. Con 1.080 tonnellate odierne, la resa potenziale è al suo massimo dal 2001. In seguito al recente declino della coltivazione di oppio in Afghanistan, il Myanmar è ora la più grande fonte di oppio al mondo».
Il rappresentante regionale dell’UNODC, Jeremy Douglas, ha evidenziato che «La situazione economica, Le interruzioni della sicurezza e della governance che hanno seguito la presa del potere militare del febbraio 2021 continuano a spingere gli agricoltori nelle aree remote verso l’oppio per guadagnarsi da vivere. Si prevede che l’intensificazione del conflitto nello Shan e in altre aree di confine accelererà questa tendenza».

Il rapporto esamina anche i primi dati sulla coltivazione di oppio raccolti nella Repubblica Democratica del Laos dal 2015 e sottolinea che «Sebbene i dati mostrino che i livelli di coltivazione sono rimasti relativamente stabili a 5.000 ettari, stime più regolari saranno fondamentali per comprendere l’impatto delle recenti sfide economiche affrontate dal Paese».
In Myanmar, gli incrementi più significativi si sono registrati nello Stato Shan, dove la coltivazione di oppio è aumentata del 20%, seguito dagli Stati  Chin e Kachin, dove sono aumentate rispettivamente del 10% e del 6%. Una valutazione mirata ha anche scoperto una consistente coltivazione di oppio a Sagaing, lungo il confine del Myanmar con l’India. Si tratta quasi sempre di aree controllate dalle milizie etniche indipendentiste o autonomiste che si oppongono alla giunta militare, ma anche l’esercito starebbe partecipando alla coltivazione e vendita di oppio.

Secondo il rapporto «La resa media stimata di oppio è aumentata del 16% a 22,9 kg/ha – un ulteriore aumento rispetto al precedente record stabilito nel 2022 – riflettendo pratiche agricole più sofisticate e investimenti in sistemi di irrigazione e fertilizzanti da parte di agricoltori e acquirenti. Il prezzo medio pagato agli agricoltori è aumentato del 27% a circa 355 dollari al kg – anche con un’offerta in espansione – dimostrando l’attrattiva dell’oppio come raccolto e merce, e una forte domanda alla base del commercio di oppio nel Triangolo d’Oro. In totale gli agricoltori hanno guadagnato circa il 75% in più rispetto all’anno precedente». L’UNODC evidenzia che «Sebbene sia troppo presto per trarre conclusioni sull’impatto che il divieto dell’oppio in Afghanistan ha avuto sulla situazione nel sud-est asiatico, si prevede che un divieto prolungato si tradurrà in prezzi costantemente elevati e in ulteriori aumenti della coltivazione».

E mentre i talebani sembrano aver mantenuto la loro promessa di combattere la coltivazione di oppio,  il rapporto denuncia che «L’espansione della coltivazione dell’oppio alimenta una crescente economia illecita nel Mekong, che unisce livelli elevati e costanti di produzione di droghe sintetiche e una convergenza di traffico di droga, riciclaggio di denaro e attività criminali online, inclusi casinò e operazioni di truffa. Questa convergenza genera profitti significativi per i gruppi criminali organizzati nella regione».
Douglas ha aggiunto: «Le sfide legate alla criminalità e alla governance nella regione sono aggravate dalla crisi in Myanmar. Il Sud-Est asiatico deve unirsi per trovare soluzioni sia alle minacce tradizionali che a quelle emergenti. Le soluzioni all’interno del Paese devono tenere conto delle complesse realtà e delle vulnerabilità affrontate dalle persone che vivono nelle aree di coltivazione dell’oppio».

Per questo l’UNODC lavora direttamente con gli agricoltori e le comunità per migliorare le condizioni socioeconomiche per la produzione di reddito a lungo termine, contribuendo a costruire la resilienza ai conflitti e alle perturbazioni economiche.

Il vice rappresentante regionale dell’UNODC, Benedikt Hofmann, conclude: «Nella situazione attuale, le comunità agricole sono intrappolate tra insicurezza e difficoltà economiche. Ancora più persone considereranno l’oppio come una coltura praticabile se non ci sono alternative, soprattutto in assenza dello stato di diritto. Di conseguenza, il nostro lavoro con queste comunità in Myanmar e Laos è più importante che mai».