Clima, la decarbonizzazione italiana rischia di arrivare tra 200 anni anziché al 2050

I progressi sono sostanzialmente fermi dal 2014, e il nuovo Pniec proposto dal Governo Meloni è stato bocciato dalla Commissione Ue

[19 Dicembre 2023]

La lotta alla crisi climatica è la grande sfida dell’umanità per il XXI secolo, ma l’Italia rischia concretamente di chiudere la sua battaglia con duecento anni di ritardo.

A dettare la rotta della decarbonizzazione dovrebbe essere il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), aggiornato dal Governo Meloni in una nuova versione appena bocciata dalla Commissione Ue.

Il principale punto debole del documento sta proprio sul fronte delle emissioni di CO2, che non diminuirebbero in modo adeguato per contribuire all’obiettivo europeo: si stima infatti che l’Italia al 2030 taglierebbe i gas serra del 40,3% rispetto al 1990, contro un target comunitario pari a -55%.

Si tratta dunque di un impegno non allineato con quanto indicato dalla comunità scientifica internazionale, che – per evitare cambiamenti climatici drammatici quanto irreversibili entro la scala temporale umana – sottolinea la necessità di accelerare gli sforzi in questo decennio per poi arrivare alle emissioni nette zero entro il 2050 (per i Paesi sviluppati come l’Italia la deadline in realtà si sposta il «più vicino possibile» al 2040).

Un problema che il Governo Meloni si sta rifiutando di affrontare, ma che non nasce comunque oggi. Come ricorda il coordinatore dell’iniziativa Italy for climate, Andrea Barbabella, è a partire dal 2014 che il processo di decarbonizzazione nel nostro Paese si è sostanzialmente arrestato.

A fine 2022 l’Italia aveva tagliato i gas serra del 25% rispetto al 1990 (mentre l’Ue era già a quota -32%), ma non certo grazie ai progressi fatti negli ultimi anni.

Tramontata la prima età dell’oro per le installazioni delle fonti rinnovabili nel nostro Paese – con circa 11 GW aggiunti nel solo 2011, contro i 4,4 GW entrati in esercizio nei primi dieci mesi di quest’anno –, e incassato lo shock all’economia incassato a partire dalla Grande recessione del 2007, la corsa della decarbonizzazione si è arrestata.

«Negli ultimi otto anni – argomenta Barbabella – abbiamo tagliato le emissioni di appena lo 0,5% all’anno: a questo ritmo potremmo raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica, previsto al 2050, tra non meno di 200 anni».

L’unica nota positiva sta nell’osservare che l’Italia avrebbe tutte le carte in regola per riprendere a tagliare in modo costante e robusto le proprie emissioni di gas serra, dato che l’ha già fatto con successo in passato. Grazie ai progressi tecnologici maturati nel mentre, il percorso sarebbe anzi ancora più facile, se solo potesse svilupparsi entro un quadro politico e normativo adeguato a sostenerlo.