Zanzare e patate. Quando le condizioni climatiche ostacolano lo sviluppo

L’interazione tra la diffusione della patata, malaria e crescita di popolazione e urbanizzazione

[11 Gennaio 2024]

Lo studio “Mosquitoes and Potatoes: How Local Climatic Conditions Impede Development” pubblicato su Environmental and Resource Economics   da Maurizio Malpede dell’università di Verona,  Giacomo Falchetta dell’International Institute for Applied Systems Analysis (IIASA) e Soheil Shayegh del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), parte dalla convinzione che «Storicamente, le innovazioni tecnologiche contribuiscono alla crescita socio-economica e allo sviluppo, ma il cambiamento climatico può controbilanciare alcuni di questi benefici attraverso i suoi impatti, tra cui la diffusione delle malattie legate al clima» ed evidenzia l’interazione tra cambiamento tecnologico, sanità pubblica e sviluppo economico.

In particolare, lo studio esamina come la presenza della malaria abbia ridotto, e in alcuni casi annullato, gli effetti socio-economici positivi – tra cui l’aumento della popolazione e dell’urbanizzazione – indotti dalla diffusione della patata dalle Americhe al Vecchio Mondo tra il 1700 e il 1900.

Al CMCC dicono che «Questi risultati evidenziano la necessità di porre attenzione ad alcune particolari conseguenze legate ai cambiamenti climatici, dalla diffusione di malattie infettive all’influenza sui rendimenti delle colture nelle aree particolarmente fragili del mondo».

Lo studio dimostra che, «Sebbene i progressi globali nella produttività economica e nella produzione agricola abbiano avuto, in generale, un impatto positivo sulla crescita della popolazione e sull’urbanizzazione in tutto il mondo, il loro effetto a livello locale dipende fortemente dalla diffusione di malattie infettive di regione in regione. Più in generale, emerge che malattie come la malaria rappresentano una piaga non solo per la salute pubblica, ma anche, in termini più ampi, per lo sviluppo socioeconomico».

I ricercatori fanno notare che «L’impatto dell’introduzione della coltivazione delle patate nel settore agricolo del Vecchio Mondo sulla popolazione e sull’urbanizzazione è stato eterogeneo:le aree con malaria endemica nulla o molto bassa hanno sperimentato una crescita positiva (circa il 9% in più rispetto alle aree non adatte alla coltivazione delle patate), mentre le aree ad alta endemicità non hanno beneficiato di questo trend».

Gli autori dello studio ipotizzano che «questo  sia dovuto al fatto che gli agricoltori che lavoravano all’aperto in aree altamente endemiche e i membri delle loro famiglie fossero esposti al rischio di infezione da malaria, il che li avrebbe portati ad astenersi dal lavoro, comportando una minor produzione agricola e di conseguenza uno sviluppo economico inferiorez.

Per ottenere questi risultati, Malpede, Falchetta e Shayegh hanno abbinato dati ad alta risoluzione sulla distribuzione geografica delle aree adatte alla coltivazione delle patate con quelli relativi alla trasmissione della malaria.  Poi li hanno sovrapposti con i registri storici di popolazione e urbanizzazione per ottenere prove dirette che collegano le condizioni ambientali che facilitano la coltivazione delle patate e la trasmissione della malaria alle variazioni nella popolazione e nell’urbanizzazione.

Non è il primo studio a dimostrare l’effetto positivo di nuove colture e scoperte agricole – inclusa l’adozione della patata nel Vecchio Mondo – sullo sviluppo economico. Tuttavia, il nuovo studio fa un passo oltre, dimostrando che «Il quadro è più complesso quando si considerano le condizioni ambientali locali che aggravano la diffusione di malattie ”, Shayegh sottolinea che «Affrontando rapidi cambiamenti nelle tecnologie e nelle pratiche di produzione, i decisori politici locali e i leader comunitari, in particolare, possono basarsi sui risultati della nostra analisi per adottare un approccio più olistico allo sviluppo, considerando l’interazione tra condizioni ambientali, sanità pubblica e crescita economica».

Per Falchetta, «Comprendere il nesso tra economia, ambiente e salute pubblica globale imparando dalla storia è un obiettivo sempre più cruciale nell’attuale contesto globale di cambiamento climatico, interconnessione globale e malattie infettive emergenti».

Malpede conclude: «Come possiamo trarre beneficio dall’innovazione tecnologica? In questo articolo mettiamo in luce i modi in cui l’innovazione tecnologica può portare cambiamenti positivi nelle nostre vite. Tuttavia, riconosciamo anche l’importanza di considerare le potenziali barriere a tali benefici, come le condizioni di salute avverse. Così facendo, speriamo di contribuire a un dialogo più informato e costruttivo sul ruolo della tecnologia nel migliorare il nostro benessere».