Sesso per l’acqua: estorsione sessuale contro le donne africane. Il caso del Kenya
La sextortion per l’acqua è corruzione e un crimine quotidiano e impunito
[12 Gennaio 2024]
Avaaz ha lanciato la petizione “Stop forcing women and girls into sex for water!” che denuncia ogni giorno che decine di migliaia di donne in tutto il mondo sono costrette a fare sesso in cambio di un bene che il cambiamento climatico sta rendendo sempre più raro e prezioso: l’acqua. E la situazione peggiore sembra essere quella del Kenya, dove i venditori d’acqua corrotti ne approfittano nel peggiore dei modi, costringendo donne e ragazze a fare sesso solo per pochi litri d’acqua.
La petizione sottolinea che «I bambini subiscono abusi, la vita delle donne viene distrutta. Non hanno scelta. Ma ecco la cosa veramente folle: poiché non esiste alcuna legge contro questo ignobile sfruttamento, è completamente legale! Potremmo cambiarlo. I gruppi kenioti per i diritti delle donne affermano che il governo sta prendendo in considerazione una legge per rendere illegali questi abusi, e questa massiccia dimostrazione di pressione globale potrebbe fare la differenza».
Il velo che copriva questo dramma era stato sollevato da Pilar Avello, direttrice del progranma Water and sanitation dello Stockholm International Water Institute (SIWI) che, in occasione dell’Anti-Coruption Day che si celebra il 9 dicembra aveva ricordato che «La corruzione rappresenta una delle maggiori minacce al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile» e di «Questo metta a repentaglio i diritti umani all’acqua e ai servizi igienico-sanitari, con una stima di 75 miliardi di dollari persi ogni anno a causa della corruzione».
La Avello aveva fatto notare che «Tuttavia, in questo dibattito manca un gruppo: le donne che devono dare rapporti sessuali in cambio di un permesso, di un posto di lavoro, di voti, di assistenza sanitaria o dell’acqua necessaria da bere ogni giorno . Sono loro le dimenticate nel discorso anti-corruzione».
La sextortion è una forma di corruzione nella quale «Il sesso, invece che il denaro, è la valuta della tangente». Il termine “sextortion” è stato utilizzata per la prima volta nel 2009 dall’International Association of Women Judges (IAWJ) per aumentare la consapevolezza su questo fenomeno e «Affrontare una forma di corruzione pervasiva, ma spesso nascosta, che degrada le sue vittime e mina la società e le . istituzioni di tutto il mondo».
La Avello spiega che «La sextortion come termine giudiziario cerca di proteggere le vittime. Altrimenti, se guardassimo il fenomeno solo attraverso le lenti della violenza di genere, potrebbe essere liquidato in quanto consensuale e non violento. Stessa cosa se vista solo attraverso la lente della corruzione, poiché non viene scambiata alcuna transazione finanziaria, ma solo sesso».
La IAWJ fa notare che «La sextortion non è menzionata nella Convention against Corruption e non è monitorata nelle indagini nazionali o internazionali» e che «Il primo passo per iniziare ad affrontare il problema è dargli un nome, che non solo aiuterà la discussione ma faciliterà l’azione, rendendo possibile l’analisi e la raccolta di dati».
Al SIWI Aggiungono che «Le disposizioni legali per contrastare la sextortion devono ancora essere identificate: i diversi quadri istituzionali e giuridici variano da Paese a Paese. Questo rende difficile per le vittime di sextortion sporgere denuncia; non vi è alcuna garanzia che saranno protette e rischiano di dover affrontare non solo una catena di ostacoli legali ma anche l’intera gamma dello stigma sociale. Pertanto, è necessario aggiungere all’equazione meccanismi di segnalazione sicuri, fornendo strumenti di segnalazione e altri sistemi di protezione per coloro che segnalano».
La Avello sottolinea che «Per noi di SIWI questa è una questione prioritaria. Durante la World Water Week 2018, in occasione dell’evento “Sex for Water: a women right’s violation”, il SIWI, insieme all’African Civil Society Network on Water and Sanitation, ha proiettato un video in cui le donne in Kenya denunciavano la richiesta di pagare per l’acqua con il sesso . Il film mostra anche un venditore d’acqua che riconosce spudoratamente la totale impunità per i colpevoli.
Questa situazione deve finire. Il settore idrico ha la responsabilità di affrontare tutte le forme di corruzione. A livello dei servizi di pubblica utilità, è possibile attuare molte misure anticorruzione per contrastare la sextortion, dall’inclusione di questa forma di corruzione nei codici di condotta alla formazione del personale dei servizi di pubblica utilità o all’istituzione di meccanismi di segnalazione. Anche i consumatori, gli utenti e le organizzazioni della società civile devono parlare a sostegno di queste donne e ragazze.
Secondo un rapporto del 2012 della Thomson Reuters Foundation, «la mancanza di consapevolezza sulla sextortion mette a tacere le vittime e impedisce loro di cercare un risarcimento legale, e promuove una cultura di impunità per i perpetratori, molti dei quali credono di non fare nulla di male». Dare potere alle donne e rompere il silenzio sono i primi passi per contrastare la sextortion.