Conferma Wmo: il 2023 anno più caldo mai registrato. E il 2024 sarà ancora più caldo
Il mondo si avvicina sempre più ai limiti dell’Accordo di Parigi. Enormi impatti socioeconomici
[15 Gennaio 2024]
La World meteorological organization (WMO) ha confermato ufficialmente che nel 2023 «La temperatura media annuale globale si è avvicinata a 1,5° Celsius al di sopra dei livelli preindustriali: una cifra simbolica perché l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici mira a limitare l’ aumento della temperatura a lungo termine (mediato su decenni anziché su un singolo anno come il 2023) a non più di 1,5° Celsius sopra i livelli preindustriali».
La nuova segretaria generale della Wmo, Celeste Saulo – entrata in carica il primo gennaio – ha ricordato che «Il cambiamento climatico è la sfida più grande che l’umanità deve affrontare. Colpisce tutti noi, soprattutto i più vulnerabili. Non possiamo permetterci di aspettare ancora. Stiamo già agendo, ma dobbiamo fare di più e dobbiamo farlo rapidamente. Dobbiamo ridurre drasticamente le emissioni di gas serra e accelerare la transizione verso fonti energetiche rinnovabili. Il passaggio dal raffreddamento di La Niña al riscaldamento di El Niño entro la metà del 2023 si riflette chiaramente nell’aumento della temperatura rispetto allo scorso anno. Dato che El Niño di solito ha il maggiore impatto sulle temperature globali dopo il suo picco, il 2024 potrebbe essere ancora più caldo. Mentre gli eventi di El Niño si verificano naturalmente e vanno e vengono da un anno all’altro, i cambiamenti climatici a lungo termine si stanno intensificando, e questo è inequivocabilmente a causa delle attività umane. La crisi climatica sta peggiorando la crisi della disuguaglianza. Colpisce tutti gli aspetti dello sviluppo sostenibile e mina gli sforzi per affrontare la povertà, la fame, le malattie, gli sfollamenti e il degrado ambientale».
Commentando i dati Wmo, il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha detto che «Le azioni dell’umanità stanno bruciando la terra. Il 2023 è stata una mera anteprima del futuro catastrofico che ci attende se non agiamo ora. Dobbiamo rispondere agli aumenti record della temperatura con azioni pionieristiche. Possiamo ancora evitare la peggiore catastrofe climatica. Ma solo se agiamo ora con l’ambizione necessaria per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius e garantire la giustizia climatica».
I dati consolidati della Wmo si basano dati climatologici provenienti da siti di osservazione, navi e boe nelle reti marine globali, sviluppati e gestiti dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), dal Goddard Institute for Space Studies della NASA (NASA GISS) d e dal Berkeley Earth Group statunitensi e dal Met Office Hadley Centre e dalla Climatic Research Unit dell’universitàdell’East Anglia britannici. La Wmo utilizza anche dataset di rianalisi dell’European Centre for Medium-Range Weather Forecasts e del suo Copernicus Climate Change Service e della Japan Meteorological Agency. La rianalisi combina milioni di osservazioni meteorologiche e marine, anche satellitari, utilizzando un modello meteorologico per produrre una rianalisi completa dell’atmosfera. La combinazione delle osservazioni con i valori modellati rende possibile stimare le temperature in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo in tutto il mondo, anche in aree con scarsi dati come le regioni polari.
I 6 importanti dataset internazionali utilizzati per il monitoraggio delle temperature globali e consolidati dalla Wmo dimostrano che «nel 2023 la temperatura globale media annuale è stata di 1,45 ± 0,12° C superiore ai livelli preindustriali (1850-1900). Le temperature globali in ogni mese tra giugno e dicembre hanno stabilito nuovi record mensili. Luglio e agosto sono stati i due mesi più caldi mai registrati».
A partire dagli anni ’80, ogni decennio è stato più caldo del precedente. Gli ultimi 9 anni sono stati i più caldi mai registrati. Il 2023 ha battuto il 2016 ( con un forte El Niño) e il 2020 che finora erano al di classificati come i più caldi mai registrati, con 1,29 ±0,12°C e 1,27 ±0,12°C sopra dell’era preindustriale. Sulla base dei 6 dataset, la media decennale 2014-2023 è stata di 1,20 ± 0,12°C superiore alla media del periodo 1850-1900, tenendo conto di un margine di incertezza.
Il monitoraggio a lungo termine delle temperature globali è solo un indicatore del clima e di come sta cambiando. Altri indicatori chiave icomprendono le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera, il calore e l’acidificazione degli oceani, il livello del mare, l’estensione del ghiaccio marino e il bilancio di massa dei ghiacciai. Il rapporto provvisorio “State of the Global Climate in 2023”, pubblicato il 30 novembre dalla Wmo, ha dimostrato che in tutti questi indicatori stati battuti dei record.
Le temperature della superficie del mare sono state eccezionalmente elevate per gran parte del 2023, accompagnate da gravi e dannose ondate di caldo marino. L’estensione del ghiaccio marino antartico è stata la più bassa mai registrata, sia per il minimo di fine estate a febbraio che per il massimo di fine inverno a settembre.
La Wmo ricorda che «Questi cambiamenti a lungo termine nel nostro clima si manifestano giorno per giorno attraverso il nostro tempo meteorologico. Nel 2023, il caldo estremo ha avuto un impatto negativo sulla salute e ha contribuito ad alimentare incendi devastanti. Le intense piogge, le inondazioni e il rapido intensificarsi dei cicloni tropicali hanno lasciato una scia di distruzione, morte ed enormi perdite economiche».
L’Intergovernmental Panel on Climate Change afferma che i rischi legati al clima per i sistemi naturali e umani sono più elevati con un riscaldamento globale di 1,5° C rispetto a quello attuale, ma inferiori rispetto a 2° C. Da uno studio condotto nel 2023 da WMO e Met Office del Regno Unito è emerso che «Esiste una probabilità del 66% che la temperatura globale media annuale in prossimità della superficie tra il 2023 e il 2027 sarà di oltre 1,5° C superiore ai livelli preindustriali per almeno un anno».
La Wmo sottolinea che «Questo non significa che supereremo permanentemente il livello di 1,5° C specificato nell’Accordo di Parigi, che si riferisce al riscaldamento a lungo termine per molti anni», ma avverte che «La possibilità di superare temporaneamente la temperatura di 1,5°C è in costante aumento dal 2015, quando era prossima allo zero. Per gli anni tra il 2017 e il 2021 la probabilità di superamento era del 10%».
La Wmo pubblicherà a marzo la versione finale dello “State of the Global Climate 2023” che includerà i dettagli sugli impatti socioeconomici sulla sicurezza alimentare, sulle migrazioni climatiche i e sulla salute.