La performance però al di sotto della media europea (68%)

Asfalto, il tasso di riciclo in Italia arriva al 60%: risparmiate 10 mln ton di materie prime

I dati Siteb mostrano che le nuove pavimentazioni stradali realizzate contengono almeno il 30% di fresato, il prossimo obiettivo è arrivare almeno al 50%

[18 Gennaio 2024]

Grazie all’economia circolare, nell’ultimo anno in Italia è stato evitato l’utilizzo di 10 milioni di tonnellate di inerti e oltre 420mila tonnellate di bitume, puntando sul riciclo delle strade.

Secondo i dati messi in fila dall’Associazione strade italiane e bitumi (Siteb) l’impiego del fresato d’asfalto (materiale ottenuto dalla rimozione delle pavimentazioni stradali) è riuscito infatti a consolidare un tasso di riciclo pari al 60%, assottigliando il gap rispetto alla media Ue, che mostra un recupero del 68% del fresato (la Francia arriva però già al 77%, la Germania all’85%).

In Italia, del restante 40% di fresato solo una minima parte vie recuperata nella produzione di aggregati riciclati o nel conglomerato bituminoso (asfalto) a freddo, la maggior parte resta a deposito in attesa di utilizzo.

La stragrande maggioranza delle strade è oggi realizzata in asfalto e «non esiste materiale migliore del fresato d’asfalto per i lavori di manutenzione delle pavimentazioni stradali, sia perché i costituenti sono gli stessi del conglomerato originale, sia in quanto è al 100% riciclabile», spiegano dalla Siteb.

Ad oggi le pavimentazioni stradali realizzate in Italia contengono almeno il 30% di fresato, a fronte del 20% nel 2014 e del 25% nel 2018; il dato sul riciclo complessivo sale ulteriormente se si tiene conto anche del fresato impiegato in altre applicazioni quali sottofondi, riempimenti e conglomerati a freddo.

In questo contesto, Siteb ha calcolato che l’impiego del 30% del fresato nel totale di 35 milioni di tonnellate di conglomerato bituminoso prodotto nel 2023, ha evitato l’utilizzo di 10 milioni di tonnellate di inerti e 420.000 tonnellate di bitume vergine, per un valore economico complessivo di 440 milioni di euro in un solo anno.

«Ipotizzando per i prossimi anni un incremento dell’impiego del fresato dal 30% al 50% del conglomerato bituminoso prodotto in Italia, il risparmio di materiali – argomentano dall’associazione – potrebbe raggiungere quota 17,5 milioni di tonnellate per gli inerti e 700mila tonnellate per il bitume, per un controvalore economico di 735 milioni di euro per il solo conglomerato. Un potenziale enorme per il nostro Paese, storicamente privo di materie prime».