Bracconaggio, in Campania ferita una rara cicogna nera: si indaga sul responsabile

Wwf: «Mentre in Parlamento si vogliono ridurre le pene per i cacciatori di frodo si consuma l'ennesimo grave atto in chiusura della stagione di caccia»

[1 Febbraio 2024]

Appena prima della chiusura della stagione venatoria, un raro esemplare di cicogna nero è stato ritrovato ferito da un’arma da fuoco, in provincia di Caserta.

La Ciconia nigra è una migratrice di lungo raggio, che negli ultimi 15 anni è tornata a nidificare in Italia. Le prime coppie sono state censite in Piemonte, ma negli anni ne sono state accertate almeno 20 con nidificazione anche nell’Italia centrale e meridionale, tra Lazio, Basilicata, Calabria e Puglia.

Si tratta però di una specie ancora a rischio e, com’è evidente, il bracconaggio rappresenta uno dei principali fattori di pressione sulla specie. L’esemplare in questione è un giovane al suo primo inverno, munito di un localizzatore GPS sul dorso e di due anelli di riconoscimento alla zampa recanti l’indicazione del Paese di inanellamento, la Polonia.

Due abitanti del luogo sono stati i primi ad avvistare l’animale in difficoltà e ad allertare le guardie giurate venatorie e zoofile del Wwf, nucleo provinciale di Caserta, che sono giunte sul posto, hanno recuperato l’animale in difficoltà e lo hanno trasferito al Cras di Napoli per le dovute cure.

Gli approfondimenti diagnostici hanno confermato che l’animale, impossibile da confondere con specie cacciabili, è stato vittima di un atto di bracconaggio. La cicogna ora è in cura dai medici veterinari del centro.

«È sconfortante pensare che questo splendido animale dopo avere percorso migliaia di chilometri ed avere scelto il nostro territorio per trascorrere l’inverno, sia stato accolto dal piombo delle doppiette – dichiarano nel merito dal Wwf – Purtroppo è solo l’ennesimo atto di criminalità contro una specie rara e protetta e si aggiunge alle centinaia di animali che in Italia rimangono vittime dei fucili dei cacciatori di frodo durante la stagione venatoria».

Eppure in questo quadro i parlamentari di maggioranza, che sostengono il Governo Meloni, sembrano vivere in un’altra dimensione: «Mentre in Parlamento si vogliono ridurre le pene per i cacciatori di frodo si consuma l’ennesimo grave atto in chiusura della stagione di caccia», commentano dal Panda nazionale.

Nel frattempo l’ufficio Tutela giuridica della natura del Wwf Italia sta lavorando in stretta sinergia con le Autorità investigative per favorire l’individuazione del responsabile e annuncia che si costituirà parte civile nel processo.

La speranza è che le cure possano consentire a questo splendido animale di tornare a solcare i cieli accolto dallo stupore di chi avrà la fortuna di incontrarlo e non dalle fucilate.