Allevamenti intensivi, 15 deputati presentano una proposta di legge

Parlamentari di 5 gruppi aderiscono alla proposta di Greenpeace, Isde, Lipu, Terra! e Wwf

[6 Marzo 2024]

15 deputati di 5 gruppi diversi – prime firmatarie Michela Brambilla (Noi Moderati) e Eleonora Evi (Alleanza Verdi Sinistra) e cofirmatari Bergamini e Dalla Chiesa (Forza Italia), Borrelli, Bonelli, Dori, Ghirra, Grimaldi, Fratoianni e Zanella (Alleanza Verdi Sinistra)  Cherchi, Costa, Di Lauro (Movimento 5 Stelle) e Orlando (Partito Democratico), ZANELLA (AVS) – hanno depositato la proposta di legge “Oltre gli allevamenti intensivi. Per una transizione agro-ecologica della zootecnia” presentata il 22 febbraio in sala stampa a Montecitorio da Greenpeace Italia, ISDE – Medici per l’ambiente, Lipu, Terra! e Wwf Italia.

La proposta di legge Brambilla – Evi . entrambe dell’intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la tutela dell’ambiente, è ora al vaglio degli uffici competenti della Camera, in attesa di essere assegnata in Commissione e punta a «Rendere protagoniste le piccole aziende agricole zootecniche, incoraggiando la transizione ecologica di quelle grandi e medie attraverso un piano di riconversione del sistema zootecnico italiano finanziato con un fondo dedicato e prevedendo nell’immediato una moratoria all’apertura di nuovi allevamenti intensivi e all’aumento del numero di animali allevati in quelli già esistenti».

Greenpeace, ISDE, Lipu, Terra! e Wwf scrivono in una nota congiunta: «Ringraziamo tutte le parlamentari e i parlamentari che hanno deciso di sottoscrivere il testo proposto dalle associazioni, accettando una sfida non più rimandabile. Ci auguriamo che la legge venga presto incardinata e che questo importante tema entri nel nostro ordinamento».

Per le associazioni si tratta di «Una proposta necessaria per risanare un settore che produce non solo inquinamento e rischi per la salute, ma che è anche affetto da iniquità strutturali: l’80% dei fondi europei per l’agricoltura italiana finisce attualmente nelle casse di appena il 20% di grandi aziende agricole; l’enorme numero di animali allevati in modo intensivo nel nostro Paese (più di 700 milioni all’anno) richiede un grande uso di risorse, spesso sottratte al consumo diretto umano (due terzi dei cereali commercializzati nell’Unione Europea diventano mangime e circa il 70% dei terreni agricoli europei è destinato all’alimentazione animale); il sistema zootecnico è infine responsabile di oltre due terzi delle emissioni nazionali di ammoniaca e ha conseguenze dirette sulla salute umana, specie per quanto riguarda le emissioni di polveri sottili: l’Italia è, infatti, seconda solo alla Polonia in Europa per morti premature da esposizione a PM 2,5, con quasi 50 mila decessi prematuri nel 2021; il nostro Paese è inoltre in procedura d’infrazione per il mancato rispetto della Direttiva europea sui nitrati».

Gli obiettivi della proposta di legge sono riassunti in un manifesto redatto dalle associazioni promotrici: «Tutelare la salute pubblica riducendo gli impatti degli allevamenti intensivi, a partire dalle zone a più alta densità zootecnica (Pianura Padana); tutelare le risorse naturali a vantaggio della sicurezza alimentare delle generazioni presenti e future; contribuire al rispetto dei target in materia di clima, biodiversità e inquinamento; tutelare i piccoli allevamenti virtuosi garantendo un adeguato sostegno economico e promuovere la necessaria riconversione dei grandi allevamenti intensivi, tutelando in ogni caso i diritti delle lavoratrici e lavoratori; tutelare  il benessere animale».

Presentando la proposta, la Brambilla ha detto che «Da molto tempo, in relazione alla crisi climatica – spiega l’on. Brambilla – si parla di riconversione del sistema zootecnico, responsabile a livello globale, soprattutto a causa degli allevamenti intensivi, del 18% delle emissioni alteranti,  e a livello nazionale, per la stessa ragione, della produzione di 2/3 dell’ammoniaca e dei maggiori carichi di azoto e nitrati.  Credo che, dopo tante discussioni, sia arrivato il momento di agire. Perciò, in collaborazione con le associazioni promotrici Wwf, Greenpeace, ISDE, Lipu, Terra! – che ringrazio per gli studi preliminari, gli approfondimenti e il contributo determinante alla redazione del testo – abbiamo predisposto la pdl presentata oggi. Dell’iniziativa si fa pienamente carico l’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali e la Tutela dell’Ambiente, che ho l’onore di presiedere. Gli obiettivi sono chiari, da realizzare attraverso un Piano che richiederà almeno due anni per la redazione: Ci proponiamo innanzitutto di tutelare la maggior parte degli animali d’allevamento (circa 700 milioni l’anno in Italia) dalla sofferenza di una vita che vita non è, ma anche di tutelare la salute pubblica (in generale e specialmente dalle zoonosi e dall’antibiotico-resistenza), riducendo l’impatto degli allevamenti intensivi a partire dalle zone a più alta densità zootecnica, di tutelare le risorse naturali per garantire la sicurezza alimentare delle generazioni presenti e future, di contribuire al rispetto degli obiettivi su  clima e inquinamento, di difendere le attività più piccole e più virtuose, rafforzando il sostegno economico, e permettere a quelle convenzionali di affrontare, nel tempo e con mezzi adeguati, la necessaria riconversione”. Il tutto sarà accompagnato da una moratoria sulle autorizzazioni per nuovi allevamenti intensivi o per l’ampliamento di quelli esistenti. Si tratta di una proposta nell’interesse di tutti che vogliamo discutere con tutti, una discussione che non può essere più rimandata se vogliamo onorare gli impegni presi a livello internazionale e a maggior ragione quel contratto, troppo spesso dimenticato ma incomparabilmente più importante,  che ci lega alle future generazioni. E’ anche per i nostri giovani che chiediamo, oggi, di avviare un graduale, ma reale, cambiamento».