Crisi, guerre e disastri umanitari: negli ultimi 10 anni il mondo è diventato un luogo sempre più rischioso

Senza misure di mitigazione e adattamento, il futuro impatto del riscaldamento globale aggraverà il rischio di crisi umanitarie in tutto il mondo

[19 Marzo 2024]

Secondo l’INFORM report 2024 pubblicato dal Joint Research Centre (JRC) della Commissione europpea, «Nonostante i miglioramenti nella preparazione per rispondere all’impatto negativo degli eventi estremi, il rischio di disastri e crisi umanitarie a livello globale è cresciuto negli ultimi 10 anni».

INFORM, fondato nel 2014 dalla Commissione europea e dall’ e United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs (OCHA),  è un forum multi-stakeholder per lo sviluppo di analisi quantitative condivise su crisi e disastri umanitari, in particolare per le fasi di adattamento, prevenzione, preparazione e risposta e per condividere conoscenze e risposte alle crisi umanitarie, attualmente riunisce più di 30 organizzazioni partner come  Unicef, Organizzazione mondiale della sanità e International Federation of Red Cross and Red Crescent Societies.

Il nuovo rapporto dimostra che per molti Paesi il rischio del cambiamento climatico è aumentato sia negli scenari ottimistici che in quelli pessimistici, ma anche che «Lo sviluppo di infrastrutture, come strade, telecomunicazioni e strutture sanitarie, e di organismi di gestione del rischio hanno contribuito a bilanciare il rischio globale. Tuttavia, il ritmo con cui la popolazione mondiale è stata esposta ai rischi naturali, ai cambiamenti climatici, ai conflitti, agli shock – come il Covid-19 – e alle sfide socioeconomiche è aumentato tra il 2015 e il 2024».

Infatti, nel 2023, tutti i 15 Paesi classificati a rischio molto elevato hanno vissuto una crisi  e il JRC evidenzia che «I principali fattori che determinano l’aumento del rischio sono in gran parte i conflitti, la violenza e l’instabilità politica. Questo ha portato il rischio medio – e la vulnerabilità media – quasi a raddoppiare negli ultimi 10 anni. I Paesi in conflitto hanno anche una maggiore esposizione media ai rischi naturali, evidenziando forse una correlazione incrociata tra esposizione ai rischi naturali e conflitto».

Secondo l’INFORM report 2024, «La maggior parte delle crisi (>70%) è determinata da fattori umani, ma nonostante l’aumento del rischio medio in tutte le regioni – tranne l’Asia – non tutti i luoghi sono stati colpiti allo stesso modo negli ultimi dieci anni».

Il maggiore aumento del rischio è stato registrato nelle Americhe a causa dell’aumento del livello di conflitto, violenza, instabilità politica o di una loro combinazione  e del conseguente sfollamento di persone. Nel 2023, Haiti, Guatemala, Colombia e Messico sono stati i Paesi più a rischio della regione nel 2023.

Invece, i Paesi asiatici hanno registrato la maggiore diminuzione del rischio, soprattutto grazie al miglioramento della vulnerabilità socioeconomica e dello sviluppo delle infrastrutture. I paesi esposti al rischio maggiore Sono soprattutto nell’Asia meridionale e occidentale.

Ma il rischio medio maggiore si riscontra in Africa, dove ci sono 10 dei 15 Paesi più a rischio del mondo. E il rapporto evidenzia che «Una migliore capacità di reazione e maggiori livelli di vulnerabilità non sono stati sufficienti a controbilanciare le carenze emergenti e strutturali».

Attualmente, in Europa ci sono 2,1 milioni di persone esposte a inondazioni costiere, con un aumento del 3,3% rispetto al 2014. Numeri ancora molto al di sotto dei 12,8 milioni di persone esposte a questo pericolo nell’Asia orientale e sud-orientale. Ma nell’ultimo decennio la ricca e vecchia Europa è stata esposta anche agli impatti sempre più negativi di altri rischi legati al clima, come la siccità e le inondazioni fluviali.

Il JRC avverte che «Senza misure di adattamento, il cambiamento climatico aumenterà i rischi ovunque», ma sottolinea che «I Paesi a basso reddito in Africa e altrove sono stati quelli più colpiti dai rischi del cambiamento climatico. Nonostante i miglioramenti nelle misure di capacità di far fronte, il rischio medio è aumentato nel continente negli ultimi 10 anni. Il cambiamento climatico comporterà maggiori sfide per la popolazione locale nel far fronte agli impatti negativi. In assenza di finanziamenti efficaci per il cambiamento climatico e di conseguenti misure di adattamento, entro il 2050 i Paesi a basso reddito saranno i più colpiti dagli impatti del cambiamento climatico».