Combattere insieme il traffico illegale via mare di specie selvatiche
Il 72 - 90% della fauna selvatica trafficata illegalmente, viene contrabbandato attraverso i trasporti marittimi
[22 Marzo 2024]
I crimini contro la fauna selvatica continuano ad essere una minaccia significativa per la biodiversità, le economie locali e nazionali e la sicurezza nazionale e internazionale. TRAFFIC evidenzia che «Il traffico illecito di animali selvatici non solo mette in pericolo innumerevoli specie, ma mina anche la stabilità degli ecosistemi e mette a repentaglio il sostentamento delle comunità di tutto il mondo».
Ad essere particolarmente vulnerabile al traffico di merci illegali è il traffico marittimo che, con l’enorme volume di merci trasportate via mare, la richiesta di consegne sempre più più rapide e just-in-time e la crescente complessità delle catene di approvvigionamento intermodali, a molti punti deboli che vengono sfruttati dalle organizzazioni criminali – come sappiamo purtroppo bene in Italia – trafficare prodotti illegali.
Philippa Dyson, responsabile monitoraggio e valutazione di TRAFFIC, ricorda che «Si stima che il 72 – 90% della fauna selvatica trafficata illegalmente, compresi animali vivi, prodotti animali, piante e legname, venga contrabbandato attraverso il settore dei trasporti marittimi, quindi il settore ha la responsabilità di opporsi alla criminalità organizzata transnazionale. Agendo con queste risorse, il settore avrà impatti positivi di vasta portata per la gestione e la crescita della biodiversità, proteggendo allo stesso tempo i mezzi di sussistenza delle comunità locali».
Riconoscendo la gravità di questo problema, 10 grandi organizzazioni hanno unito le forze per combattere il traffico illegale di specie selvatiche attraverso una maggiore consapevolezza e vigilanza lungo le catene di approvvigionamento globali con un’iniziativa guidata dal World Shipping Council, sostenuta dall’United nations environment programme (Unep), dalla Global Environment Facility e dal Global Wildlife Program, in collaborazione con TRAFFIC e Wwf, e co-sponsorizzato da BIC, Global Shippers Forum, International Fund for Animal Welfare (IFAW) e TT Club. Insieme, hanno prodotto linee guida pratiche per tutti i partecipanti alla catena di approvvigionamento, con consigli sulle misure da adottare, domande da porre per aiutare a identificare il commercio criminale di specie selvatiche e indicazioni sulla segnalazione di attività sospette. Un documento di accompagnamento “Red Flags” funge da riferimento quotidiano per tutti i soggetti coinvolti nella catena di fornitura.
I partner dell’iniziativa evidenziano che «La lotta al traffico illegale di specie selvatiche è una responsabilità condivisa che richiede la collaborazione tra le catene di approvvigionamento containerizzate internazionali. Tutte le parti coinvolte, in particolare i consolidatori e coloro che ricevono merci da imballare o trasportare, devono adottare misure proattive per prevenire la spedizione di fauna selvatica illegale. Questo, a seconda dei casi, include la verifica della legittimità dei carichi, la sigillatura adeguata delle spedizioni, la conduzione di valutazioni dei rischi e l’allarme tempestivo delle autorità nazionali in caso di attività sospette».
Le “Joint Industry Guidelines for Combatting Illegal Wildlife Trafficking” sono state pensate per supportare e promuovere ulteriormente le linee guida esistenti dell’International Maritime Organisation (IMO) fornendo indicazioni specifiche e attuabili agli stakeholders del settore privato, e l’IMO è stato tenuto informato durante tutto il processo di sviluppo delle linee guida. Presentando le line guida, John Butler, presidente e CEO del World Shipping Council, ha detto che «Riconosciamo il ruolo fondamentale svolto dall’industria marittima nella lotta al traffico illegale di specie selvatiche. Lavorando insieme per aumentare la consapevolezza lungo tutta la catena di approvvigionamento su come individuare e affrontare questa attività criminale, possiamo prevenire lo sfruttamento delle catene di approvvigionamento marittime globali per attività criminali e proteggere le specie a rischio di estinzione in tutto il mondo».
TRAFFIC sottolinea che «Il traffico illegale di specie selvatiche non solo sta decimando le specie a rischio di estinzione in tutto il mondo, ma sta anche alimentando la criminalità organizzata e minacciando la sicurezza globale. Lo sforzo congiunto della coalizione sottolinea la responsabilità condivisa di tutti gli stakeholders nella lotta al traffico illegale di specie selvatiche. Unendo le loro competenze e risorse, queste organizzazioni dimostrano il loro impegno nella protezione della fauna selvatica e nella promozione di pratiche commerciali sostenibili».
Margaret Kinnaird, wildlife practice lead del Wwf, ha denunciato che «I crimini contro la fauna selvatica spesso convergono con la criminalità organizzata transnazionale, come il traffico di droghe e armi illecite. Le “Joint Industry Guidelines for Combatting Illegal Wildlife Trafficking” mirano a supportare gli stakeholders nell’affrontare il traffico di specie selvatiche attraverso i loro processi organizzativi. Il Wwf è impegnato a continuare a promuovere forti partenariati pubblico-privato attraverso iniziative collettive come questa, per interrompere il commercio illegale e disincentivare i trafficanti di fauna selvatica che utilizzano la catena di approvvigionamento del settore marittimo per trafficare merci illecite».
Azzedine Downes, presidente e CEO dell’IFAW, ha concluso: «Il commercio illegale di fauna selvatica attraverso i nostri oceani è immenso, trascurato e spesso sottostimato. Considerata la sua portata e vulnerabilità, è fondamentale che il traffico marittimo sia al centro dei nostri sforzi collettivi per mitigare il commercio illegale di fauna selvatica. La creazione di queste linee guida è un primo passo fondamentale per puntare i riflettori su questa parte della catena di approvvigionamento, fornendoci gli elementi costitutivi per una soluzione che abbia un impatto positivo sugli animali in tutto il mondo. Quando proteggiamo la biodiversità, proteggiamo noi stessi e oggi siamo un passo avanti verso la realizzazione di questo obiettivo».