Nature Restoration Law, appello di Wwf e 147 scienziati al governo Meloni: ripensate al vostro no
I Verdi europei: ecco come sarebbe l’Ue con la destra radicale al potere
[25 Marzo 2024]
Prima di entrare al Consiglio Ue ambiente in corso oggi a Bruxelles, il ministro belga dell’ambiente e presidente di turno dell’Ue, Alain Maron, ha detto che «Sembra che non ci sia più una maggioranza qualificata a sostegno della legge Ue sul ripristino della natura. L’Ungheria ha cambiato idea e dobbiamo capire il perché. Resta una priorità per la presidenza belga portare a conclusione il file e faremo del nostro meglio per farlo».
Maron si riferisce a quanto successo il 22 marzo quando, nella riunione degli ambasciatori della Ue (Coreper) la legge faticosamente approvata è stata rinviata data da destinarsi, perché la presidenza , preso atto dell’assenza di maggioranza qualificata a sostegno dell’intesa Commissione-Europarlamento-Consiglio, la presidenza belga dell’Ue ha deciso di non mettere il punto in agenda.
Il no dell’Ungheria si è andato ad aggiungere a quello di Italia. Paesi Bassi, Svezia e Polonia e all’astensione di Austria, Belgio e Finlandia.
Secondo l’European Green Party, «La natura europea è a rischio poiché i governi di destra stanno cercando di far deragliare la Nature Restoration Law a lungo combattuta».
I Verdi fanno notare che i governi di destra di Italia e Svezia intendevano già votare contro la legge e che il governo olandese ha cambiato posizione e ha votato contro dopo le pressioni dei partiti di destra nel parlamento olandese. Ed è questo cambiamento che ha messo mette il destino della natura italiana nelle mani dell’inaffidabile e filo-putiniano primo ministro ungherese Viktor Orbán.
Il co-candidato principale dei Verdi europei, Bas Eickhout, ha evidenziato: «Ecco come apparirebbe l’Ue con la destra radicale al potere. I Paesi Bassi sono ora sulla stessa lunghezza d’onda di Orbán, Fico e Meloni. Non vi è stato alcun cambiamento nei dati o nella ricerca alla base della Nature Restoration Law da quando il Consiglio e il Parlamento hanno concordato. Anzi: le avvertenze si fanno più urgenti e severe».
La co-principale candidata dei Verdi europei Terry Reintke ha aggiunto: «I governi dell’Ue devono ora portare avanti ciò che dicono, devono mostrare coraggio nel contrastare il cambiamento climatico e rispettare l’accordo trovato con il Parlamento europeo. Non possiamo permettere che i governi europei cedano ai populisti invece di fornire ciò che si è dimostrato necessario per le persone, per la loro salute e per il pianeta. L’estrema destra non è interessata alla natura, alla biodiversità o alla protezione del clima, il loro sedicente “conservatorismo” è pura ipocrisia. Questova anche contro le richieste esplicite di molte imprese europee che hanno sostenuto la Nature Restoration Law».
Il Wwf ricorda che «Questa normativa, discussa a lungo e concordata con i governi dell’Ue, oggi è arrivata alla sua formulazione ultima che fissa l’obiettivo di ripristinare almeno il 20% delle zone terrestri e marine dell’UE entro il 2030 e tutti gli ecosistemi entro il 2050. Dopo l’approvazione del Parlamento europeo, ora è fondamentale che il Consiglio confermi l’impegno a garantire il ripristino degli ecosistemi degradati in tutti i Paesi dell’Ue, a contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei in materia di clima e biodiversità e migliorare la sicurezza alimentare. In gioco non c’è solo il recupero di ambienti naturali come foreste, fiumi e habitat marini: in gioco ci sono la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico, la difesa da inondazioni, incendi e desertificazione, la qualità dell’acqua e dell’aria. In altre parole, in gioco c’è la anche la sicurezza di tutti i cittadini europei. Per questo è preoccupante lo stallo in cui si trova ora il Consiglio dell’Unione Europea dopo il mancato raggiungimento della maggioranza qualificata degli Stati Membri, necessaria per adottare la NRL che rappresenta l’atto legislativo più significativo in materia di natura nell’Unione Europea dagli anni ’90. Un accordo sulla NRL era già stato raggiunto a novembre e approvato dagli ambasciatori degli Stati membri. Il voto del Consiglio, previsto per lunedì 25 marzo, doveva essere una mera formalità. Ma nonostante l’ampio sostegno dei cittadini, del Parlamento europeo, degli scienziati, delle imprese e di 19 Stati membri, la NRL è tenuta in ostaggio da manovre politiche dell’ultimo minuto. L’inaspettata giravolta dell’Ungheria, a cui si sono associati i voti contrari e le astensioni di Italia, Svezia, Polonia, Finlandia, Paesi Bassi, Belgio e Austria hanno messo nuovamente a rischio la NRL. E’ in gioco la stessa credibilità dell’UE: la mancata attuazione della NRL, non solo mina l’impegno Europeo per la protezione dell’ambiente, ma mette anche a rischio i processi decisionali dell’Unione Europea su altri dossier cruciali, tra cui il raggiungimento dei suoi ambiziosi obiettivi climatici e la sua capacità di affrontare i sempre più frequenti disastri climatici».
Il Wwf, con l’appoggio di 147 fra illustri scienziati e naturalisti, lancia l’appello “Un sì per la Nature Restoration Law è un sì anche per la sicurezza di tutti i cittadini europei”, rivolto in primis al Governo italiano. Ecco cosa vi si legge:
Il Consiglio dell’Unione Europea è chiamato a esprimersi sul Regolamento sul Ripristino della Natura (Nature Restoration Law). In gioco non c’è solo il recupero di ambienti naturali come foreste, fiumi e habitat marini, in gioco ci sono la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico, la difesa da inondazioni, incendi e desertificazione, la qualità dell’acqua e dell’aria. In gioco c’è la anche la sicurezza di tutti i cittadini europei.
Il Governo italiano si adoperi affinché il Consigli dell’Unione europea faccia proprie le indicazione dell’Europarlamento, degli scienziati e della società civile.
Chiediamo al Governo di manifestare, attraverso un voto favorevole in sede di Consiglio dell’Unione Europea, la convinta adesione dell’Italia a questa fondamentale legge per tutelare la biodiversità del nostro continente e dell’intero Pianeta.
Chiediamo un “sì” che consenta di stabilire obiettivi chiari e azioni concrete a tutela della natura e dei cittadini europei. La Nature Restoration Law si propone di ripristinare ecosistemi e habitat, prevedendo di riportare alla naturalità almeno il 20% delle terre e delle acque dell’Unione Europea e di liberare dalle infrastrutture almeno 25.000 km di fiumi europei entro il 2030, con l’obiettivo finale al 2050 di ripristinare tutti gli ecosistemi degradati.
Chiediamo un “sì” che riconosca la piena validità dell’approccio “One Health”, tenendo conto delle inscindibili connessioni tra la salute degli esseri umani e quella delle altre specie animali e vegetali e dell’ambiente in cui viviamo. Non può esserci uomo senza natura.
Chiediamo un “sì” che permetta alla natura di difenderci con efficacia dalle emergenze climatiche e da quelle pandemiche in un contesto in cui la comunità internazionale è chiamata ad affrontare crisi sempre più gravi e urgenti.
Chiediamo un “sì” a favore di un coraggioso progetto per il ripristino della natura europea, largamente condiviso dalla società civile, al fine di confermare quel percorso di speranza tracciato dall’adozione del Green Deal europeo e dalla grande mobilitazione intergenerazionale che negli ultimi anni ha chiesto nelle piazze di tutto il Pianeta una transizione ecologica capace di farci vivere meglio e in armonia con la Natura, senza lasciare indietro nessuno.
Proteggere la natura significa anche proteggere la nostra stessa esistenza