L’Onu invita Teheran alla conferenza sulla Siria a Ginevra, ma opposizione siriana ed Arabia saudita dicono no
Nucleare, l’Iran sospende l’arricchimento dell’uranio al 20%
[20 Gennaio 2014]
L’International atomic energy agency (Iaea) ha confermato che l’Iran ha avviato l’applicazione dell’accordo sul suo programma nucleare approvato con il G5+1 (Cina, Francia, Gran Bretagna, Russia, Usa e Germania) e Unione europea a Ginevra.
Oggi il direttore dell’organizzazione iraniana dell’energia atomica, Ali Akbar Salehi, citato dall’agenzia ufficiale Irna, ha detto che «l’Iran sospenderà l’arricchimento dell’uranio al 20%, conformemente all’accordo concluso con le grandi potenze in novembre a Ginevra. La sospensione volontaria dell’arricchimento dell’uranio al 20% è la misura principale che prendiamo da lunedi alle 12,00 (8,30 Utc)»
Secondo i termini dell’accordo, l’Iran si impegna a sospendere per 6 mesi l’arricchimento dell’uranio a più del 5% e a bloccare l’avvio del reattore ad acqua pesante di Arak e ad autorizzare gli ispettori Iaea a visitare i siti nucleari iraniani. In cambio i Paesi occidentali non imporranno nuove sanzioni all’Iran e toglieranno parte di quelle già in vigore. La radio internazionale iraniana Irib spiega che «l’intesa siglata lo scorso 23 novembre in Svizzera, è la base di partenza per raggiungere un accordo generale: l’Iran si impegna a interrompere l’arricchimento dell’uranio sopra il 5%. In cambio, le potenze occidentali alleggeriranno gradualmente le sanzioni economiche, permettendo alla Repubblica islamica di mantenere costanti le entrate derivanti dalla vendita di petrolio. L’accordo prevede inoltre lo sblocco dei fondi iraniani congelati: verranno decongelate quote di 550 milioni di dollari ogni 33-34 giorni, l’ultima sarà rilasciata intorno al 20 luglio. Inoltre, il primo marzo è previsto un versamento di 450 milioni di dollari in cambio della diluizione, da parte iraniana, della metà delle sue riserve di uranio arricchito al 20% al 5%. Il 15 aprile Teheran riceverà una seconda tranche di 450 milioni per diluire la seconda metà dello stock, il più pericoloso agli occhi del 5+1».
Behrouz Kamalvandi, portavoce del dipartimento atomico iraniano, ha detto che «la Repubblica islamica dell’Iran considera il limite all’arricchimento dell’uranio e la riduzione delle scorte come i suoi impegni più importanti e giustamente pretende che lo facciano anche il gruppo dei sei paesi per quanto riguarda la rimozione delle sanzioni e lo sblocco dei fondi iraniani nelle banche occidentali. La sospensione dell’arricchimento al 20% dell’uranio e la diluizione delle scorte attuali di uranio arricchito sono i più importanti impegni del nostro Paese. Auspichiamo la sincerità e la serietà dell’impegno da parte delle potenze mondiali».
Sulla sua pagina Facebook il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ha scritto di sperare che la sospensione dell’arricchimento dell’uranio al 20% porterà «dei risultati positivi per il Paese, ma anche per la pace e la sicurezza nella regione e nel mondo intero».
E la risposta all’Iran è arrivata immediatamente con l’ionvito del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon a partecipare alla conferenza di pace sulla Siria, “Ginevra 2”, che dovrebbe iniziare il 22 gennaio a Montreux. La conferma è arrivata dal vice-ministro degli Esteri, Hossein Amir Abdollahian, e prima Zarif aveva promesso di partecipare alla conferenza se fosse arrivato un invito formale. L’Iran aveva approvato l’accordo uscito dalla prima conferenza di Ginevra sulla Siria. Ban ha spiegato di aver parlato al telefono diverse volte con il ministro degli Esteri di Teheran, Mohammad, il quale gli ha assicurato che «la Repubblica Islamica si impegna a giocare un ruolo positivo e costruttivo a Ginevra 2». Secondo i media americani, l’Iran ha accettato ufficialmente l’invito Onu, ma oggi Irib avverte che «pur aver ribadito il suo pieno appoggio a qualsiasi sforzo diplomatico onde porre fine alle violenze in Siria, il governo iraniano ha già affermato che non accetterà comunque un invito subordinato a condizioni di sorta per quanto riguarda la conferenza di Ginevra».
Ban ha detto: «Questa conferenza di pace è un’opportunità unica per porre fine alla violenza nel Paese e garantire che sia ristabilita la pace. Accolgo con favore la decisione della National Coalition of Syrian Revolution and Armed Forces di partecipare a Ginevra 2. E’ un passo storico e coraggioso nell’interesse di una soluzione politica che ponga fine a tre anni di sofferenze del popolo siriano». La Coalizione nazionale siriana rappresenta l’opposizione anti-Assad non legata alle milizie integraliste islamiche che stanno sanguinosamente imponendo il loro dominio in gran parte della Siria “liberata” ed è evidente che gli occidentali hanno deciso di abbandonare la loro pericolosa alleanza con il fronte islamista finanziato ed armato da Arabia Saudita e Qatar e pesantemente egemonizzato da forze legate ad Al Qaeda, per far questo è necessario il coinvolgimento del nuovo Iran “moderato” ma che rimane insieme alla Russia (ed alla Cina ed all’Iraq) un incrollabile alleato del regime nazional-socialista di Bashir Al Assad e degli Hezbollah libanesi.
Quindi fino a stamani a Ginevra 2 ci dovevano essere sia gli iraniani che il pezzo dell’opposizione “laica” e nazionalista siriana capeggiata da Ahmad Jarba, ma nel tardo pomeriggio a Dubai la National Coalition of Syrian Revolution and Armed Forces ha annunciato che non parteciperà se l’Onu non ritirerà l’invito rivolto all’Iran. Il segretario generale della Coalizione dell’opposizione siriana, Badr Jamous, ha detto: «Per noi il fatto di avere inviato l’Iran a ptrendere parte a Ginevra 2 è stato una sorpresa. La Coalizione nazionale ha deciso di sospendere la sua decisione di partecipare. Ne abbiamo informato gli Stati Uniti, la Francia e la Gran Bretagna, così come l’emissario speciale dell’Onu e della Lega araba Lakhdar Brahimi e Ban Ki-moon attraverso la nostra ambasciata a New York. Ho anche personalmente informato il console russo ad Istanbul della condizioni della nostra partecipazione. Questa condizione è la risposta all’invito indirizzato all’Iran».
Anche l’Arabia Saudita si oppone alla partecipazione dell’Iran a Ginevra 2 perché Teheran «Non ha pubblicamente accettato l’istituizione di un giverno transitorio in Siria – scrive l’agenzia ufficiale saudita Sas – Ogni invito alla conferenza di Ginevra è condizionato all’accettazione delle condizioni citate nell’invito, essendo la condizione principale la messa in atto di un governo transitorio in Siria. Inoltre le truppe iraniane combattono al fianco delle autorità siriane». La monarchia assoluta del golfo sorvola sul fatto che gli iraniani presenti in Siria sono “volontari” esattamente come i sauditi e gli altri guerriglieri sunniti finanziati dall’Arabia Saudita. Ginevra 2 potrebbe essere l’ennesima occasione persa.