Il referendum anticipato al 16 marzo
La Crimea chiede ufficialmente di far parte della Russia
L’Ocse: l’Ucraina pronta a concedere maggiore autonomia alla Crimea
[6 Marzo 2014]
Il Consiglio supremo di Crimea, il Parlamento della Repubblica autonoma di Crimea, abitata per la maggior parte da russi e con una forte minoranza tatara (e filo-ucraina) ha inviato oggi una richiesta di adesione alla Federazione della Russia. La reazione di Kiev non si è fatta attendere: come riporta l’Ansa, la giustizia ucraina ha emesso mandati d’arresto per il premier e per il presidente del parlamento (Rada) della Crimea, Serghii Aksionov e Vladimir Kostantivov.
La risoluzione adottata dal Parlamento di Simferopol recita: «Il Consiglio supremo della Repubblica autonoma di Crimea ha chiesto al presidente russo ed all’Assemblea federale (Parlamento) della federazione della Russia di avviare una procedura di adesione alla Federazione della Russia».
I russi di Crimea, dopo aver preso senza colpo ferire tutte le basi militari ucraine, vogliono accelerare i tempi e sempre oggi il parlamento ha deciso di anticipare ancora la tenuta del referendum per staccarsi dall’Ucraina, inizialmente previsto per il 25 maggio (insieme alle nuove elezioni ucraine) e poi indetto per il 30 marzo.
I cittadini crimeani dovranno rispondere a due domande: «Sostenete la riunificazione della Crimea alla Federazione della Russia in quanto soggetto federale?» e «Sostenete il ristabilimento della Costituzione della Crimea del 1992?».
Se si ritornasse alla Costituzione post-sovietica del 1992, la Crimea continuerebbe a far partire dell’Ucraina ma definirebbe gli accordi con Kiev in base ad accordi bilaterali, avrebbe una propria politica estera e quindi un’indipendenza di fatto.
Ma è più evidente che la Crimea, come altre regioni russofone dell’Ucraina dove insieme al tricolore russo sventolano anche le bandiere rosse con falce e martello dell’Urss, vuole tornare tra le braccia di Santa Madre Russia, nuovamente imperiale sotto Vladimir Putin, dalla quale l’ucraino Nikita Krusciov la staccò nel 1954 per farne dono all’Ucraina.
Dopo che Putin il 4 marzo aveva detto che la Russia non aveva preso in esame l’eventualità di annettersi la Crimea (forse anche perché avevano già provveduto i soldati russi e le forze di autodifesa russofone…) a trarlo, o forse a metterlo, in imbarazzo ci ha pensato oggi il Parlamento crimeano chiedendo di diventare una Repubblica autonoma russa.
Appena Putin riceverà la richiesta ufficiale della Crimea informerà le due camere del Parlamento russo (la Duma e il Consiglio della Federazione) e il governo e, se lo riterrà opportuno, avvierà delle consultazioni per decidere se accettare la richiesta di adesione/ri-annessione della Crimea.
Di fronte all’eventualità sempre più concreta che la secessione di fatto della Crimea sia sancita tra 9 giorni da un referendum, Astrid Thors, alto commissario per le minoranze nazionali dell’Ocse, in visita a Kiev, dopo aver incontrato le nuove autorità ucraine ha detto che «Si sono dichiarate disposte ad esaminare una più ampia autonomia della Crimea».