La legge “Ammazza foreste” e pro-motocross sui sentieri della Lombardia
Una norma che potrebbe scrivere la parola “fine” a trent'anni di tutela dei boschi nella Regione
[8 Aprile 2014]
Oggi il Consiglio regionale della Lombardia inizia a discutere la proposta di legge 124 che, secondo Associazione Parco Sud, Cai, Fai, Italia Nostra, Legambiente, Lipu e Wwf Orobie Vive e Società Botanica Italiana, «potrebbe scrivere la parola “fine” a trent’anni di tutela dei boschi di Lombardia e che apre a speculazioni edilizie e abuso di pascoli e sentieri trasformandoli in rodei per moto e fuoristrada».
La coalizione di associazioni chiede ai Consiglieri regionali di non approvare il testo che descrive come «Una compilazione chirurgica di eccezioni, deroghe, esclusioni. Una norma di cui si fatica a cogliere il senso se non andando pazientemente a confrontarla con le leggi vigenti, e solo allora si scopre quanto sia dirompente: il nuovo disegno di legge, ‘modifiche e integrazioni alla legge regionale 31/2008’, sotto un titolo che appare innocuamente burocratico, contiene le chiavi per aprire i boschi alla speculazione edilizia, al diboscamento con il pretesto dell’interesse pubblico, ai capannoni laddove fino ad oggi sarebbe stato illegale, affida alla discrezionalità di uffici tecnici comunali il compito di autorizzare interventi per la cui valutazione sarebbero richieste adeguate competenze geologiche e forestali».
C’è poi la norma che sancisce e generalizza l’istituto della deroga per la circolazione di moto e mezzi fuori strada ovunque, perfino su sentieri storici e pascoli. Una proposta contro la quale il Club alpino italiano ha lanciato l’’appello #sentierisenzamoto, che in pochissimi giorni ha raggiunto ormai le 30.000 adesioni di cittadini, turisti, appassionati che non apprezzano i ‘facili costumi’ di molte valli lombarde in cui gli escursionisti sono costretti a condividere i sentieri con motocrossisti e fuoristradisti.
La contro-petizione a favore dalla PDL 124 “Consiglio Regionale della Lombardia: SI!!! al traffico motorizzato su sentieri e mulattiere” ha ottenuto poco più di 4.000 firme. Gli ambientalisti avevano già annunciano battaglia contro questa legge: «Da sempre riteniamo che il patrimonio forestale debba essere amministrato per la sua molteplicità di funzioni, che sono ecologiche ma anche produttive, e che si debbano consolidare le condizioni in cui un’economia locale possa svilupparsi a partire dalla buona gestione delle risorse forestali. Ma questa legge non dice nulla di utile in tal senso. Si limita ad aprire un vasto campionario di possibilità per eccepire a norme, anche nazionali, di tutela del bosco, della sua funzione ambientale e di quella protettiva nei confronti del dissesto idrogeologico».
Secondo le associazioni la PDL 124 «Modifica in modo sostanziale la consolidata definizione di bosco, stabilendo che una vasta fattispecie di aree forestali in realtà non sono boschi: non lo sono ad esempio gran parte dei boschi di pianura, se si vogliono costruire capannoni, e non lo sono nemmeno i boschi dei versanti montani, se si vogliono realizzare opere pubbliche o d’interesse pubblico, dalle palestre agli ostelli ai non meglio identificati edifici connessi con l’attività agricola». Verrebbero meno anche gli obblighi di compensazione per il taglio dei boschi, se si vogliono fare strade o altre infrastrutture, perché un bosco, per essere tale, deve dimostrare di essersi sviluppato da almeno 30 anni, «Peccato che a trent’anni d’età un bosco è già maturo – dicono le associazioni – ed è quindi praticamente impossibile distinguerlo da altri boschi».
Ma sono perle come queste a far dire agli ambientalisti che si tratta di una legge “ammazzaforeste”. Una posizione condivisa anche l’avvocatura del Consiglio Regionale e dagli uffici della stessa Giunta Regionale che hanno espresso pareri preoccupati per il chiaro conflitto tra la legge e le normative nazionali di tutela paesaggistica e forestale.
Le associazioni concludono: «Non c’è nessuna ragione per la Lombardia di interrompere una produzione di buone norme che aveva reso fino ad oggi possibile la tutela del proprio ingente patrimonio forestale. Questa legge è stata sicuramente dettata da interessi molto localistici e di carattere speculativo, sarebbe inaccettabile che l’assemblea legislativa della più grande regione italiana si piegasse a chi vuole semplicemente avere mano libera per azioni di diboscamento e danneggiamento delle coperture forestali; per questo nelle prossime ore scriveremo a tutti i consiglieri regionali, chiedendo di desistere dall’approvazione della legge ammazza foreste».