Le associazioni contro la “soja maldita”
La più grande fabbrica di soia del mondo è in Argentina, ma non è sostenibile?
Ma Renova replica: standard ambientali più avanzati del mondo
[28 Aprile 2014]
La presidente dell’Argentina Cristina Kirchner ha inaugurato a Timbúes, nella provincia di Sana Fe, l’impianto di molitura della soia più grande del mondo, in grado di processare 20.000 tonnellate di semi al giorno, 6,6 milioni di tonnellate all’anno, il 14% della produzione totale di soia dell’Argentina.
La gigantesca fabbrica è stata costruita nel Dipartimento di San Lorenzo grazie ad un investimento di 480 milioni di dollari del consorzio Renova, composto dalle compagnie agroindustriali Vicentín e Glencore.
La Kirchner ha sottolineato l’importanza dell’impianto per lo sviluppo «Di un’industria di punta per aggiungere valore alla materia prima».
La fabbrica occupa ben 200 ettari e può scaricare 1.000 camion al giorno, è in grado di immagazzinare 310.000 tonnellate di soia ed è dotata di un porto con uno spazio di stoccaggio per 60.000 tonnellate. Grazie alla sua ubicazione sulle rive del Paraná che danno sull’Atlantico, l’impianto è stato progettato per processare industrialmente la soia argentina e dei Paesi limitrofi. L’intero complesso è dotato di un sistema di cogenerazione che lo rende energeticamente autosufficiente e il governo di Buenos Aires e Renova assicurano che «Rispetta tutti gli standard di sostenibilità e di tutela ambientale più avanzati del mondo».
Il vicepresidente di Renova, Sergio Gancberg, ha detto che «L’impianto costruito in tre anni è stato progettato da ingegneri argentini del settore oleario che hanno un posto speciale nel mondo, con un progetto unico al quale hanno lavorato 890 professionisti, provenienti da 15 università nazionali. Presentiamo un impianto tecnologico di primo livello, sicuro per il personale, con efficienza energetica e che salvaguarda l’ambiente nella maniera più rigorosa».
La cosa non convince affatto le organizzazioni contadine e ambientaliste argentine che dicono che questa nuova gigantesca industria non è altro che l’ennesima espansione degli “amigos di glifosato , cioè Monsanto, Glencore, Louis Dreyfus, Bunge, Cargill e Co. e le loro aziende agrochimiche che hanno fatto dell’Argentina un enorme campo di sperimentazione per l’etanolo prodotto con Ogm e di monocoltivazioni di quella che le associazioni argentine chiamano “soja maldita” perché questa coltivazione intensiva ha bisogno di più di 3 tonnellate di fertilizzanti per produrre 10 tonnellate di soia.