Xi Jinping ai quadri comunisti cinesi
Contrordine compagni? In Cina «Nuovo modello di crescita nel solco del socialismo»
Ma internet svela troppi casi di corruzione
[26 Giugno 2013]
Il presidente cinese Xi Jinping ha indicato la nuova linea ai compagni dell’Ufficio politico del Comitato centrale del Partito comunista cinese (Pcc), una linea che somiglia molto a quella vecchia con un rinserramento politico-ideologico. Gli alti papaveri del Pcc sono stati invitati ad «Approfondire la comprensione sia della situazione nazionale che internazionale» e Xi, che è anche segretario generale del Comitato centrale del Pcc ha esortato tutti a «Comprendere correttamente e ad adattarsi allo sviluppo della Cina e del mondo ed a trattare i maniera appropriata f gli affari del Pcc e del Paese».
Durante la riunione dell’Ufficio politico del Pcc tenutasi il 24 e 25 giugno e della quale i media cinesi danno conto oggi, il presidente cinese ha avanzato una «Disposizione in 5 punti per rafforzare la costruzione e migliorare il lavoro dell’Ufficio politico» ed ha invitato il Comitato centrale del Pcc «A concentrare gli sforzi sulle questioni riguardanti lo sviluppo a lungo termine del Partito e del Paese e quelle legate agli interessi fondamentali del popolo. Queste questioni riguardano soprattutto la trasformazione del modello di crescita economica, il progresso della democrazia e dello Stato di diritto nel Paese, così come la promozione dei valori socialisti fondamentali e l’accrescimento del benessere del popolo».
Tutto questo, secondo Xi, dovrebbe essere assicurato da un immutabile potere comunista consapevole «Dell’importanza di seguire indefettibilmente la via del socialismo alla cinese e di servire il popolo anima e corpo».
Il segretario del Comitato centrale del Pcc ha detto che «La storia è il miglior manuale» ed ha detto ai leader comunisti cinesi che si tratta di fare «Un corso obbligatorio di apprendimento dei 92 anni di storia del Pcc e dei 64 anni di storia della Repubblica popolare cinese , al fine di proseguire lo sviluppo del paese lungo la strada socialista». Socialismo del quale, a dire il vero, restano dabvvero deboli ed autoritarie tracce, in una società permeata dalla corsa al profitto e segnata dalla corruzione pubblica.
Ma il corso dedicato ai dirigenti del Pcc si intitolava “teorie e pratiche socialiste con caratteristiche cinesi”, ed evidentemente i compagni del più grande partito comunista del mondo hanno bisogno di rinfrescare i loro ideali socialisti se Xi ha ricordato che il corso di due giorni serviva a «Sensibilizzare maggiormente i responsabili sulla riforma, lo sviluppo e la stabilità della Cina».
Il presidente cinese ha anche sottolineato che «Il Partito dovrebbe rappresentare gli interessi fondamentali della grande maggioranza della popolazione cinese, che anche la ragione per la quale il Pcc si è guadagnato il sostegno del popolo nel corso di decenni». La conclusione è sempre la stessa: «Bisogna sforzarsi di rafforzare la costruzione del Partito e consolidare la fiducia del popolo nel socialismo alla cinese».
La democrazia, dunque, in Cina può attendere e il Pcc continuerà a gestire la crescita del capitalismo parlando di socialismo. Ma qualche problema ed una colossale questione morale il Pcc ce l’ha se si è impegnato a mettere un freno ai g profitti eccessivi ed ai pagamenti in natura dei suoi quadri dirigenti con un regolamento in 8 punti che mirano a lottare «Contro la burocrazia e il formalismo». Sembra di leggere un proclama di Beppe Grillo: «I governi a tutti i livelli sono stati chiamati a standardizzare i benefit dei funzionari per uffici, alloggi, auto, segretarie, réceptions, guardie del corpo, protezione sociale e vacanze e di assicurare che nessuno doni o accetti regali».
La riunione dell’Ufficio politico del Pccc ha anche invitato a «Perfezionare il sistema di valutazione delle performance dei quadri ed a cambiare stile di lavoro. Inoltre, la priorità deve essere data allo stile di lavoro nel sistema di promozione dei quadri ed i quadri saranno fatti oggetto di un avvertimento e di sanzioni in caso di cattiva condotta».
Probabilmente a preoccupare ancora di più i boss del Pcc è stato il “Rapporto annuale sullo sviluppo dei nuovi media in Cina”, pubblicato dall’Accademia delle scienze della Cina, che conferma che «I nuovi media sono più performanti dei media tradizionali nella denuncia degli affari legati alla corruzione in Cina».
Quel che temeva il potere comunista, spaventatissimo dalle primavere arabe e che tiene sotto stretto controllo internet, si sta comunque avverando: «Dal 2010 al 2012, un totale di 156 affari legati alla corruzione sono stati inizialmente svelati attraverso i nuovi media, tra i quali notizie su Internet, i forum in linea, i microblog e i siti ufficiali di organizzazioni – si legge nel rapporto – Il numero è due volte più alto del numero di casi denunciato dai giornali, dalla televisione e dalle altre forme di media tradizionali. La maggior parte degli affaires riguarda la violazione della disciplina e dei regolamenti da parte dei funzionari, l’abuso di potere e dei problemi etici. L’aumento della penetrazione di internet e la situazione alla quale fa fronte la Cina in materia di lotta contro la corruzione sono tra le ragioni principali della crescita delle azioni anti-corruzione su internet».
Il rapporto dell’Accademia delle scienze sottolinea anche «La sensibilizzazione e l’entusiasmo crescente dei cittadini a partecipare agli affari pubblici. D’altra parte, il fatto che le autorità di controllo della disciplina prestino più attenzione alle informazioni rivelate su internet ha incoraggiato queste pratiche».
Ma il rapporto condivide le preoccupazioni del governo che non si fida affatto di tutta questa libertà su internet e avverte che «Problemi potrebbero perché le denunce su internet mancano a volte di credibilità e violentano la vita privata dei cittadini. Alcune organizzazioni mediatiche in linea pubblicano troppi contenuti volgari che hanno negativamente colpito l’ambiente di internet». Ci penseranno i compagni del Pcc ideologicamente rinsaldati a ripulire anche internet?