L’Europa entro la fine del 2014 avrà il suo primo stato al 100% rinnovabile
[1 Luglio 2014]
Il più settentrionale dei sedici stati federali della Germania, lo Schleswig-Holstein, riuscirà nel giro di pochi mesi a produrre con l’eolico tanta elettricità quanta quella consumata, affrancandosi quindi completamente dalle fonti fossili.
Grazie alla posizione favorevole – si tratta della zona più ventosa della Germania – lo Schleswig-Holstein potrebbe però non fermarsi all’obiettivo del 100% rinnovabile entro il 2014 ma riuscire a generare il 300% del proprio fabbisogno energetico grazie al vento e vendere l’energia prodotta in eccesso immettendola in rete.
In soli otto anni il piccolo stato rurale tedesco ha compiuto dunque una rivoluzione passando dal 30% di energia elettrica generata con turbine eoliche al 100% che raggiungerà quest’anno, contribuendo agli obiettivi che si è data la Germania di raggiungere il 40-45% del proprio fabbisogno energetico con fonti rinnovabili entro il 2025.
Un obiettivo che, secondo quanto sostenuto dal ministro dell’Energia Sigmar Gabriel, potrebbe non essere sufficiente a compensare la quota di energia nucleare che andrà a diminuire sino alla definitiva eliminazione dell’atomo, prevista per dicembre 2022. Per compensare la quota di energia elettrica prodotta con le centrali atomiche le energie rinnovabili dovrebbero crescere del 15% entro quella data.
La Germania, che alla fine degli anni ’90 ha scelto di investire sulle rinnovabili instaurando un generoso regime di sovvenzioni, sta lavorando attivamente su questa strada perseguendo per ora record positivi, anche se potrebbero esservi novità riguardo agli incentivi erogati a favore delle rinnovabili.
Il Governo di Angela Merkel ha infatti adottato una nuova legge che prevede di ridurre in modo considerevole i sussidi accordati alle rinnovabili con l’obiettivo di sottoporle, gradualmente, ai meccanismi di mercato, svincolandole dai contributi pubblici.
Nel mese di giugno, intanto, l’istituto di ricerca Fraunhofer ISE ha segnalato che in sole due settimane, con il fotovoltaico tedesco è stata prodotta energia elettrica sufficiente a coprire il 50% dell’energia totale consumata nel paese, raggiungendo tre record di potenza: il 6 giugno, tra le 13 e le 14 del pomeriggio, dal fotovoltaico è stata erogata una potenza di picco sull’intero territorio della Federazione tedesca di ben 24,24 GW (primo record) e sono stati prodotti 1,26 Twh di energia elettrica nell’intera settimana (secondo record) mentre ilterzo record è stato raggiuntoil 9 giugno, quando i 23,1 GW di potenza di picco sono stati sufficienti a coprire il 50,6% della domanda elettrica complessiva dei tedeschi.
Sulle rinnovabili la Germania ha recentemente prodotto anche una guida turistica, la “Deutschland–Erneuerbare Energien erleben”, un progetto editoriale finanziato dalla DENA, l’agenzia tedesca per le rinnovabili, che ha già ha visto esaurire in pochi giorni tutte le copie stampate.
La guida redatta da Martin Frey, contiene itinerari di visita per quasi 200 progetti innovativi in campo energetico in cui vale la pena soffermarsi: dalla cupola di vetro del Reichstag a Berlino, che contiene un cono ricoperto di 360 lastre a specchio in grado di riflettere la luce del sole illuminando la sala plenaria, al primo paesino che ha raggiunto la piena autosufficienza energetica, passando per il più grande parco eolico d’Europa ad Holtriem; in quest’ultimo viene offerta ai turisti una piattaforma di osservazione su una delle turbine a 65 metri dal suolo con una splendida vista sul Mare del Nord e, nella bella stagione, sulle isole Frisone orientali.
Nella guida sono segnalati anche siti che testimoniano la stagione “fossile“ della Germania, come l’ex centrale nucleare di Kalkar -mai entrata in funzione– diventata un parco di divertimenti la cui attrazione più popolare è la tipica torre di raffreddamento “tramutata” in una gigantesca parete di arrampicata, e l’ex miniera a cielo aperto di lignite nello stato orientale della Sassonia-Anhalt, conosciuta come Ferropolis, divenuta un grande monumento di archeologia industriale.