A rischio anche la spiaggia dei gialli di Camilleri. Legambiente chiede l’intervento dei sindaci
Il commissario Montalbano nuoterà nel petrolio? Nuove richieste di trivellazioni offshore in Sicilia
[10 Luglio 2014]
A rischio la spiaggia del commissario Montalbano. Dopo l’avviso della procedura di valutazione di impatto ambientale per l’istanza di permesso di ricerca per idrocarburi a mare “d 361 C.R. TU” presentata dalla Transunion Petroleum Italia, Legambiente Ragusa ha chiesto a tutti i sindaci dei comuni costieri, se non lo hanno già fatto, di «Presentare urgentemente osservazioni di natura esclusivamente tecnica, ed a costituire/partecipare a comitati contro le trivellazioni insieme alle associazioni ambientaliste alle categorie produttive e ai cittadini per fare sì che i fondali del Sud Est non vengano ulteriormente perforati».
Gli ambientalisti siciliani spiegano che «L’area di ricerca è localizzata di fronte alle coste del ragusano tra Scoglitti e Plaia Grande ed a breve distanza ad ovest dal campo Vega dove c’è la richiesta per una seconda piattaforma petrolifera da parte di Edison. L’area di ricerca si trova ad una distanza inferiore alle 5 miglia marine dalla costa dei comuni di Gela, Acate, Vittoria, Ragusa, Santa Croce Camerina, Scicli e Modica e risulta essere limitrofa ai Sic Siti di importanza comunitaria, ndr) Torre Manfria, Biviere e Macconi di Gela, Foce del Fiume Irminio, Punta Braccetto C.da Cammarana, Fondali Foce del Fiume Irminio, alle Zps (Zone di protezione speciale, ndr) Torre Manfria, Biviere e Piana di Gela, al Parco archeologico terracqueo di Kamarina, all’Area Archeologica di Kaucana. In particolare i siti Sic delle aree marine dei fondali del Biviere di Gela e della Foce del Fiume Irminio, come del resto tutta la costa antistante il permesso di ricerca, risultano essere ricchi di posidonie e cymodocee».
L’area marina nella quale la Transunion vuole trivellare si trova proprio di fronte a Punta Secca, la spiaggia di “Marinella” dove nei gialli di Camilleri vive il commissario Montalbano, che, dicono gli ambientalisti, così «In una delle prossime sue avventure rischia di dover nuotare in mezzo alle chiazze di petrolio e di passeggiare tra resti di catrame sulla spiaggia».
A Legambiente Ragusa fanno notsare che «a Transunion Petroleum Italia s.r.l. è la stessa che nella relazione presentata nel 2011 in riferimento ad un altro permesso di ricerca per idrocarburi a mare denominato d 359 C.R. TU, sempre difronte le coste iblee, affermava che “i comuni presenti nella provincia di Ragusa, le cui coste affacciano sull’area oggetto di questo studio di valutazione ambientale appartengono alla categoria sismica 2 (sismicità bassa)”, e che “l’area oggetto dell’indagine sismica non si trova sulle rotte di migrazione tipiche di mammiferi o rettili marini”!! Secondo il Ministero dell’ambiente, invece, quest’area riveste un particolare interesse per i mammiferi marini presenti nel Mediterraneo in costituisce un passaggio quasi unico tra la porzione occidentale e quella orientale del Mediterraneo».
Per ambientalisti e comitati locali si tratta di un altro attacco all’integrità dell’ecosistema marino e terrestre della provincia di Ragusa che «Non può prescindere dalle osservazioni all’interno di un procedimento amministrativo come la Valutazione di Impatto Ambientale. E’ in questa fase che si gioca una delle partite più importanti per evitare le trivellazioni». Per questo «E’ fondamentale in questo momento la presentazione delle osservazioni da parte di tutte le amministrazioni comunali coinvolte. In questo modo ci sarebbero più possibilità di avere un parere negativo da parte della commissione Via del Ministero dell’Ambiente».