Malagrotta e discariche del Lazio: l’Ue condanna l’Italia. Trattamento inadeguato
[15 Ottobre 2014]
L’Italia non ha rispettato le prescrizioni della legislazione Ue in materia di rifiuti, ha permesso un trattamento inadeguato dei rifiuti nel Lazio e non ha adottato una rete integrata e adeguata di impianti di gestione dei rifiuti nella regione.
Lo afferma la Corte di Giustizia europea – con sentenza di oggi – in riferimento alla discarica di Malagrotta a Roma e altre discariche nella regione Lazio. La vicenda ha inizio nel 2009 quando la Commissione ha avviato un’indagine sulla violazione dell’obbligo di trattamento dei rifiuti riguardante la discarica di Malagrotta. In tale contesto le autorità italiane hanno riconosciuto che il Ministero dell’Ambiente ha autorizzato la Regione Lazio a collocare, fino al 31 dicembre 2009, rifiuti “tal quali” in detta discarica. Nel marzo 2011, le stesse autorità hanno informato la Commissione che tutti i rifiuti conferiti in discarica a Malagrotta dovevano essere considerati come rifiuti “trattati”.
Ma secondo la Commissione la mera triturazione e/o compressione dei rifiuti indifferenziati, senza un’adeguata selezione e una qualche forma di stabilizzazione delle diverse frazioni dei rifiuti, non risponde agli obiettivi della direttiva.
La Commissione ha pure rilevato il deficit di capacità di trattamento meccanico-biologico che risulterebbe dal piano regionale di gestione dei rifiuti, tanto nel SubAto (sub-ambito territoriale ottimale) di Roma, in cui si trova la discarica di Malagrotta, quanto nel SubAto di Latina.
La direttiva relativa alle discariche risale al 1999. Tale direttiva prevede – mediante rigidi requisiti operativi e tecnici per i rifiuti e le discariche – misure volte a prevenire o a ridurre il più possibile le ripercussioni negative sull’ambiente, in particolare l’inquinamento delle acque superficiali, delle acque freatiche, del suolo e dell’atmosfera e i rischi per la salute umana risultanti dalle discariche di rifiuti, durante l’intero ciclo di vita della discarica. E impone agli Stati di far si che solo i rifiuti trattati vengano collocati a discarica. Dove per “trattamento” si deve intendere i processi fisici, termici, chimici o biologici (inclusa la cernita), che modificano le caratteristiche dei rifiuti allo scopo di ridurne il volume o la natura pericolosa, di facilitarne il trasporto o favorirne il recupero.
La direttiva 2008 relativa ai rifiuti prevede poi che gli Stati membri adottino le misure appropriate per la creazione di una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento dei rifiuti e di impianti per il recupero dei rifiuti urbani non differenziati provenienti dalla raccolta domestica, tenendo conto delle migliori tecniche disponibili.