Riceviamo e volentieri pubblichiamo
La ricerca made in Italy dietro i rapporti dell’Ipcc sui cambiamenti climatici
[7 Novembre 2014]
Dati, modelli, pubblicazioni e autori. Il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici e il suo ruolo rilevante in quella che può essere definita la più aggiornata e completa raccolta del sapere scientifico sul clima. Nel Quinto Rapporto di Valutazione sui Cambiamenti Climatici il CMCC si distingue per la qualità e la quantità dei propri contributi, con una partecipazione che non ha uguali in Europa. Una buona notizia per tutto il mondo della ricerca scientifica italiana.
Centoquaranta pubblicazioni citate, otto autori che hanno contribuito attivamente alla realizzazione del Rapporto dell’IPCC che, per la prima volta, ha utilizzato modelli e dati climatici prodotti da un Centro italiano. Senza dimenticare un’importante presenza nel board, con Carlo Carraro vice-presidente del WG3, e il Focal Point per l’Italia, impersonato da Sergio Castellari, vera e propria interfaccia tra la dimensione globale dell’IPCC e il nostro Paese. Il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici ha contribuito in maniera consistente a tutte le fasi della realizzazione del Quinto Rapporto di Valutazione sui Cambiamenti Climatici dell’IPCC, la raccolta che mette insieme il meglio della ricerca mondiale sul clima e che ha appena terminato il suo iter di pubblicazione.
In ogni parte del report, che comprende analisi sulle basi fisico-scientifiche dei cambiamenti climatici (Working Group I), valutazioni e studi sugli impatti l’adattamento e le vulnerabilità (Working Group II), analisi e valutazioni sulla mitigazione e le strategie per ridurre le emissioni di gas a effetto serra (Working Group III), il CMCC ha svolto un ruolo di primo piano confermando la dimensione multidisciplinare e internazionale della propria ricerca. A partire dalle pubblicazioni, che sono il primo metro di valutazione della ricerca scientifica. Centoquaranta sono quelle che, citate nel rapporto IPCC, sono prodotte dalle attività di ricerca del CMCC, e includono articoli e libri con almeno un autore del Centro e articoli nati da progetti di ricerca coordinati dal Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici.
Oltre a questi dati, testimoni di una ricerca made in Italy che trova grande e diffusa attenzione sulla scena internazionale, il bilancio delle attività relative al rapporto IPCC non può dimenticare gli autori che, nei diversi capitoli, hanno lavorato alla redazione dei contenuti. Riccardo Valentini ha svolto l’importante ruolo di Cooordinating Lead Author nel capitolo 23, quello dedicato all’Europa, del Working Group 2, e nello stesso capitolo hanno lavorato in qualità di contributing authors anche Antonio Navarra, Donatella Spano e Maria Vincenza Chiriacò, mentre Francesco Bosello ha contribuito al capitolo 10 dedicato ai settori e ai servizi economici. Carlo Carraro, che del Working Group 3 è vice-presidente, ha anche svolto attività di review editor per il capitolo 16 dal titolo “Cross-cutting Investment and Finance Issues”. Per lo stesso capitolo Emanuele Massetti ha svolto il ruolo di lead author, così come hanno fatto Valentina Bosetti (capitolo 2 – “Integrated Risk and Uncertainty Assessment of Climate Change Response Policies”), Massimo Tavoni (capitolo 6 – “Assessing Transformation Pathways”), Alessandro Lanza (capitolo 10 – “Industry”). Per quanto riguarda invece il Working Group 1, che fornisce una rassegna completa ed esauriente sui principi fisici di base dei cambiamenti climatici, gli autori dell’IPCC hanno utilizzato una serie di modelli fisico-matematici per disegnare quattro diversi scenari che prendono in considerazioni distinti percorsi di emissioni di gas a effetto serra. Per ciascuno di questi si prende in considerazione quanto potrà cambiare la temperatura media del pianeta e quali conseguenze questo potrebbe avere su alcuni processi fisici. I modelli e i dati climatici qui utilizzati provengono da un grande progetto, chiamato CMIP5, che coinvolge i più autorevoli centri di ricerca al mondo tra cui figura il CMCC, primo centro di ricerca italiano che ha contribuito attivamente alla rete globale di modelli climatici utilizzati per la stesura del rapporto Ipcc.
Non va dimenticato, infine, che il CMCC ospita il Focal Point Ipcc per l’Italia, ruolo svolto da Sergio Castellari, che rappresenta l’interfaccia tra l’organismo internazionale e i decisori politici, la pubblica opinione, i media e la comunità scientifica a livello nazionale.
La partecipazione del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici al rapporto dell’IPCC è un riconoscimento della qualità della ricerca del CMCC, dell’autorevolezza e del prestigio dei ricercatori sulla scena mondiale e di come i risultati che scaturiscono dall’attività multidisciplinare del Centro siano tenuti in considerazione da parte della comunità internazionale delle scienze del clima e degli stakeholder della ricerca. Una buona notizia non solo per il CMCC, ma per tutta la ricerca scientifica del nostro Paese.