I numeri dell’ultimo rapporto Fao
Cereali da record, non ne sono mai stati prodotti tanti nel mondo
Conflitti, ebola, condizioni climatiche avverse e sprechi aumentano però l’insicurezza alimentare
[11 Dicembre 2014]
Le più recenti stime confermano che la produzione cerealicola mondiale per il 2014 toccherà il record storico di oltre 2,5 miliardi di tonnellate.
Sospinta da ottimi raccolti in Europa e da un output record di mais negli Stati Uniti la produzione di cereali quest’anno dovrebbe raggiungere i 2,532 miliardi di tonnellate, incluso il riso lavorato, ossia lo 0,3% in più rispetto al 2013, secondo l’ultimo Rapporto FAO Crop Prospect and Food Situation (Prospettive dei Raccolti e Situazione Alimentare).
Il raccolto mondiale di cereali nel 2014 supererà il consumo previsto per il 2014/15, permettendo una crescita delle scorte al loro livello massimo dal 2000 e facendo crescere il rapporto scorte/consumo mondiale, una misura sostitutiva alternativa [proxy] delle condizioni di offerta, fino al 25,2%, il livello più alto degli ultimi 13 anni – afferma la FAO.
Tuttavia, il rapporto avverte anche che l’insicurezza alimentare sta peggiorando in molti paesi a causa di conflitti, di condizioni climatiche avverse e dell’epidemia del virus Ebola (EVD). 38 paesi sono a rischio di insicurezza alimentare, tra cui 29 in Africa, 3 in più rispetto a quelli stimati in Ottobre.
Ebola ha causato uno dei maggiori shock per l’agricoltura ed il settore agro-alimentare dell’Africa Occidentale, avendo cominciato a diffondersi durante la stagione della semina e avendo continuato a propagarsi durante tutto il ciclo del raccolto, specialmente in Guinea, Liberia e Sierra Leone. La FAO ha avvertito che i prezzi locali del riso e quelli della manioca, il secondo alimento base della regione, hanno registrato dei notevoli incrementi a Freetown ed in altre città a settembre.
Anche le avverse condizioni climatiche nella regione del Sahel porteranno probabilmente ad una drastica riduzione dei raccolti – come il calo del 38% rispetto alla media in Senegal.
La situazione in Siria è particolarmente grave, dove un raccolto modesto va ad aggiungersi alle difficoltà legate all’inasprirsi della guerra civile. Si stima che 6,8 milioni di persone – di cui alcune rifugiatesi nei paesi confinanti – siano colpite da una grave insicurezza alimentare. La FAO segnala una notevole riduzione della produzione agricola nel 2014, dovuta all’abbandono delle terre, alla scarsità della forza-lavoro, alle centrali elettriche danneggiate, nonché alla siccità.
Molto preoccupante è anche la situazione in Iraq, dove il numero delle persone sfollate a causa della guerra civile è triplicato rispetto all’anno scorso, per toccare i 2,8 milioni di persone.
Un terzo della popolazione ha bisogno urgente di assistenza alimentare nella Repubblica Centrafricana (CAR), dove la produzione alimentare quest’anno è stimata essere del 58% inferiore alla media, sebbene migliorata nel 2013, ha riferito la FAO. E’ stato rilevato un aumento delle violenze da inizio Ottobre, in un paese in cui una famiglia su quattro è dovuta ricorrere a strategie di resistenza negative, come vendere le risorse produttive e macellare il bestiame. [http://www.fao.org/3/a-I4159E.pdf]
I prezzi delle derrate alimentari sono schizzati del 70% quest’anno nella Repubblica Centrafricana. Secondo la FAO, il calo della produzione cerealicola è stato parzialmente attenuato dal grosso aumento (+ 45%) nella produzione di manioca, che, sebbene meno nutriente, è però meno dipendente dal lavoro e da altri input agricoli.
I movimenti dei rifugiati – in particolare dalla regione del Darfur in Sudan, dalla Nigeria settentrionale, dalla Repubblica Centrafricana e dal Mali – hanno causato pressioni sulle offerte alimentari locali, specialmente in Chad, dove oltre 550,000 persone hanno bisogno di assistenza alimentare, secondo il rapporto.
Sebbene l’ultimo raccolto e l’erogazione di aiuti umanitari abbiano dato un po’ di sollievo, si stima che oltre 6 milioni di persone nel Sud Sudan, in Sudan ed in Somalia abbiano bisogno di assistenza, e i prezzi in quei paesi restano alti, con quelli del sorgo addirittura quadruplicati nelle aree maggiormente colpite dal conflitto, mettendo ulteriormente a rischio l’accesso al cibo per le categorie vulnerabili.
Altrove in Africa le condizioni sono state migliori, specialmente in Sud Africa, dove i prezzi stabili del mais sono diminuiti per via della grossa offerta legata alla sicurezza alimentare dovuta all’ottima produzione di quest’anno. L’offerta di mais più stabile ha anche portato ad un calo del 78% nel numero di persone che soffrono d’insicurezza alimentare nello Zimbabwe.
I recenti raccolti e le prospettive favorevoli per i raccolti della seconda stagione hanno contribuito a far scendere i prezzi del mais in alcuni paesi dell’Africa Orientale.
Al tempo stesso, la produzione cerealicola nel 2014 è stata leggermente sotto la media in Nord Africa, dove il Marocco ha sofferto drastiche riduzioni per via delle piogge incostanti, mentre la produzione in Tunisia si è ripresa dopo un modesto raccolto nel 2013.
Il Messico sta registrando un raccolto eccezionale di mais e la sua produzione cerealicola è stimata aumentare del 7% rispetto al raccolto record dello scorso anno, ha riferito la FAO.
Questo potrebbe ridurre il deficit produttivo atteso in America Centrale, dove un periodo di siccità all’inizio dell’anno ha causato un calo della produzione di mais di circa il 9%, portando 400,000 famiglie in Honduras, El Salvador e Guatemala ad aver bisogno di assistenza alimentare.
La produzione aggregata di cereali dall’Europa quest’anno è stimata in aumento del 5,3% rispetto al 2013, mentre negli Stati Uniti è prevista una produzione record di mais, nonostante una minore superficie seminata.
di Fao