Libia, attacco a una petroliera greca che riforniva i ribelli islamisti
Almeno due morti e sfiorato il disastro ambientale
[5 Gennaio 2015]
Il governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale ha ammesso di aver attaccato una petroliera battente bandiera liberiana nel porto di Derna, nell’est del Paese controllato dalle milizie islamiste ed indipendentiste. Il portavoce dell’esercito lealista, il colonnello Ahmed Mesmari, ha detto che l’equipaggio della petroliera, tra il quale si conterebbero almeno due vittime, «Non ha ottemperato agli ordini».
La petroliera colpita è l’Araevo e ieri pomeriggio era stata attaccata da un aereo non identificato, ma stamattina le forze del governo di Tobruk, quello riconosciuto dalla maggioranza della comunità internazionale, hanno ammesso la paternità dell’attacco, anche se sono in molti a pensare che sia in realtà stato l’ennesimo attacco aereo contro gli integralisti islamici da parte di un aereo egiziano senza insegne. Mesmari ha detto che «La petroliera era sospetta. Effettivamente il fuoco è stato aperto perché la nave non ha seguito le istruzioni e la richiesta di arrestare la sua rotta per un controllo».
Quindi la petroliera sarebbe stata attaccata fuori dal porto, mentre stava arrivando per rifornire di 12.600 tonnellate di gasolio le centrali elettriche che alimentano le città controllate dagli islamisti: Derna, Khoms, Bengasi Misurata. L’armatore greco che ha noleggiato l’Araevo ha detto alla Reuters che 4 membri dell’equipaggio (composto da 21 filippini, tre greci e 2 rumeni) sono stati feriti e due di questi sarebbero morti. I greci assicurano che non c’è stato nessuno sversamento di petrolio in mare, se fosse davvero così, probabilmente la petroliera è stata solo mitragliata, ma è chiaro che né al governo “ufficiale” libico né ai ribelli islamisti interessa niente dell’ambiente.
Il ministero degli esteri greco ha definito «vile», l’attacco portato alla petroliera dall’areo “libico” ed ha detto che «La nave effettuava da numerosi anni la rotta Marsa el-Brega – Derna senza problemi». La Grecia, che pure dovrebbe sostenere il governo riconosciuto dall’Ue, ha chiesto l’apertura di un’inchiesta e la punizione dei responsabili del raid aereo, ma il governo di Atene dovrebbero anche spiegare cosa ci faceva una petroliera battente bandiera liberiana ma noleggiata da un armatore greco in un porto saldamente in mano agli islamisti che contrabbandano il petrolio libico ma hanno bisogno di gasolio raffinato per produrre energia elettrica.
Misteri e contraddizioni della politica occidentale che con una mano combatte le milizie islamiste e con l’altra le finanzia traffica idrocarburi e fa affari con le stesse milizie integraliste. In ogni caso questo attacco dimostra l’importanza dei porti, del petrolio e dell’economia in quella che viene presentata come una guerra “religiosa e tribale”, mentre la varie fazioni libiche, uscite armate fino ai denti dal disastroso intervento della Nato che ha messo fine al regime di Muammar Gheddafi, si danno battaglia per le risorse petrolifere e gasiere da vendere e scambiare con quegli stessi occidentali, che credevano di impadronirsene attraverso un governo amico ed ora si trovano a dover trattare con i fan di Al Qaeda e dello Stato Islamico/Daesh.