Conferenza Onu sul clima di Parigi: i tre criteri di Hollande perché abbia successo

«La Francia chiuderà una centrale nucleare», ma quando? I no-nuke all’attacco su Fessenheim

[5 Gennaio 2015]

Oggi il presidente francese François Hollande con la sua intervista a France Inter ha fissato le condizioni per un successo della 21esima Conferenza della parti dell’United Nations Framework Convention on Climate Change (Cop21 Unfccc) che si terrà a Parigi dal 20 novembre all’11 dicembre: un testo con obiettivi obbligatori; 100 miliardi di euro di finanziamenti per il Green Found  per i Paesi emergenti ed in via di sviluppo entro il 2020; creazione di nuovi contributi.

Hollande si è chiesto: «Possiamo trovare un accordo obbligatorio per ridurre le missioni di gas serra? Possiamo destinare 100 miliardi di euro per i Fonds vert per i Paesi emergenti? Siamo in grado di immaginare novi contributi?» e si è risposto: «Se questi tre criteri saranno messi insieme, potremo dire che ci siamo riusciti».

Il sito del ministero degli esteri francese ricorda che la Cop21 Unfccc di Parigi «Intende arrivare ad un c accordo internazionale sul clima che permetterà di contenere il riscaldamento globale entro i dei 2° C» ed Hollande sa che sul clima si giocherà molte delle possibilità di far risalire la sua popolarità calata ai minimi storici, tanto che il primo invitato all’Eliseo nel 2015 è stato Nicolas Hulot, inviato speciale di Hollande “pour la protection de la planète” e nei suoi auguri de di fine anno ai francesi Hollande aveva detto: «Dobbiamo guidare il mondo perché possa adottare a sua volta una dichiarazione per i diritti dell’umanità  per preservare il pianeta».

La Cop21 Unfccc è per Hollande una grande occasione ma anche un enorme rischio, anche perché dovrà dimostrare prima di tutto in patria che la sua leadership internazionale in tema ambientale è reale, a cominciare dal nucleare, sul quale è sotto attacco da parte degli ex alleati verdi.

A France Inter Hollande ha detto «Gli studi sono in corso. Dopo che è stata votata  la legge sulla transizione energetica, bisogna fermare una centrale, non forzatamente Fessenheim. (…) Ma ho preso l’impegno di chiudere Fessenheim»

Fessenheim, nell’Haut-Rhin, è la più vecchia centrale nucleare francese in attività e durante la campagna elettorale per le presidenziali Holland aveva promesso che la avrebbe chiusa, senza però dire quando.  La loi sur la transition énergétique, adottata dall’Assemblea Nazionale nell’ottobre 2014, mette un tetto di 63,2 gigawatt alla produzione di energia nucleare, se davvero nel 2017 entrerà in funzione il contestatissimo reattore pressurizzato europeo (Epr) di Flamanville, il governo dovrebbe chiudere due reattori ed a Fessenheim ci sono proprio 2 reattori. Ma la ministro dell’ecologia, Ségolène Royal, ha sempre detto che i reattori che verranno fermati potrebbero anche non essere quelli di Fessenheim. La cosa ha fatto arrabbiare gli antinucleari francesi, soprattutto dopo che Edf  Fessenheim ha realizzato uno studio di impatto ambientale per chiedere di continuare a scaricare l’acqua di raffreddamento nel Reno, mentre l’Etude du dossier de renouvellement des autorisations sur l’eau de la centrale nucléaire EDF de Fessenheim, realizzato dall’Association Trinationale de Protection Nucléaire e del Bund für Umwelt- und Naturschutz Freiburg, dimostra che gli scarichi ed i prelievi d’acqua della centrale nucleare sono concessi in base a regolamenti obsoleti che risalgono agli anni ‘70.

Gli ambientalisti dicono che la richiesta di Edf  Fessenheim  si basa su uno studio che non tiene conto dell’impatto ambientale su flora e fauna, soprattutto i salmoni,  degli scarichi di acqua calda che fanno raggiungere al Reno temperature di 28 –  29°C. Inoltre l’innalzamento delle temperature del fiume aumenta il rischio di contaminazione microbiologica dell’acqua potabile ed Edf sorvola sulla morte di milioni di pesci ed invertebrati provocata dal sisteme di aspirazione dell’acqua per il raffreddamento della centrale nucleare.

I no-nuke francesi e tedeschi dicono che Edf non ha fatto nulla per ridurre i suoi scarichi che presentano livelli di radioattività superiori a quelli delle centrali nucleari della Germania. Inoltre la multinazionale francese minimizza i rischi di fughe di prodotti chimici legati agli scarichi di acqua nel Reno.

E’ inaccettabile – concludono gli ambientalisti – che  Fessenheim ottenga l’autorizzazione a continuare a riscaldare il Reno ed a scaricare queste sostanze radioattive e tossiche. Questa vecchia centrale può e deve essere fermata immediatamente!»

Una bella grana per Hollande che vuole presentarsi come il leader mondiale della politica ambientalista alla Copp21 Unfccc di Parigi e che negli stessi giorni rischia di trovarsi con qualche gigantesca manifestazione nucleare davanti al ferrovecchio nucleare di Fessenheim.