Qualità delle acque di falda a rischio con il “Decreto del fare”?
[5 Luglio 2013]
Nelle pieghe dei “decretoni” emanati dai vari Governi, specialmente per sostenere l’economia, è consuetudine che si nascondano delle insidie per l’ambiente.
Sembra rispettare la tradizione anche il cosiddetto “Decreto del Fare” del governo Letta, che modificando il testo Unico sull’Ambiente D.lgs. 152/2006 in un passaggio sulle acque di falda di fatto manda a farsi benedire il principio “chi inquina paga” voluto dalla normativa europea.
Nello specifico l’articolo 243 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, è sostituito dal seguente Articolo 243 (Gestione delle acque sotterranee emunte) del “Decreto del fare” che al punto 1 recita: “Nei casi in cui le acque di falda contaminate determinano una situazione di rischio sanitario, oltre all’eliminazione della fonte di contaminazione ove possibile ed economicamente sostenibile, devono essere adottate misure di attenuazione della diffusione della contaminazione conformi alle finalità generali e agli obiettivi di tutela, conservazione e risparmio delle risorse idriche stabiliti dalla parte terza”.
«La qualità dell’acqua è subordinata alle logiche economiche, da oggi se chi inquina è d’accordo, si attenuerà l’inquinamento senza eliminare le sue fonti», hanno dichiarato dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua. «È assolutamente grave che venga inserito il principio della sola “attenuazione” dell’inquinamento anche in presenza di rischio sanitario conclamato».
Una conferma dei pericoli della nuova norma, viene anche da Enzo Di Salvatore, professore di Diritto Costituzionale all’Università di Teramo: «Subordinare l’eliminazione della fonte di inquinamento oltreché a possibilità tecniche anche al presupposto che ciò sia economicamente sostenibile per il privato che inquina, si sostanzia in una prevalenza degli interessi economici del privato sul diritto alla salute e all’ambiente salubre. Ciò viola anche il diritto dell’Unione europea e segnatamente il principio chi inquina paga».
Considerata la situazione il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua lancia un appello al ministro dell’Ambiente Orlando, che ha dichiarato il tema della tutela dell’acqua tra quelli prioritari per il suo mandato, affinché il Governo riveda profondamente una posizione del tutto inaccettabile su un bene comune come l’acqua. «Chiediamo ai parlamentari di tutti i gruppi di intervenire per stralciare o almeno modificare profondamente le norme dal provvedimento nell’iter di conversione in legge in modo da rendere le norme realmente utili alla tutela della qualità dell’acqua» hanno concluso dal Forum.