In un nuovo studio il triste rito funebre delle stenelle maculate atlantiche per i loro cuccioli

Anche i delfini piangono i loro morti?

[3 Febbraio 2015]

E’ noto che gli elefanti dimostrano empatia per i loro simili sofferenti e morti, che i leoni marini restano accanto ai corpi dei loro parenti più stretti e che anche tra i primati, comprese piccole scimmiette come gli uistiti, e tra almeno una specie di corvidi sembrano esserci riti o attenzioni funebri per i loro compagni e simili. Ora un nuovo studio,  “Supportive behavior of free-ranging Atlantic spotted dolphins (Stenella frontalis) toward dead neonates, with data on perinatal mortality”, pubblicato su  Acta ethologica da un team di ricercatori portoghesi del Museu da Baleia da Madeira e dell’Universidade do Porto «Aggiunge la stenella maculata atlantica  Stenella  frontalis alla lista delle specie che mostrano comportamenti “nurturant” come risposta alla mortalità perinatale».

La ricerca si basa  su due osservazioni comportamentali largo dell’arcipelago di Madeira, una regione autonoma del Portogallo, e su esami post-mortem effettuati su quattro carcasse recenti di neonati, due provenienti dagli eventi studiati in situ e due da episodi precedenti, con ritrovamento di carcasse galleggianti ma senza stenelle maculate adulte nelle vicinanze.

I ricercatori scrivono su Acta ethologica che «Le osservazioni in situ mostrano che adulti di stenella maculata atlantica cercano di sostenere i loro cuccioli morti in superficie, sia coinvolgendo un singolo individuo (presumibilmente la madre) o più individui. Le condizioni di estrema freschezza delle carcasse suggeriscono che gli a dulti le abbandonino dopo un breve periodo di tempo (ore) Gli esami post-mortem suggeriscono che i quattro neonati siano morti per cause naturali, e non per cause antropiche, predazione o altre interazioni comportamentali intra  o interspecifica, come descritto in alcune popolazioni di cetacei». Lo studio è servito anche a fornire misurazioni più precise dei cuccioli di Stenella frontalis, che per questa specie sono scarse nella letteratura scientifica.

A quanto pare  le stenelle maculate adulte mantengono a galla i loro cuccioli morti: nel primo caso, osservato da una barca che trasporta turisti,   4 stenelle adulte hanno sostenuto  per almeno 30 minuti un cucciolo morto prima di lasciarlo in balia del mare. Nel secondo caso, osservato da una nave di ricerca scienifica, un adulto, presumibilmente la madre, è stato visto sostenere un cucciolo morto in superficie.

Comportamenti di sostegno in superficie  di cuccioli morti  sono stati documentati  in numerose altre specie di delfini, compresi i tursiopi (Tursiops truncatus), Il capo del team di ricerca Filipe Alves, un biologo che lavora per il CIIMAR-Madeira ed il Parque natural da Madeira, Intevistato da Mary Bates di  Wire, ha spiegato che «Questo è coerente con lutto. Il comportamento è legato a legami  generazionali complessi che sono comuni nei mammiferi oceanici. La differenza è che il nostro studio suggerisce che gli adulti di stenelle maculate atlantiche tendono ad abbandonare le carcasse, dopo un breve periodo (da minuti ad alcune ore). Ci sono registrazioni di altre specie di delfini che trasportano carcasse per diversi giorni, anche dopo che cominciano a decomporsi».

L’attenzione e comportamento solidale verso piccoli morti sono stati osservati anche in altri odontoceti, nelle lontre marine, nelle foche ed otarie, nelle scimmie, nelle grandi scimmie e negli elefanti. Quello che queste specie hanno in comune è che sono mammiferi.

Secondo Alves «Le specie che vivono in un sistema matrilineare, come le orche e gli elefanti; le specie che vivono in branchi di individui connessi, come i globicefali, il cui banco può comprendere fino a quattro generazioni di animali, quando passano una vita insieme, a volte 60 anni o più, sì, credo possano piangere».

Nel loro studio i ricercatori portoghesi hanno evitato di usare la parola “dolore”, preferendo classificare il rituale delle stenelle maculate come comportamento “nurturant”, un termine che comprende molte attività di origine animale come il grooming sociale, lo scambio di doni ed anche l’adozione di un animale di un’altra specie.

Osservando questi delfini che vivono nell’Atlantico  la domanda che viene spontanea è:  si sentono tristi per la morte di un loro caro? E i ricercatori rispondono che, anche se non è certo che siano i sentimenti a guidare il comportamento delle stenelle maculate ed il bisogno di accudire i cuccioli morti, il rito potrebbe essere interpretato come una forma di  lutto. E l’esistenza di un rituale post-mortem è un altro punto di una lunga lista di cose che collega i delfini (ed altri animali) agli esseri umani.