Olio di palma: stop all’invasione, la petizione già a 100.000 firme
Sei catene di supermercati cambiano i loro prodotti, già 200 senza olio di palma
[4 Febbraio 2015]
In poco più di due mesi la petizione per arginare l’invasione dell’olio di palma negli alimenti e fermare il disboscamento delle foreste tropicali – promossa da Il Fatto Alimentare da Great Italian Food Trade su Change.org – ha raggiunto 100 mila firme.
I promotori ringraziare tutti i sostenitori e annunciare che qualche cosa si sta muovendo: «Sei catene di supermercati hanno dichiarato di voler togliere l’olio di palma dai loro prodotti a marchio (Coop, Esselunga, Carrefour, Ikea, Ld discount e Md market) e alcune hanno già cominciato a vendere sugli scaffali biscotti e fette biscottate senza grassi tropicali. In particolare la scelta di Carrefour ha un valore importante perché si tratta di un percorso avviato anche in altri Paesi e si prevede di portare a termine la progressiva e parziale sostituzione del palma entro il 2020. È bene ricordare che la sostituzione del grasso di palma con grassi che non peggiorano il livello nutrizionale e non penalizzano il gusto come olio di mais, girasole, colza… non comporta spese aggiuntive».
Secondo un censimento realizzato dal Fatto Alimentare biscotti, merendine, fette biscottate, snack e creme al cacao e nocciola che non contengono palma sono più di 200 prodotti e la lista si allunga ogni giorno (http://www.ilfattoalimentare.it/olio-di-palma-biscotti-tab.html).
Secondo Fatto Alimentare e Great Italian Food Trade, «Per rendersi conto dei motivi che ci hanno spinto ad avviare questa campagna contro l’invasione dell’olio di palma basta dire che nel giro di pochi decenni l’Indonesia ha perso oltre 5 milioni di ettari di foreste primarie, convertite in monocolture di palme da olio, e oltre 4 milioni ne ha persi la Malesia, con effetti disastrosi sulla biodiversità locale. Abbattere foreste è, per varie ragioni, un sistema molto comodo per chi voglia avviare una piantagione di palme. Prima di diventare un campo agricolo, la foresta fornisce legname, mentre i roghi per la pulizia finale lasciano sul terreno cenere buona per la terra, che abbatte i costi iniziali di concimazione. Purtroppo la richiesta di olio palma è in aumento in tutto il mondo e i territori dedicati alle piantagioni continuano a crescere».
La petizione sottolinea due punti: 1) La produzione di palma è correlata alla rapina delle terre e alla deportazione di milioni di famiglie africane e asiatiche (land grabbing). È inoltre causa primaria della deforestazione di aree boschive (prima causa di emissioni di CO2 nel Sud-Est asiatico) e della devastazione degli “habitat” naturali per lasciare spazio alle monocolture come quelle della palma da olio. Queste operazioni comportano gravi violazioni dei diritti umani, l’eliminazione della sovranità alimentare e la riduzione della biodiversità. Per stemperare le problematiche e ripulire l’immagine dell’olio di palma esiste una certificazione sostenibile (RSPO), che tuttavia copre solo una quota minima della produzione, senza neppure mitigare i problemi denunciati.
2) L’olio di palma viene utilizzato dalla maggior parte delle aziende alimentari perché costa poco e si presta a molti utilizzi. Secondo i nutrizionisti l’assunzione giornaliera di dosi elevate di questo ingrediente può risultare dannosa per la salute a causa della presenza dei grassi saturi. Questa ipotesi si verifica più spesso di quanto si creda, visto che il palma si trova nella maggior parte degli alimenti trasformati, soprattutto in quelli più consumati dai giovani. Anche se in Italia non esistono studi sul consumo pro-capite, i nutrizionisti consigliano di limitarne l’assunzione, in particolare ai bambini che sono i più esposti.
Il Fatto Alimentare chiede al Ministero della salute e agli enti pubblici di «disporre l’esclusione dalle pubbliche forniture di alimenti che contengano olio di palma. Questa clausola deve essere inserita in tutti i capitolati di appalto per l’approvvigionamento delle mense scolastiche, ospedaliere e aziendali, nonché dei distributori automatici collocati in scuole e pubblici edifici».
Per firmare la petizione:
https://www.change.org/p/stop-all-invasione-dell-olio-di-palma.