Fotovoltaico organico, la DSSC è la tecnologia più efficiente e sostenibile
L’Università di Siena valuta i pannelli di terza generazione per performance energetica e tutela dell’ambiente
[6 Febbraio 2015]
«La vera efficienza si misura in rapporto alla sostenibilità ambientale», è questa la filosofia alla base del lavoro del team di ricercatori dell’università di Siena, coordinato da Riccardo Basosi, che ha condotto un’ampia e approfondita analisi dei pannelli di terza generazione, le Dye Sensitized Solars Cells (DSSC), per arrivare a proporre una metodologia di valutazione basata sul rapporto tra capacità dei dispositivi di produrre energia e costi per l’ambiente.
I lavoro del team senese, che comprende anche Maria Laura Parisi e Simone Maranghi, è stato pubblicato sulla prestigiosa Renewable and Sustainable Energy Reviews con il titolo “The evolution of the dye sensitized solar cells from Grätzel prototype to up-scaled solar applications: a life cycle assessment approach” e tiene dunque conto del parametro di durata dei pannelli, con un approccio Life Cycle Assessment, «per stabilire quale sia il potenziale innovativo di ogni singola specificità tecnologica nell’ambito dei pannelli fotovoltaici organici, e metterla a confronto con altre tecnologie avanzate utilizzate in altri tipi di pannelli».
Secondo il team senese, «Tra le celle solari più innovative, le tecnologie DSSC rappresentano un’alternativa percorribile rispetto ai sistemi tradizionali, sia per vantaggio economico sia per metodologie costruttive eco-friendly, che permettono un migliore riciclo degli elementi, con minore impatto ambientale».
E Basosi spiga: «In anni recenti è stato fatto un lavoro immenso per individuare le celle solari più efficienti, e le attività di ricerca e sviluppo hanno consentito la progettazione di sistemi solari ad alta efficienza che stanno per essere immessi sul mercato. Nel nostro studio abbiamo voluto adottare un punto di vista preciso, quello della durata delle celle solari, mettendolo a confronto con l’efficienza produttiva, per offrire a chi si occupa dello sviluppo delle nuove tecnologie una valutazione complessiva dei prodotti, sia in base all’impatto ambientale sia alla produttività».
I ricercatori senesi sottolineano che «Dalla valutazione si deduce come le caratteristiche strutturali e di funzionamento rendano le DSSC più vantaggiose sia per minori costi di smaltimento che per un ridotto impatto ambientale».
Grazie allo studio italiano vengono anche individuati fattori di miglioramento dell’efficienza energetica: «Ad esempio, passando dal vetro a un substrato polimerico per il supporto, l’impatto ambientale causato dai consumi energetici può essere ridotto del 35% – concludono gli autori della ricerca – Dalla nostra analisi è evidente che i pannelli DSSC presentano netti vantaggi, nonostante non siano ancora state perfezionate le tecnologie produttive industriali».