Attac: perché bisogna fermare il TISA – Trade In Service Agreement
L'obiettivo del negoziato internazionale è la totale privatizzazione di servizi e beni pubblici
[9 Febbraio 2015]
Mentre si è appena concluso a Bruxelles l’ottavo round del negoziato fra Usa e Unione Europea sul TTIP, emergono periodicamente nuovi documenti sull’altro segretissimo negoziato in corso, il Trade In Service Agreement (TISA). Si tratta di un negoziato cui prendono parte i paesi che hanno i mercati del settore servizi più grandi del mondo: Usa; Australia, Nuova Zelanda, Canada, i 28 paesi dell’Unione Europea, più altri 18 Stati, che complessivamente producono il 70 % del prodotto interno lordo globale.
E, naturalmente, l’obiettivo di questo negoziato è la totale liberalizzazione e privatizzazione dei servizi pubblici, riprendendo gran parte del vecchio Accordo generale sul commercio dei servizi (Agcs), discusso per oltre 10 anni all’interno dell’Organizzazione mondiale del Commercio (Omc) e fallito sotto la pressione delle mobilitazioni sociali del movimento altermondialista.
Dopo la prima denuncia del negoziato, fatta da Wikileaks lo scorso giugno, attraverso la pubblicazione di un primo documento, incentrato sulla liberalizzazione dei servizi e prodotti finanziari, dei servizi bancari e dei prodotti assicurativi, un secondo documento è trapelato a metà dicembre attraverso la rete Associated Whistle-Blowing Press, relativo all’intenzione da parte degli Usa di inserire nel negoziato gli interessi della Coalition of Service Industries, lobby statunitense di cui fanno parte IBM, HP e Google, nel promuovere l’accesso e la distribuzione dell’informazione, delle applicazioni e dei servizi scelti dai consumatori, senza alcuna restrizione al trasferimento dei dati tra i paesi, con immaginabili conseguenze per la protezione dei consumatori e per le leggi sulla privacy.
E’ invece di questi giorni un terzo documento, anch’esso diffuso dalla Associated Whistle-Blowing Press, che rivela il deciso attacco alla sanità pubblica portato avanti all’interno del Tisa. Si tratta di una proposta, discussa lo scorso 6 ottobre a Bruxelles, che prevede l’apertura totale delle frontiere al mercato della sanità, valutato in 6 trilioni di dollari, per facilitare la mobilità dei pazienti tra paesi diversi, attraverso la distribuzione di voucher individuali alle persone, che potranno decidere in quali paesi utilizzarli. L’obiettivo è la privatizzazione totale dei sistemi sanitari con grande vantaggio dei cittadini più ricchi, delle cliniche private e delle compagnie assicurative, il tutto pagato con i soldi dei contribuenti.
Anche il capitolo sulla sanità, come gli altri precedenti, porta la clausola “confidential”, ribadendo la segretezza del negoziato, che prevede l’impegno dei governi a non rivelarne i contenuti non solo in corso d’opera, bensì fino a cinque anni dopo l’approvazione.
Tisa e Ttip costituiscono il più compiuto attacco portato avanti in questi anni ai diritti del lavoro, ai beni comuni e ai servizi pubblici, ai diritti sociali e ambientali, oltre a determinare il definitivo passaggio dallo stato di diritto allo stato di mercato, con la fine della democrazia e della sovranità popolare.
Ma fermarli si può: in questi giorni a Bruxelles le diverse campagne nazionali Stop Ttip hanno consolidato la rete d’iniziativa comune; e, mentre la petizione europea promossa dai movimenti viaggia a pieno ritmo verso i 2 milioni di firme, è posizionata ai blocchi di partenza la costruzione di una forte mobilitazione sociale, in tutti i paesi europei e negli Usa, per il prossimo 18 aprile, giornata transnazionale di protesta contro Ttip, Ceta (accordo di libero scambio Ue-Canada) e Tisa.
Nessuno che abbia a cuore il diritto al futuro può chiamarsene fuori.
Marco Bersani Attac Italia