I consumatori contro il governo, no all’abolizione del mercato tutelato dell’energia
«Non si tratta di fare allarmismi ma di fare i conti. Sarebbe un paradosso»
[16 Febbraio 2015]
Se in Italia c’è un verbo parola che rappresenta un mantra trasversale per l’energia elettrica, quello è privatizzare. Peccato che, almeno a livello micro, il mercato tutelato si sia rivelato quello coi prezzi più bassi. Dall’ultima relazione dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas, pubblicata in questi giorni, emerge infatti che le famiglie passate al mercato libero hanno sottoscritto mediamente contratti più onerosi rispetto al mercato di maggior tutela, del +16,7% nel settore dell’energia elettrica (+42,5 Euro annui per il consumo di una famiglia media) e del +7,9% nel settore del gas (+68,2 Euro annui), per una maggior spesa complessiva di 121 euro annui.
Nonostante questi dati, 16 associazioni dei consumatori (ACU, Adiconsum, ADOC, Adusbef, Assoconsum, Assoutenti, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Codacons, CODICI, Confconsumatori, CTCU Bolzano, Federconsumatori, Movimento Consumatori, Lega Consumatori e Unione Nazionale Consumatori) hanno appreso che il Governo ha intenzione di presentare tra pochi giorni una Legge sulla Concorrenza che prevedrebbe l’abolizione del Mercato Tutelato: entro il 30 giugno 2015 per il settore gas e le piccole e medie imprese ed entro il 30 giugno 2016 per i consumatori domestici del settore elettrico.
Una manovra il cui effetto principale, denunciano le associazioni, sarebbe quello di aggiustare i conti delle aziende energetiche a spese dei consumatori domestici e delle piccolissime imprese. Il superamento del mercato tutelato, infatti, eliminerebbe sia il meccanismo dei prezzi di riferimento fissati dall’Autorità per i consumatori domestici, che impedisce comportamenti collusivi fra gli operatori, sia l’azione dell’Acquirente unico, che a sua determinerebbe un significativo passo indietro dal punto di vista della concorrenza, con la facile previsione che la prima conseguenza sarà un aumento dei prezzi dell’elettricità per i clienti domestici.
«Non si tratta di fare allarmismi – spiegano i consumatori – ma di fare i conti. Nel mercato dell’energia elettrica, ad esempio, per i consumatori domestici, sia liberi che tutelati, circa l’83% dei volumi di vendita sono appannaggio dei primi 3 gruppi societari italiani, con il primo che raggiunge da solo addirittura il 76% (dati dalla Relazione dell’Autorità 2014). Una situazione che va chiamata col suo vero nome: oligopolio con forti venature di monopolio. Pressappoco quello che c’era in Italia prima della liberalizzazione del 1999».
L’abolizione del mercato tutelato secondo le associazioni sarebbe dunque un paradosso, considerando che «da anni denunciamo all’Autorità per l’energia, al Governo e al Parlamento come il mercato elettrico sia ancora costellato di pratiche commerciali scorrette e caratterizzato da scarsa trasparenza nelle offerte, che spesso maschera di reali vantaggi economici con effetti contrari alle aspettative dei consumatori, come emerge dall’ultima relazione» dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas. Mentre l’energia diventa un grattacapo sempre più serio per l’Italia sul piano internazionale, con la partita ucraina e soprattutto quella libica ancora incandescenti, sembra dunque che un nuovo scontro ad alto voltaggio si aprirà per il governo anche sul fronte interno.