Lego, la multinazionale dei mattoncini dal petrolio Shell all’eolico offshore
[18 Febbraio 2015]
Il 9 ottobre 2014 Greenpeace annunciò che Lego, dopo le pressioni dell’associazione ambientalista, aveva deciso di non rinnovare il contratto di co-promozione con Shell ed ora l’industria che produce i mattoncini da costruzioni più famosi del mondo annuncia a sua volta che «Parte la produzione di elettricità del parco eolico offshore. Le prime turbine di Borkum Riffgrund 1, situato al largo delle coste tedesche, hanno iniziato a produrre elettricità. Il parco eolico aiuterà Lego Group a diventare entro il 2020 un’azienda basata al 100% su energia proveniente da fonti rinnovabili».
Borkum Riffgrund 1 è una joint-venture tra DONG Energy (50%), Kirkbi A/S e William Demant Invest A/S (insieme il 50%). Il Parco eolico offshore sorge a 54 Km dalla costa tedesca e a 37 Km dall’isola Borkum. Il parco eolico verrà controllato dall’impianto di DONG Energy nel porto tedesco di Norden-Norddeich. Le 78 turbine saranno in grado di produrre fino a 312 megawatt di elettricità.
Kirkbi A/S, che detiene il 75% di Lego Group, ha investito circa 3 miliardi di corone danesi (400 milioni di euro) nella costruzione di un parco eolico offshore nel Mare del Nord, al largo delle coste tedesche, ed è proprietaria del 31,5% della produzione totale delle 78 turbine».
In un comunicato Lego sottolinea che «Oggi, dopo due anni di lavoro, le prime turbine hanno cominciato a fornire energia alla rete elettrica sulla terraferma» e Jørgen Vig Knudstorp, presidente e chief executive officer di Lego Group, aggiunge: «Si tratta di un traguardo importante per LEGO Group. Ora possiamo vedere i primi frutti di questo investimento a lungo termine nel campo delle energie rinnovabili. Il parco eolico è la dimostrazione pratica dell’impegno che LEGO Group si è assunto nei confronti del pianeta»,
Lego punta a produrre entro il 2020 più energia rinnovabile di quella che consuma e in un comunicato evidenzia che «Quando entreranno in funzione tutte e 78 le turbine eoliche, il parco sarà in grado di produrre una quantità di elettricità equivalente a quella consumata da circa 320.000 nuclei familiari».
Prima della polemica con Greenpeace sulla s Shell, nel 2013 Lego Group ha adottato il programma Climate Savers del Wwf e si è impegnato a ridurre le emissioni di CO2 di diverse tonnellate entro il 2016 attraverso la produzione di energia rinnovabile e l’incremento dell’efficienza energetica.
Annunciando l’avvio di di Borkum Riffgrund 1, Vig Knudstorp ha detto: «Desideriamo produrre un impatto positivo sul mondo che i nostri figli erediteranno. Per centrare questo obiettivo, fabbrichiamo materiali per il gioco che contribuiscono all’apprendimento e allo sviluppo dei bambini. Inoltre, adottiamo un comportamento aziendale responsabile, caratterizzato da un programma ambientale ambizioso. L’avvio della produzione elettrica nel parco eolico Borkum Riffgrund 1 rappresenta un traguardo importante per l’azienda. Questo parco, infatti, ci aiuterà a diventare entro il 2020 un’azienda basata al 100% su energia proveniente da fonti rinnovabili».
Lego dice di aver anche incrementato la sua efficienza energetica di oltre il 30% negli ultimi cinque anni e che «Un altro passo importante a favore della tutela ambientale è stata l’introduzione nel 2014 delle nuove confezioni Lego più piccole, che ha consentito all’azienda di risparmiare circa 6.000 tonnellate di cartone e di ridurre le esigenze di trasporto di circa 3.000 camion, per un calo complessivo delle emissioni di CO2 di 10.000 tonnellate».
La multinazionale dei mattoncini non è impegnata solo sull’ambiente, v sta cercando sempre più di dare di sé un’immagine virtuosa di azienda sensibile alla sicurezza dei prodotti, ai diritti del lavoro, alla sicurezza dei dipendenti ed al coinvolgimento delle comunità locali dove sorgono i suoi impianti e conclude: «Un programma improntato sulla responsabilità, in cui la costruzione del parco eolico rappresenta un capitolo importante.