Obama mette il veto sulla legge per il mega-oleodotto Keystone XL
Esultano gli ambientalisti: «Obama ha mantenuto la promessa». Rabbia tra repubblicani e Big Oil
[25 Febbraio 2015]
Ieri il Congresso Usa ha inviato al presidente Barack Obama il disegno di legge per sbloccare la costruzione del famigerato oleodotto Keystone XL, che dovrebbe portare il petrolio più sporco del mondo, quello delle sabbie bituminose canadesi, fino alle raffinerie ed ai porti del Texas sul Golfo del Messico, ma il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, ha detto che Obama ha posto il veto «Senza alcun dramma o fanfare o ritardo».
Il veto riguarda il primo tratto del Keystone XL, lungo 1.400 chilometri, che avrebbe dovuto collegare i giacimenti di sabbie bituminose dell’Alberta, in Canada, allo stato americano del Nebraska, dove si sarebbe collegato alle pipeline che già raggiungono il Texas.
Anche se probabilmente il calo dei prezzi del petrolio avrebbe reso economicamente impraticabile questo colossale e pericoloso progetto, i repubblicani accusano Obama di sacrificare con il suo veto i molti posti di lavoro che avrebbe creato, ma molti democratici e gli ambientalisti ribattono che in realtà, a regime, i posti di lavoro sarebbero pochissimi e che al contrario i costi ambientali – negli Usa e in Canada – e in termini di emissioni di gas serra globali sarebbero altissimi.
Michael Brune, direttore esecutivo di Sierra Club, la più grande associazione ambientalista Usa, esulta e spiega che «Il presidente Obama ha detto che avrebbe messo il veto su questo attacco alla sua autorità esecutiva ed ha mantenuto la parola. Questo è quello che ha detto che avrebbe fatto fin dall’inizio, ma i repubblicani al Congresso hanno continuato a sprecare tempo con un disegno di legge destinato a non andare da nessuna parte, solo per soddisfare l’agenda dei loro alleati delle Big Oil. l presidente Obama ha anche chiarito che respingerà la pipeline delle sabbie bituminose se contribuisce in modo significativo alla crisi climatica. Ora il presidente ha tutte le prove di cui ha bisogno per respingere la Keystone XL e siamo fiduciosi che lo farà».
E’ il terzo veto di Obama da quando i repubblicani hanno la maggioranza in entrambi i rami del Congresso Usa, ma forse è quello che più brucia alla destra neoconservatrice ed ala lobby delle Big Oil che la finanzia. Obama ha dato così anche un chiaro segnale ai repubblicani su cosa li aspetta quando gli sottoporranno le leggi contro la sanità pubblica, l’immigrazione e la regolamentazione finanziaria.
Dpo 6 anni di tira e mola burocratici e di tentativi dei repubblicani di forzare la situazione, quindi la Casa Bianca ha detto che il disegno di legge approvato dal Congresso interferisce con il normale processo di autorizzazione.
Ora ai repubblicani ed alle Big Oil non resta altro da fare che provare a far passare il Keystone XL inserendolo in altre proposte di legge riguardanti l’energia, la spesa pubblica o le infrastrutture, nella speranza che Obama abbia meno probabilità di porre il veto su argomenti considerati prioritari.
Soddisfatta anche Annie Leonard, direttrice esecutiva di Greenpeace Usa: «Con il vetosulla KXL, il presidente Obama sta dimostrando che ha ascoltato le persone, non gli inquinatori. Questo è un momento incredibile per tutti coloro che hanno partecipato alla lotta. Ma la lotta non è finita».
La Leonard ricorda che «Solo pochi anni fa, la KXL a Washington era considerata un affare fatto, ma insieme abbiamo combattuto. Abbiamo fatto telefonate, inviato mail e lettere e parlato con gli amici ed i vicini di casa. Le compagne dei combustibili fossili stanno sprecando milioni per mantenere il loro status quo distruttivo. Ma non hanno la nostra perseveranza, creatività e coraggio. Ci siamo uniti, abbiamo sfilato ed oggi possiamno alla fine taliare il traguardo. La scienza è chiara: la Keystone XL Pipeline avrebbe un effetto devastante sul nostro clima e porrebbe le basi per una maggiore dipendenza dai combustibili fossili per gli anni a venire. E sappiamo fin troppo bene che le fuoriuscite di petrolio dagli oleodotti, come il recente sversamento di 63.000 galloni nei pressi del fiume Yellowstone, hanno effetti devastanti per le comunità vicine, l’acqua potabile e la nostra salute. Il rifiuto totale del presidente dei permessi KXL sarebbe l’ultimo chiodo nella bara per la Keystone. E con alle spalle i litigi di parte sugli oleodotti, saremmo finalmente in grado di concentrarci sulla vera opportunità che abbiamo davanti: la costruzione di una nuova economia americana dell’energia pulita».