Trivellazioni off shore, M5S: «Per l’Unione europea l’Italia è fuori legge»
l grillini in Senato: «Il governo recepisca subito la direttiva comunitaria 2013/30/UE»
[25 Febbraio 2015]
I senatori del Movimento 5 Stelle, Gianluca Castaldi e Gianni Girotto, che fanno parte della Commissione industria del Senato, hanno presentato un’interrogazione ai ministri dell’ambiente e dello sviluppo economico nella quale denunciano che «C’è una evidente incompatibilità legislativa tra la direttiva europea 2013/30/UE e la normativa italiana sulle trivellazioni off shore nei mari italiani. L’esecutivo recepisca immediatamente il provvedimento emanato da Strasburgo prima che il nostro Paese venga sottoposto all’ennesima procedura di infrazione comunitaria. Ma soprattutto inserisca le piattaforme petrolifere nella disciplina che norma gli impianti a rischio di incidente, così come chiede l’Europa»,
Secondo il M5S, «Mentre da un lato il governo annuncia che la produzione di idrocarburi sarà inserita in un quadro di alti standard di sicurezza, dall’altro non viene fatto alcun cenno invece sul principio di “incidente ambientale grave” introdotto dalla direttiva Ue. Né tantomeno dice come voglia garantire la partecipazione del pubblico “riguardo ai possibili effetti sull’ambiente delle operazioni in mare nel settore degli idrocarburi programmate”». Per Castaldi e Girotto «Si tratta di una evidente falla normativa a cui l’esecutivo deve porre rimedio al più presto».
I senatori pentastellati ricordano che «Negli ultimi 20 anni in giro per il mondo si contano molte decine di gravi incidenti ambientali in cui sono state coinvolte piattaforme di estrazione e petroliere. Un episodio recente – 2 luglio 2013 – riguarda l’affondamento di una delle 6 piattaforme marine offshore di Saipem, sussidiaria di Eni. Mentre il Mediterraneo – uno dei maggiori crocevia mondiali di transito di idrocarburi – nel 2004 è stato testimone dell’incidente sulla piattaforma petrolifera Adriatic IV. Ciclicamente, quindi, si ripropone la questione della sicurezza in mare degli impianti di perforazione. Ma anche senza gli incidenti quel tipo di operazione è pericoloso per la salute pubblica. Sappiamo infatti – lo dicono indagini scientifiche – che le piattaforme rilasciano “fluidi di perforazione e scari metallici, che includono sostanze tossiche, fra cui cromo, mercurio e benzene” direttamente nelle acque marine. “Una piattaforma – dicono gli scienziati – rilascia circa 90,000 tonnellate di materiale di scarto durante l’arco della sua vita temporale, danneggiando la vita marina e la qualità dell’aria”».
Per questo, concludono i due senatori del Movimento 5 Stelle «Si rende necessario l’immediato recepimento e adozione della direttiva europea in merito alla sicurezza e alla partecipazione del pubblico nelle decisioni delicate. Ci batteremo nelle sedi istituzionali per accelerare la definizione del quadro normativo e per frenare lo scempio delle trivellazioni in mare».