Come ripartire per una vera rivoluzione nelle politiche ambientali nazionali
Il Green Act che serve all’Italia. Le proposte di Legambiente per far ripartire il Paese
«Dal boicottaggio delle rinnovabili allo Sblocca Italia non c’è stato nessun segnale di cambiamento»
[26 Febbraio 2015]
Con il “Green Act che serve all’Italia” Legambiente lancia una serie di misure concrete, immediatamente attuabili per far ripartire il Paese, convinti che investire in misure ambientali, in innovazione tecnologica e in tutela ambientale sia al tempo stesso un volano per l’economia e l’occupazione.
È inoltre l’occasione per aprire un confronto con il governo, con la politica e con i soggetti interessati. L’Italia è tra i paesi europei maggiormente colpiti dalla crisi, dove la recessione ha fatto esplodere tutti i fattori di debolezza economica, sociale e istituzionale esistenti; eppure, l’Italia si presenta nel 2015 con solide basi per avviare una ripresa “ambientale” dell’economia e dei consumi.
Nel corso della recessione, infatti, gli elementi di efficienza e sostenibilità ambientali si sono irrobustiti. Nonostante l’assoluta mancanza di politiche esplicite e di idonee scelte di governo, l’economia e la società italiana hanno gestito in maniera più efficiente le risorse, hanno consumato meno energia, prodotto più energia da fonti rinnovabili e riciclato più rifiuti, trasformato stili di consumo in un senso più sostenibile. Al tempo stesso però rimangono aperti, in assenza di politiche nazionali concrete, ancora alcune questioni ambientali rilevanti, come evidenziate nel rapporto Ambiente Italia 2015.
La concentrazione di PM10, ad esempio, resta elevata e il 30% della popolazione è esposto a concentrazioni superiori alla norma; nel settore dei rifiuti urbani l’Italia giunge a poco meno del 40% di raccolta differenziata e a poco più del 40% a discarica (la Germania arriva a poco meno del 65% di differenziata e a poco più dell’1% a discarica). Il consumo di suolo rimane un problema: tra il 1989 e il 2006 il suolo consumato sale al 6,6%, al ritmo di 265 kmq all’anno e poi rallenta per giungere al 2010 al valore del 6,9%. Il ricco patrimonio culturale e paesaggistico dell’Italia ha poi un impatto economico diretto marginale (le entrate dei musei e monumenti statali ammontano a soli 126 milioni di euro) e lo stesso turismo italiano conosce una forte stasi, sia in termini di visitatori che di fatturato. In rapporto agli abitanti, le presenze turistiche dell’Italia sono inferiori del 25% a quelle della Spagna o della Grecia.
Tutti numeri da cui ripartire per una vera rivoluzione nelle politiche ambientali nazionali. Fiscalità ambientale, edilizia, bonifiche, energia, rifiuti, mobilità nuova, trasporti, dissesto idrogeologico, natura, turismo, fondi strutturali sono i temi che compongono il “Green Act che serve all’Italia” di Legambiente, tutti strettamente legati con lo sviluppo economico del Paese, con la possibilità di creare filiere produttive e nuova occupazione, di produrre più benessere per tutti nel momento stesso in cui garantiscono risposte ai bisogni dei cittadini in termini di sicurezza, salute e qualità della vita.
Il Green Act che ci auguriamo venga messo in campo deve rappresentare una scossa e aprire un nuovo indirizzo di politica economica, fiscale, industriale, culturale. Serve un disegno strategico che avvii un percorso organico fatto di misure concrete, da subito operative per realizzare quel cambio di passo necessario a rompere con le idee di sviluppo del Novecento, perché dal boicottaggio delle rinnovabili allo Sblocca Italia non c’è stato nessun segnale di cambiamento, come se questi temi non fossero urgenti e non rappresentassero una parte sostanziale del rilancio del Paese. Eppure oggi nell’edilizia nell’energia, nei rifiuti come in agricoltura è evidente che vi sia spazio solo per chi punta su innovazione e qualità ambientale.
Il mondo è cambiato e l’Italia oggi ha una reale possibilità di trovare una propria bussola nella globalizzazione valorizzando quelle risorse, vocazioni e talenti che tutto il mondo ci invidia e utilizzando la chiave del clima come opportunità per permettere a famiglie e imprese di ridurre consumi energetici e importazioni di fonti fossili. Ma per fare ciò occorre accompagnare e promuovere il cambiamento con una chiara prospettiva di investimenti e regole. E’ questo il Green Act che serve all’Italia proposto oggi da Legambiente.