Ora si proceda alla revisione completa della normativa
Cave in Piemonte, Legambiente e Libera: «L’inasprimento delle pene è un passo avanti»
Tutte le novità ambientali della nuova legge regionale sulla semplificazione
[27 Febbraio 2015]
Mentre in Toscana fa discutere la svolta pro-cave nelle Alpi Apuane, un’altra Regione governata dal centro-sinistra, il Piemonte, sembra andare in tutt’altra direzione. Infatti, secondo Fabio Dovana e Maria Josè Fava, rispettivamente presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta e referente di Libera Piemonte, «L’approvazione avvenuta ieri in Consiglio Regionale degli articoli 39 e 40 della legge sulle semplificazioni è una buona notizia e un passo avanti nella giusta direzione verso una revisione più ampia della normativa sulle cave».
La legge “Disposizioni regionali in materia di semplificazione”, passata con 27 voti favorevoli e 11 consiglieri presenti e non votanti di Movimento 5 Stelle e Forza Italia, oltre a delegare ai comuni le funzioni regionali in materia di attività estrattiva, contiene una norma che prevede l’inasprimento delle sanzioni per gli illeciti legati alle attività estrattive ed è e stata approvata anche la proposta di Domenico Rossi (PD) per sottoporre a valutazione di impatto ambientale tutti i progetti di attività estrattiva.
In una nota esplicativa della Regione si legge che «Relativamente all’attività estrattiva l’esercizio delle funzioni regionali in materia è delegato ai comuni salvo per quanto riguarda le attività estrattive in regime di concessione, quelle poste in aree protette a gestione regionale e alle cave finalizzate al reperimento di materiale per la realizzazione di opere pubbliche. Vengono individuate procedure semplificate per modifiche di modesta entità dei progetti di cave di pietra ornamentale (gneiss, pietra di Luserna, marmi, graniti …), modifiche necessarie che derivano dalla variabilità geologica e geotecnica dei giacimenti. Le sanzioni previste dalla legge regionale risalenti al 1978 sono riviste e adeguate con particolare attenzione agli usi illegali delle cave».
Il Cigno Vede e la coalizione di Don Ciotti evidenziano che si tratta di «Un passo in avanti decisivo che prende in considerazione uno dei punti contenuti nella piattaforma l7, proposta da Libera ai candidati alle elezioni Regionali. Al punto 5, infatti, si chiedeva ai rappresentanti piemontesi di intervenire nel settore delle cave per evitare speculazioni e prevedere la giusta compensazione e tutela per il territorio e la collettività».
Per Dovana e Fava, «L’introduzione della caratteristica della proporzionalità rispetto al materiale estratto per le cave abusive e per chi viola i procedimenti autorizzativi è un importante atto che come Legambiente e Libera chiedevamo da tempo per contrastare la grande fetta di illegalità che si arricchisce a scapito dell’ambiente e degli imprenditori onesti. Il settore delle attività estrattive e il ciclo del cemento nel suo insieme sono comparti produttivi di forte interesse della criminalità organizzata, in particolare della ‘ndrangheta che da decenni ormai si è ben radicata nella nostra regione. Anche il secondo emendamento introdotto nel decreto, che va a normare le cave di prestito legate alla realizzazione di opere pubbliche, è un importante passo avanti verso una regolamentazione più seria ed efficace. Ora si proceda speditamente verso una revisione completa della normativa del settore, che sia al passo con i tempi e che ponga al centro la legalità e la tutela del territorio, l’innovazione tecnologica e il recupero e il riciclo di materia».
Ma la legge piemontese sulla semplificazione, non si occupa solo di cave ed affronta anche altri temi ambientali. Come spiega la Regione Piemonte nella sua nota riassuntiva: «In tema di ambiente si prevede, tra l’altro, che venga preferita a parità di condizioni quella domanda di concessione volta a soddisfare il fabbisogno energetico utile all’esercizio delle attività produttive del richiedente, che determini maggiori ricadute sociali, occupazionali ed economiche a livello locale. Sono inoltre inserite disposizioni semplificatorie in particolare per quanto riguarda l’autorizzazione unica ambientale ed i regolamenti della Giunta ad essa collegata. Tali regolamenti sono approvati nel rispetto dei seguenti principi direttivi: · semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese; riduzione degli oneri amministrativi; accorpamento degli atti abilitativi in materia ambientale; rispetto dei tempi di conclusione dei procedimenti. Le modifiche legislative per la tutela del suolo e foreste riguardano lo snellimento dell’iter di realizzazione delle opere di interesse pubblico in aree soggette a pericolosità geologica attraverso l’eliminazione della duplicazione delle richieste di pareri. Vengono aumentate le sanzioni per le violazione della legge a tutela del patrimonio boschivo e forestale e vengono definiti alcuni casi in cui il taglio autorizzato di alberi non prevede la compensazione obbligatoria».
Le semplificazioni in materia di energia puntano a ridurre il rischio di sovrapposizioni tra normativa regionale e nazionale e stabiliscono: «La delegificazione demandando alla Giunta regionale l’adozione dei provvedimenti attuativi delle disposizioni in materia di promozione dell’efficienza energetica e dell’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili; l’individuazione dei soggetti competenti a svolgere gli accertamenti e le ispezioni previste dalla normativa nazionale in materia energetica; la destinazione dei proventi delle sanzioni stabilite dalla normativa statale e il loro introito dai soggetti individuati dalla Giunta regionale; l’abrogazione della l.r. 13/2007 e l’introduzione di disposizioni transitorie fino alla data di pubblicazione dei provvedimenti della Giunta Regionale».
Per l’edilizia e l’urbanistica la nuova normativa regionale «E’ particolarmente attenta alla riduzione del consumo del suolo e mira a rendere meno onerose le modifiche degli edifici esistenti. Gli standard sono a pagamento solo sul cambio di destinazione d’uso o aumento volumetrico differenziale rispetto all’esistente e il cambio di destinazione d’uso non è oneroso per le unità immobiliari sotto i 700 metri cubi».