Il testo inviato alle Regioni interessate per osservazioni.
Trivellazioni in Adriatico: avviate consultazioni Italia-Croazia
Galletti: «Passaggio irrinunciabile, non siamo spettatori». Esulta il Wwf
[4 Marzo 2015]
Il ministero dell’ambiente annuncia oggi di aver « chiesto e ottenuto dal governo croato l’avvio di consultazioni transfrontaliere sul piano di trivellazioni lanciato da Zagabria nel mare Adriatico».
Il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti ha spiegato che «L’Italia ha una legislazione molto rigorosa sul tema delle trivellazioni, orientata prima di tutto alla massima sicurezza ambientale. Essere pienamente a conoscenza di quel che si verifica a poca distanza dalle nostre coste, a maggior ragione perché che si tratta di interventi energetici con un potenziale impatto ambientale, era per noi un passaggio irrinunciabile. Ed è anche un modo per rispondere a chi in questi mesi aveva temuto che l’Italia fosse semplice spettatrice di ciò che accade nell’Adriatico».
Mentre crescevano sulle due sponde del mare crescevano le proteste di ambientalisti, albergatori e pescatori contro le trivellazioni in Adriatico, la Direzione generale per le valutazioni ambientali del ministero dell’ambiente in due occasioni ufficiali aveva manifestato al governo croato l’interesse a partecipare alla procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del “Piano e Programma Quadro di ricerca e produzione degli idrocarburi nell’Adriatico”, «come previsto dalla Direttiva 2001/42/CE e dal Protocollo VAS alla Convenzione di Espoo sottoscritto nel 2003 a Kiev», sottolinea una nota del nostro ministero..
Zagabria alla fine ha ceduto ed ha notificato il suo consenso il 26 febbraio e, subito dopo, il ministero dell’ambiente ha informato dell’avvio della consultazione le Regioni interessate: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia, invitandole a «trasmettere entro il 20 aprile le osservazioni sul Piano, che verranno poi acquisite e inoltrate il 4 maggio, assieme a quelle del ministero, all’autorità competente croata».
Tutta la documentazione è disponibile e consultabile sul portale delle valutazioni ambientali www.va.minambiente.it
Esulta il Wwf : «Si farà la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) transfrontaliera italo-croata relativa alle dieci zone (1 in Alto Adriatico e 9 nel Medio e Basso Adriatico) per la ricerca e lo sfruttamento di idrocarburi offshore individuate dal Governo croato. Per il Wwf, cha ha avuto modo di visionare la lettera arrivata ieri dal Ministero dell’Ambiente croato al Ministero dell’Ambiente italiano, oggi è un giorno importante per la tutela del Mare Adriatico che dimostra come i confini e le competenze statuali possono e devono essere superate positivamente quando si tratta della tutela degli ecosistemi marini e costieri. E’ questo il frutto della pressione del WWF che, nel rispetto di quanto stabilito dall’articolo 7 della Direttiva comunitaria sulla VAS transfrontaliera, ha chiesto l’8 gennaio scorso (ribadito in una lettera del 3 febbraio), l’attivazione da parte del Ministero dell’Ambiente, che ha assunto le positive, iniziative istituzionali conseguenti».
Ora il Panda «sollecita il ministro dell’ambiente a compiere un passo formale anche nei confronti del Ministero dello Sviluppo Economico per fare chiarezza, anche nel nostro Paese, sulla piena e corretta applicazione della procedura VAS alla pianificazione delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi. Il comma 1 bis dell’art. 38 del decreto legge Sblocca Italia (d.l. 133/2014) , infatti, stabilisce che il Ministero dello Sviluppo Economico con proprio decreto, sentito il Ministero dell’Ambiente, “predispone un piano delle aree” senza però che sia specificato l’obbligo della VAS».
L’associazione ambientalista richiama l’attenzione del ministero dell’ambiente «sull’escamotage dei “progetti sperimentali di coltivazione” nell’Alto Adriatico, contenuto nei commi 9 e 10 dell’articolo 38 del decreto Sbocca Italia, teso a superare il divieto alle attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi in Alto Adriatico (a rischio subsidenza), istituito nel 1991, con il rischio che prevalgano gli interessi economici sull’esigenza di proteggere l’ambiente, che invece viene tutelato rigorosamente anche dalla recente Direttiva 2013/30/E “Offshore” e dal Protocollo “Offhsore” della Convenzione di Barcellona» e ricorda che «l’art. 38 del decreto Sblocca Italia, grazie anche all’azione delle associazioni ambientaliste, è stato impugnato di fronte alla Corte Costituzionale da 7 Regioni (Abruzzo, Calabria, Campania, Lombardia, Marche, Puglia, Veneto)».